Pietro Bonanno e Fabio R. Lattuca, pionieri della ricerca sul paesaggio sonoro in Sicilia, con il progetto Vacuamoenia hanno esplorato una trentina di luoghi, tra case coloniche e villaggi rurali, da un capo all’altro della Sicilia, creando un archivio unico
di Giulio Giallombardo

Ascoltare il paesaggio per conoscerne l’anima nascosta. Capovolgere la percezione sensoriale, risvegliando l’udito e mettendolo in collegamento attivo con gli altri sensi. Ma soprattutto, “suonare” un luogo abbandonato come uno strumento musicale, rivelandone l’identità perduta. È il viaggio di Fabio R. Lattuca e Pietro Bonanno, pionieri della ricerca sul paesaggio sonoro in Sicilia, che hanno dato vita, nel 2013, al progetto Vacuamoenia. I due musicisti palermitani, in questi anni, hanno esplorato una trentina di borghi abbandonati dell’Isola, tra case coloniche e villaggi rurali, registrando i suoni dello spazio circostante: dal fruscio del vento, al calpestio delle foglie, dal ronzio degli insetti allo scorrere dell’acqua. Una lunga partitura che spazia da un capo all’altro della Sicilia.

Reduci dall’esperienza di Liminaria, progetto di ricerca inserito tra gli eventi collaterali della scorsa edizione di Manifesta, Lattuca e Bonanno hanno pronte le tracce registrate a Borgo Tudia, vicino a Resuttano, e Borgo Filaga, a due passi da Prizzi. Sono le ultime tappe di una ricerca iniziata quasi per caso dai ruderi di Poggioreale Antica, che in cinque anni ha portato la coppia ad esplorare gli angoli più remoti dell’Isola, creando un archivio sonoro e testuale unico, consultabile liberamente online sul sito internet del progetto. Ogni “concerto” è suddiviso in tracce con una guida all’ascolto, una scheda dettagliata con la storia del borgo e una galleria fotografica, partendo, non a caso, dai suoni e soltanto alla fine della pagina, terminando con le immagini.
L’attività dei due musicisti si completa con le passeggiate sonore, momento imprescindibile della loro ricerca. Da marzo a settembre, l’associazione Vacuamoenia organizza anche visite guidate in luoghi dalle particolari qualità sonore, accompagnando i partecipanti attraverso vere e proprie esperienze sensoriali. L’ultima lo scorso settembre nella riserva naturale di Lago Preola e Gorghi Tondi, nel Trapanese. “Il nostro obiettivo – spiega Pietro Bonanno a Le Vie dei Tesori News – è di ampliare l’esplorazione del paesaggio, servendoci di un senso che solitamente usiamo passivamente, come l’udito. Le passeggiate si svolgono rigorosamente in silenzio e non richiedono particolari competenze tecniche. Semplicemente ascoltiamo il paesaggio, facendo piccoli esercizi sulla distanza sonora, sull’ascolto del nostro corpo, cercando di capire qual è la peculiarità dei suoni presenti in quel dato luogo”.

Non a caso, la ricerca dei due artisti ultimamente si concentra proprio sul “cuore dei luoghi”, ovvero decifrare l’unicità di un paesaggio attraverso il suono che questo emette. Se con la vista, lo spazio si presenta in un solo colpo d’occhio, l’esperienza d’ascolto si proietta, invece, nel tempo, connotandosi anche come storia. Infatti, ogni luogo è raccontato da un testo frutto di una ricerca approfondita e trasversale, tra sociologia, architettura e fotografia. “Facciamo un grosso lavoro di ricerca storica – aggiunge Fabio R. Lattuca – tra le stanze dell’archivio di Stato e quelle dell’Esa, consultando le cartografie dei luoghi, i giornali e le riviste d’epoca, libri di testo e quant’altro possa essere utile alla nostra ricerca. Abbiamo praticamente messo insieme un piccolo fondo dedicato ai borghi rurali siciliani, scoprendo a volte storie di un luogo mai svelate prima”.
La ricerca sul paesaggio sonoro portata avanti dai due musicisti diventa, dunque, anche strumento di valorizzazione e riscoperta del territorio, a partire dalla sua identità impalpabile. “La rivoluzione estetica di Vacuamoenia – si legge nel manifesto del progetto – parte dai luoghi abbandonati dall’uomo e dal suono che essi producono: uno studio sui suoni già presenti e su quelli che è possibile organizzare in loco, attraverso la militanza escursionistica, la registrazione sul campo e il contatto con il territorio. I materiali sono gli orchestrali, i percorsi e le strade sono partiture scritte sulla terra. Attraverso il tatto e gli altri sensi, ogni paesaggio sonoro diventa così luogo di suoni e strumento musicale in costruzione”. Non resta che chiudere gli occhi e abbandonarsi all’ascolto.
Pietro Bonanno e Fabio R. Lattuca, pionieri della ricerca sul paesaggio sonoro in Sicilia, con il progetto Vacuamoenia hanno esplorato una trentina di luoghi, tra case coloniche e villaggi rurali, da un capo all’altro della Sicilia, creando un archivio unico
di Giulio Giallombardo
Ascoltare il paesaggio per conoscerne l’anima nascosta. Capovolgere la percezione sensoriale, risvegliando l’udito e mettendolo in collegamento attivo con gli altri sensi. Ma soprattutto, “suonare” un luogo abbandonato come uno strumento musicale, rivelandone l’identità perduta. È il viaggio di Fabio R. Lattuca e Pietro Bonanno, pionieri della ricerca sul paesaggio sonoro in Sicilia, che hanno dato vita, nel 2013, al progetto Vacuamoenia. I due musicisti palermitani, in questi anni, hanno esplorato una trentina di borghi abbandonati dell’Isola, tra case coloniche e villaggi rurali, registrando i suoni dello spazio circostante: dal fruscio del vento, al calpestio delle foglie, dal ronzio degli insetti allo scorrere dell’acqua. Una lunga partitura che spazia da un capo all’altro della Sicilia.

Reduci dall’esperienza di Liminaria, progetto di ricerca inserito tra gli eventi collaterali della scorsa edizione di Manifesta, Lattuca e Bonanno hanno pronte le tracce registrate a Borgo Tudia, vicino a Resuttano, e Borgo Filaga, a due passi da Prizzi. Sono le ultime tappe di una ricerca iniziata quasi per caso dai ruderi di Poggioreale Antica, che in cinque anni ha portato la coppia ad esplorare gli angoli più remoti dell’Isola, creando un archivio sonoro e testuale unico, consultabile liberamente online sul sito internet del progetto. Ogni “concerto” è suddiviso in tracce con una guida all’ascolto, una scheda dettagliata con la storia del borgo e una galleria fotografica, partendo, non a caso, dai suoni e soltanto alla fine della pagina, terminando con le immagini.
L’attività dei due musicisti si completa con le passeggiate sonore, momento imprescindibile della loro ricerca. Da marzo a settembre, l’associazione Vacuamoenia organizza anche visite guidate in luoghi dalle particolari qualità sonore, accompagnando i partecipanti attraverso vere e proprie esperienze sensoriali. L’ultima lo scorso settembre nella riserva naturale di Lago Preola e Gorghi Tondi, nel Trapanese. “Il nostro obiettivo – spiega Pietro Bonanno a Le Vie dei Tesori News – è di ampliare l’esplorazione del paesaggio, servendoci di un senso che solitamente usiamo passivamente, come l’udito. Le passeggiate si svolgono rigorosamente in silenzio e non richiedono particolari competenze tecniche. Semplicemente ascoltiamo il paesaggio, facendo piccoli esercizi sulla distanza sonora, sull’ascolto del nostro corpo, cercando di capire qual è la peculiarità dei suoni presenti in quel dato luogo”.

Non a caso, la ricerca dei due artisti ultimamente si concentra proprio sul “cuore dei luoghi”, ovvero decifrare l’unicità di un paesaggio attraverso il suono che questo emette. Se con la vista, lo spazio si presenta in un solo colpo d’occhio, l’esperienza d’ascolto si proietta, invece, nel tempo, connotandosi anche come storia. Infatti, ogni luogo è raccontato da un testo frutto di una ricerca approfondita e trasversale, tra sociologia, architettura e fotografia. “Facciamo un grosso lavoro di ricerca storica – aggiunge Fabio R. Lattuca – tra le stanze dell’archivio di Stato e quelle dell’Esa, consultando le cartografie dei luoghi, i giornali e le riviste d’epoca, libri di testo e quant’altro possa essere utile alla nostra ricerca. Abbiamo praticamente messo insieme un piccolo fondo dedicato ai borghi rurali siciliani, scoprendo a volte storie di un luogo mai svelate prima”.
La ricerca sul paesaggio sonoro portata avanti dai due musicisti diventa, dunque, anche strumento di valorizzazione e riscoperta del territorio, a partire dalla sua identità impalpabile. “La rivoluzione estetica di Vacuamoenia – si legge nel manifesto del progetto – parte dai luoghi abbandonati dall’uomo e dal suono che essi producono: uno studio sui suoni già presenti e su quelli che è possibile organizzare in loco, attraverso la militanza escursionistica, la registrazione sul campo e il contatto con il territorio. I materiali sono gli orchestrali, i percorsi e le strade sono partiture scritte sulla terra. Attraverso il tatto e gli altri sensi, ogni paesaggio sonoro diventa così luogo di suoni e strumento musicale in costruzione”. Non resta che chiudere gli occhi e abbandonarsi all’ascolto.