Ustica guarda al futuro col rilancio dell’Area marina protetta

Nominato un nuovo direttore, già al lavoro sul potenziamento dei servizi, turismo e ricerca scientifica. In arrivo anche fondi per la sistemazione delle coste

di Maria Laura Crescimanno

A Ustica, paradiso dei sub, area marina protetta più antica d’Italia e meta del primo itinerario archeologico subacqueo realizzato da Sebastiano Tusa, dopo oltre due anni di inattività e di attesa, torna la speranza di ripartire presto con nuovi progetti di rilancio. Questa primavera, ancora segnata dalla pandemia, potrebbe infatti essere ricordata per due buone ragioni: l’insediamento di un nuovo direttore arrivato da qualche settimana per far ripartire l’attività dell’Amp, da un lato, e un finanziamento di quasi 4 milioni di euro di fondi europei, finanziabili dalla Regione attraverso l’assessorato al Territorio,  per la risistemazione e messa a fruizione delle principali aree costiere, dall’altro.

Cala Santa Maria (foto Salvo Emma)

A rimettere in moto l’Amp, si è insediato da una settimana circa, con nomina del ministero dell’Ambiente, un manager palermitano, Davide Bruno, esperto di progettazione comunitaria. Bruno, con un passaggio nella Marina Militare di oltre un anno, ha alle spalle esperienza maturata con progetti transfrontalieri mediterranei e alle isole Egadi, a favore del settore della pesca. Adesso, spiega, dovrà lavorare sodo per colmare il gap di oltre due anni nei quali l’Amp non è riuscita nemmeno a garantire le boe di attracco per i diportisti, pressoché nessuna attività di ricerca e divulgazione scientifica, né di comunicazione per i turisti.

Itinerario subacqueo di Punta Cavazzi (foto Salvo Emma)

“Ustica con l’Amp, che conosco sin da quando ero ragazzo avendo fatto qui il mio brevetto e le più belle immersioni, ha grandissime potenzialità ed eccellenze non solo subacquee e per valorizzarla lo spirito che anima già questa nuova direzione è quello della sinergia con la comunità, gli operatori economici e la società civile secondo la logica della collaborazione. L’impatto in queste prime settimane di avvio, è stato più che positivo”. Le priorità sono diverse così come sono i tempi entro cui svilupparle, sottolinea il neodirettore. “Tra i primi obiettivi immediati dobbiamo considerare la realizzazione di campi boe, così come i servizi all’utenza, dal welcome terminal ai servizi per i divers. Inoltre – continua Bruno – ci stiamo attivando per far tornare il Wwf a supporto delle attività di informazione e sensibilizzazione”.

Faro di Punta Omo Morto (foto Maria Laura Crescimanno)

Sul fronte del contrasto alla pandemia, per riavviare il turismo, si punta al completamento delle vaccinazioni e all’utilizzo di azioni di controllo e monitoraggio degli sbarchi. “Immagino tamponi rapidi, comunque tutti quegli interventi necessari per far diventare l’isola Covid-free – prosegue Bruno – . Un’attenzione sarà rivolta alla comunità dei pescatori, a mio avviso veri custodi del mare. Insieme a loro sarà necessario avviare azioni per promuovere la sensibilizzazione e tutela dell’habitat marino, coinvolgendoli in nuove attività, così come gli operatori dell’hospitality, nella scelta di nuove strategie commerciali nell’ottica di una vera destagionalizzazione”.

Il centro di accoglienza dell’Area marina protetta di Ustica

C’è, poi, la ricerca scientifica, che è uno dei pilastri che ha portato all’istituzione dell’Area marina protetta. Sono in programma delle convenzioni con il Cretam dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli e l’Università di Palermo. “In questo momento storico – conclude i neodirettore – abbiamo comunque necessità di razionalizzazione delle spese ed attività di fundraising”.

Campi di lenticchie (foto Maria Laura Crescimanno)

Intanto, ha fatto notizia il progetto di riqualificazione delle aree costiere dell’isola, redatto dall’Agenzia per il Mezzogiorno con utilizzo di fondi Po Fers Sicilia, di cui non è possibile ancora conoscere i tempi di attivazione, che non dipendono, fa sapere il sindaco Salvatore Militello, dall’amministrazione comunale. L’intervento prevede il recupero dell’acquario al porto di cala Santa Marina, sentieristica con accesso per disabili, cannocchiali per avvistamento dell’avifauna e piste ciclabili. E ancora, il recupero dell’area archeologica, la risistemazione dell’edificio comunale a cala Santoro, il recupero della Torre dello Spalmatore e del perimetro esterno e la rinaturalizzazione di alcune aree costiere. Per facilitare la mobilità verde, si prevede inoltre di dotare il comune di scooters elettrici riattivando le stazioni  di ricarica esistenti.

(Nella foto grande in alto di Salvo Emma il faro di Punta Gavazzi)

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