Nel quartiere a nord di Palermo antichi bagli furono trasformati nel Settecento in eleganti dimore nobiliari, alcune diventate anche set per riprese cinematografiche
di Emanuele Drago*

Il quartiere di Partanna, a Palermo, posto a ridosso della nota località balneare di Mondello, ha un’antichissima storia. Abitato fin dall’età preistorica, nel XVIII secolo divenne feudo della famiglia Grifeo, la quale aveva acquistato il titolo di principi di Partanna, località in provincia di Trapani in cui il prestigioso casato possedeva un castello. È singolare scoprire che Girolamo Grifeo, principe di Partanna, all’inizio del Settecento avesse sposato una certa Laura La Grua, omonima parente della disgraziata baronessa di Carini, morta tragicamente due secoli prima per mano del padre.

Oltre a Villa Partanna – il cui impianto planimetrico e la scala a tenaglia ricordano alcune ville di Bagheria – la zona possiede anche altre ville, molte delle quali si trovano in via Castelforte, la lunga e tortuosa arteria che ricongiunge Partanna Mondello con Pallavicino. Stiamo parlando di antichi bagli trasformati nel Settecento in ville (ci piace menzionare anche i villini Politi, Anca e Procida) ed a cui erano addossati importanti torri di avvistamento che avevano la funzione di difendere le costa a nord della città dalle scorrerie saracene.

Ora, oltre alla villa appartenuta ai Mercadante ed agli Oriales, principi di Castelforte (sebbene poi quest’ultima dimora sia stata riconfigurata nella seconda metà dell’Ottocento in stile neogotico dal principe di Granatelli), la zona custodisce anche un’altra sontuosa dimora che nel 1714 venne acquistata da Giuseppe Branciforti, principe di Scordia, e poi ancora dai Lanza di Scalea. Villa Scalea, appunto, appartenuta nel XVI secolo alla famiglia Bologna, nel Settecento transitò dai gesuiti a Giuseppe Lanza Branciforte, e poi da quest’ultimo al principe di Scordia. Ma fu sotto i Lanza di Scalea che sul finire dell’Ottocento venne riconfigurata. Infatti, al posto dello scalone a doppia rampa venne realizzato un ingresso porticato. Ma la villa, oltre che per la sala ottagonale e il giardino d’inverno d’ispirazione liberty, è conosciuta soprattutto per il suo affascinante parco e ninfeo, spesso utilizzato come set cinematografico, come avvenne nei film “Il viaggio” di Vittorio De Sica e “Mario e il mago” del regista austriaco Klaus Maria Brandauer. Il particolarissimo ninfeo è una sorta di piccolo arco di trionfo barocco che, a quanto pare, il principe di Scordia aveva fatto trasportare dall’altra villa che possedeva in contrada Mezzomonreale, e cioè Villa Camastra, oggi più nota come Villa Tasca di Almerita.

Ma certamente, oltre a Villa Scalea, la più affascinate villa di Partanna è Villa Wirz, non soltanto perché viene considerata la più antica dell’intera piana dei Colli, ma anche perché ad essa è anche legato il soggiorno a Palermo dell’ammiraglio Nelson e dell’amata Emma Hamilton. Nata in origine come baglio fortificato di proprietà della famiglia Castrone, dopo alcuni passaggi di proprietà pervenne agli Achates, la cui ultima discendente s’imparentò con i Wirz. Villa De Simone Wirz è un luogo davvero affascinante e che riserva tante sorprese, a cominciare dalla grande facciata: un prospetto interamente realizzato in pietra grigia, dalle cui due ali corre giù uno scalone dalla particolarissima elegante. Ma anche le sorprese che custodisce l’interno non sono da meno; due su tutte: il grande salone con lo splendido tetto a cassettoni e il preziosissimo pavimento della sala da ballo, un lucido acciottolato interamente ricoperto da nitide mattonelle in maiolica.
*Docente e scrittore
(Nella foto grande Villa Castelforte, dal sito mondello.ilglicine.net)