Un teatro di pietra da 700 posti nel Giardino botanico di Agrigento

Sarà risanato il costone roccioso all’interno dell’area verde, dove sono in fase di recupero anche alcuni degli ipogei, che verranno trasformati in percorsi turistici in occasione delle iniziative per Capitale italiana della Cultura 2025

di Marco Russo

Il costone roccioso del Giardino botanico di Agrigento

Sarà uno dei luoghi protagonisti di Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025. Il Giardino botanico, con i suoi cunicoli e le oltre ventimila piante di trecento colture diverse, è il polmone verde della città. Il sito, di proprietà del Libero Consorzio, vedrà presto il ritorno di spettacoli teatrali ed eventi, con la scenografia naturale del costone roccioso riqualificato, mentre saranno recuperati gli ipogei e le caverne che si dipanano sotto al giardino.

Achille Contino

Iniziative di cui si è parlato sabato scorso durante una passeggiata geo-archeologica con la sezione di Agrigento dell’Archeoclub d’Italia, in compagnia di Achille Contino, dirigente del Settore Turismo e del Giardino botanico del Libero Consorzio comunale di Agrigento. “Stiamo per completare i lavori di risanamento del costone di tufo – ha detto Contino – e avremo ben 700 posti per un teatro naturale, in grado di ospitare eventi e spettacoli, colmando un vuoto pluridecennale”.

Uno degli ipogei

In occasione della passeggiata sono stati svelati alcuni degli ipogei che sono in fase di recupero e che verranno trasformati in percorsi turistici. “Si stanno recuperando gli ipogei all’interno del Giardino Botanico – ha dichiarato Angela Roberto, presidente della sezione di Agrigento dell’Archeoclub – . Sono siti costruiti a partire dal 480 avanti Cristo che in alcuni casi saranno itinerari escursionistici per Agrigento 2025”.

Agrumeto nel Giardino botanico

Inoltre, per una valorizzazione congiunta dell’area verde agrigentina è stata stipulata una convenzione tra l’Archeoclub e il Libero Consorzio. “Si porteranno avanti iniziative sociali, didattiche e culturali – ha proseguito Roberto – per far fruire al meglio questo luogo straordinario che oltre ad avere un interesse unico a livello naturalistico, vegetale, floristico, ha anche un grande valore archeologico”.

Cunicoli

La sfida lanciata dall’Archeoclub, presente sabato ad Agrigento con il direttivo e il presidente nazionale Rosario Santanastasio, è di riportare in Italia alcuni dei reperti del patrimonio culturale italiano, che si trovano nei musei sparsi per il mondo. Un appello lanciato nel corso di un incontro a Casa Barbadoro, all’interno del Parco archeologico della Valle dei Templi, a cui hanno partecipato, tra gli altri, i sindaci di Agrigento, Realmonte e Porto Empedocle, rispettivamente Francesco Miccichè, Santina Lattuca e Calogero Martello; il commissario straordinario del Libero Consorzio di Agrigento, Raffaele Sanzo, e il direttore del Parco, Calogero Sciarratta.

Gli argenti di Paternò

“Stiamo vivendo un periodo di grande fermento per la cultura,  – ha dichiarato Rosario Santanastasio – ma soprattutto per il patrimonio archeologico e per l’archeologia italiana. In queste ore arrivano grandi notizie, ad esempio da Paestum, in Campania, dove sono stati portati alla luce centinaia di ex voto. In giro per il mondo ci sono statue, reperti, testimonianze archeologiche e culturali che sono parte della storia legata al nostro patrimonio culturale, ma non sono in Italia. Ad esempio, gli argenti di Paternò sono a Berlino e l’epigrafe della Iulia Florentina, scoperta nel 1730 a Catania, si trova al Louvre di Parigi. Cerchiamo di riportare in Italia tutto questo patrimonio culturale in occasione di Agrigento 2025”.

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