Verso il finanziamento da 3,6 milioni di euro per riqualificare la struttura mai entrata in funzione a Gangi, nel Palermitano. Le celle diventeranno camere per gli ospiti, all’interno anche un ristorante, una foresteria, spazi per laboratori e attività didattiche
di Giulio Giallombardo

Era nato come carcere di massima sicurezza in mezzo alle Madonie, nel cuore della Sicilia. Un bunker inaccessibile di seimila metri quadrati con 12 celle, costruito a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, in piena guerra di mafia. Ma boss e criminali in quel carcere non misero mai piede, perché la struttura non entrò mai in funzione. Adesso, quel grigio quadrato di cemento alle porte di Gangi, nel Palermitano, si prepara al suo primo battesimo, ma non come luogo di reclusione, ma come museo-albergo dentro cui voleranno coloratissime farfalle.

Un sogno che risale a più di 10 anni fa, quando l’allora sindaco Giuseppe Ferrarello – tornato in carica lo scorso giugno – dopo aver visto un documentario su un museo delle farfalle, decide che quella struttura abbandonata e vandalizzata deve essere riqualificata e trasformarsi in qualcosa di unico. “Quel carcere in disuso, abbandonato ancor prima di nascere quando la procura traslocò da Gangi – racconta il sindaco a Le Vie dei Tesori – è il luogo ideale per un progetto di questo tipo, che sarà un unicum nel mondo”.

Il progetto redatto dall’architetto Maria Alessandro, in un primo tempo, era parte del Pist “Madonie-Termini” con capofila il Comune di Gangi, ma non venne finanziato. “Adesso, scorrendo le graduatorie – prosegue Ferrarello – è stato inserito in un canale di finanziamento attraverso l’assessorato regionale ai Beni Culturali e a breve dovrebbe arrivare il decreto”. Il progetto prevede due lotti: il primo da 3,6 milioni, che comprende la maggior parte dei lavori; l’altro di 500mila euro per realizzare una foresteria che non sarebbe, però, coperto dai finanziamenti. “Quando arriverà il decreto per il primo lotto, contiamo di finanziare la restante parte direttamente con fondi comunali”, sottolinea il sindaco.

Così, se tutto procederà come previsto, nell’arco di un paio d’anni, le dodici celle del carcere, diventeranno camere d’albergo con 24 posti letto. Oltre alla foresteria, prevista anche la realizzazione di un ristorante, un parcheggio, spazi per laboratori e attività per le gli alunni delle scuole. Le stanze delle guardie diventeranno alloggi per il personale, mentre un intervento di rigenerazione con alberi e verde interesserà le mura di cinta esterno. Gli spazi adibiti a museo con le voliere delle farfalle si troveranno all’esterno, tra le mura e l’edificio.

Una nuova vita per il carcere che, lo scorso novembre, ha ospitato anche le riprese del nuovo film di Pasquale Scimeca dedicato al giudice Cesare Terranova, ucciso dalla mafia insieme al maresciallo Lenin Mancuso, il 25 settembre del 1979. “Non sarà il solito museo che gestisce un ente pubblico – puntualizza il primo cittadino – vogliamo creare anche posti di lavoro e renderlo sostenibile economicamente, al di là del costo del biglietto. L’idea è di darlo in gestione a privati attraverso un regolare bando e trasformarlo in uno dei nostri fiori all’occhiello. Una possibilità in più per dare un futuro a questa terra, puntando su cultura e turismo”.