Il reperto, risalente al VI secolo avanti Cristo, è stato rinvenuto nelle acque di San Leone dai volontari del gruppo subacqueo dell’associazione BCsicilia
di Redazione

Nuova scoperta archeologica nel mare di Agrigento. Un’ancora di pietra è stata rinvenuta nelle acque di San Leone dai volontari del gruppo subacqueo dell’associazione BCsicilia. Si tratta di un’ancora litica di forma ovoidale con un foro distale, di dimensioni di 55 per 77 centimetri, risalente probabilmente al VI secolo avanti Cristo. La scoperta si deve ad un componente del gruppo subacqueo di BCsicilia, Francesco Urso, ed è avvenuta durante un’escursione. “Come da protocollo – fanno sapere dall’associazione – il reperto è stato documentato e ne è stata rilevata la posizione, ma lasciato nella sua sede originaria. È stata immediatamente avvertita la Soprintendenza del Mare per le opportune verifiche e decidere se recuperare o lasciare in situ il reperto. BCsicilia metterà a disposizione dell’amministrazione, se richiesto, i propri subacquei sia per l’individuazione del reperto sia per l’eventuale recupero”.

La scoperta arriva a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Antiquarium del mare della Valle dei Templi, voluto dall’archeologo e assessore Sebastiano Tusa, e dedicato a Daniele Valenti, funzionario della Soprintendenza e tecnico subacqueo, recentemente scomparso. Il progetto nasce dalla volontà di Tusa e dall’impegno comune del Parco, della Soprintendenza di Agrigento e della Soprintendenza del Mare, di realizzare uno spazio dedicato all’archeologia subacquea.

Per Gaetano Lino, già dirigente della Soprintendenza del mare e oggi responsabile del Gruppo subacqueo di BCsicilia: “La realizzazione di un Antiquarium del Mare all’interno del Parco Valle dei Templi di Agrigento costituisce il perfetto completamento per un territorio profondamente legato al mare fin dai tempi degli antichi greci. Averlo dedicato al caro amico e collega Daniele Valenti avvalora il fatto che gli studi e i lavori di archeologia subacquea abbiano avuto fruttuoso inizio ad Agrigento grazie alla sua attività competente e appassionata. Credo che questo sia il miglior riconoscimento del suo importante contributo, che lo consacra, in un certo senso, all’immortalità”.