Tra torri sul mare e villini liberty, Trapani svelata con Le Vie dei Tesori

Il festival torna nel capoluogo nei tre weekend dal 10 al 25 settembre con sedici luoghi, esperienze e passeggiate. Apre la Prefettura, con le sue sale decorate e le numerose opere d’arte, e la Ducale Marmi a Custonaci. La visita alla Colombaia quest’anno si trasforma in esperienza di narrazione e si potrà entrare nella bottega di Platimiro Fiorenza, maestro del corallo

di Redazione

La Colombaia

Sciorina villini liberty e palazzi neoclassici, indossa i suoi coralli, apre la Prefettura e va alla ricerca di tonnare e torri di guardia che per secoli l’hanno difesa dai barbareschi. Le Vie dei Tesori torna a Trapani, che come ogni anno sarà visitabile con un unico coupon insieme alle vicine Marsala e Mazara del Vallo. Si parte sabato 10 settembre e si va avanti per tre weekend, sempre sabato e domenica, fino al 25 settembre (qui il programma completo di Trapani) . Tre fine settimana, per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza”, che cerca di scrollarsi di dosso le restrizioni e le paure post Covid: per due anni, quando la pandemia ha costretto festival e rassegne a rimandare o rinunciare ai programmi, Le Vie dei Tesori ha scelto di provarci lo stesso, riscrivendo ogni visita e ogni percorso nel segno della sicurezza, privilegiando luoghi all’aperto, sostituendo le visite guidate con audioguide d’autore ascoltabili dal proprio smartphone. Oggi che la normalità sembra riacquistata, si torna felicemente allo storytelling nei luoghi, alle visite condotte dai giovani, al racconto delle comunità che si riappropriano degli spazi.

Trapani

“Trapani non conosce i suoi tesori e io stesso trovo sempre luoghi nuovi – dice il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida – dobbiamo guardare oltre, in maniera sistemica, per comporre un’offerta interessante per chi arriva e poi racconterà ad altri, innestando una catena di valorizzazione che inevitabilmente ricadrà sul territorio”. “Preferiamo sempre parlare delle Vie dei Tesori come della proposizione di un modello – dice il presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, Laura Anello – Un luogo non raccontato è un luogo muto: il festival supera campanilismi, attraversa i luoghi e crea reti con la collaborazione di istituzioni e privati. È un progetto per i cittadini che recuperano il valore della comunità”.

E quest’anno Le Vie dei Tesori sono di nuovo pronte alla sfida: con i Borghi dei tesori che hanno fatto per la seconda volta da apripista – piccoli centri riuniti in una rete sotto l’egida della Fondazione Le Vie dei Tesori sposandone il format; si è appena concluso il festival che ha aperto le porte a una folla festante di visitatori, offrendo chiese, castelli, monasteri, sorgenti, cantine e tanto altro – ecco le prime otto città del 2022 pronte a scendere in campo. Le prime a settembre, oltre alle tre città del Trapanese, sono Bagheria e Termini Imerese, poi Messina, Enna e Caltanissetta. A ottobre toccherà a Carini, Cefalù, Alcamo, Ragusa e Scicli, e naturalmente Palermo e Catania.

Torre campanaria di San Domenico

Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti: ed è cresciuto ogni anno. Riconquiste per i cittadini e occasioni imperdibili per i turisti. Ma è soprattutto una manifestazione che costruisce reti, e sul posto lavora in stretta collaborazione con i rispettivi Comuni. Con Unicredit come main sponsor – “Una banca vicina al territorio non poteva non sostenere questo festival” dce Sandro Nocera, direttore mercato Trapani Mattarella – Le Vie dei Tesori ha saputo creare sinergie e dialogo con Regione, atenei, diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari, con il sostegno di Poste Italiane. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione delle centinaia di giovani che ogni anno si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, esperti del territorio, giornalisti che si mettono in gioco per “far parlare” i luoghi.

IL PROGRAMMA DI TRAPANI

Cave Ducale a Custonaci

Trapani si fa bella e apre ville e villini; si sente elegante e si veste di corallo; ma non dimentica le mani dei suoi lavoratori. Il nuovo viaggio dentro la città fa tesoro di molte esperienze precedenti, richieste a gran voce dal pubblico. Sedici siti, alcuni inediti, molti altri graditi ritorni (qui per prenotare le visite ai luoghi), composti in un unico programma da Emanuele Barbara, come la visita speciale che attende chi sceglie la Prefettura, con le sue sale decorate e le numerose opere d’arte. L’anno scorso è stata una new entry, quest’anno replica: la Ducale Marmi a Custonaci, da raccontare sulla scia della storia degli scalpellini che alla fine della guerra, con Trapani distrutta, dovettero attingere a nuove cave sul territorio. Ma se si vuole veramente conoscere un’arte antica, allora bisogna sedersi di fronte Platimiro Fiorenza, tesoro dell’umanità: dalle sue mani il corallo ne esce vivo e morbido, la sua bottega è un pozzo di storie, con un progetto da costruire.

Eccoci alle residenze: apre Palazzo Riccio di Morana, oggi sede della Presidenza della Provincia regionale di Trapani. Sulla sua facciata neoclassica, voluta da don Giacomo Riccio, barone di Sant’Anna ed Arcudaci, spiccano alcune statue che rappresentano le virtù morali della famiglia dei Morana. Un altro gioiello è Palazzo Montalto: progettato negli anni Venti del secolo scorso dall’architetto trapanese Francesco la Grassa per il notaio Giacomo Montalto, è un exploit di ferro battuto, decorazioni floreali e vetri, ringhiere e volute, rosette e tralci: Liberty allo stato puro, soprattutto nell’esuberante appartamento del giudice Gian Giacomo Ciaccio Montalto che morirà ucciso da Cosa Nostra.

Interni di Villa Aula

Due le ville che fanno parte del circuito: Villa Aula è a pochi passi dall’antica via Fardella, popolata dai sontuosi palazzi dei nobili trapanesi. È una signorile ed elegante residenza di fine Ottocento fatta costruire dall’architetto Gaspare Incagnone, amministratore delegato dei Florio, che ovviamente attinse al loro stile, a partire dalle vetrate del Bevilacqua e del Gregoretti. E il Villino Nasi, gioiello Art Nouveau che spicca sulla lingua di terra, tra Torre di Ligny e la Colombaia, di fronte allo scoglio Palumbo. La costruzione della villa, che la città di Trapani volle donare al suo concittadino, l’ex ministro Nunzio Nasi, iniziò nel 1898. L’interno è ancora arredato con mobili d’epoca e pezzi d’arte tra cui un busto di Nasi di Ettore Ximenes, ma ospita l’istituto universitario di Biologia marina.

La Tonnara di Bonagia a Trapani

E visto che siamo in zona, non lasciatevi scappare la Torre della Colombaia che quest’anno si trasforma in esperienza di narrazione delle antiche carceri che si raggiungono solo in barca; o anche la Torre di Ligny, costruita nel 1671 per difendere la costa esposta alle incursioni dei corsari barbareschi. Un secolo dopo sivedevano ancora i cannoni installati sul tetto. Durante la guerra divenne postazione antiaerea. Restaurata nel 1979, ospita il Museo civico, e una collezione di archeologia marina. Fuori dal centro storico, si raggiungerà il museo della Pesca dentro la Tonnara Bonagia. Si potrà godere della vista incomparabile dal campanile di San Domenico e a Palazzo D’Alì si perderà il conto delle finestre e si potrà assistere alla visita teatralizzata con protagonista donna Clotilde che abitò queste stanze (a cura degli Amici del Museo Pepoli).

La Cappella della Mortificazione a Trapani

Andiamo alle chiese: dalla più imponente, la cattedrale di San Lorenzo, alla sontuosamente barocca Cappella della Mortificazione, vera iconografia da “regno della morte” al Collegio dei Gesuiti con una commovente Immacolata del Marabitti alla chiesa delle Anime Sante del Purgatorio con la tomba del famoso architetto (a cui si deve gran parte dei palazzi e delle chiese di Trapani) Giovanni Biagio Amico; la chiesa di San Domenico, nella parte più alta del centro storico, edificata dai Domenicani. Sulla facciata accoglie un bellissimo rosone del Trecento. All’interno della chiesa, l’affresco di ispirazione bizantina della Madonna del Latte; un raro esempio di Crocifisso doloroso gotico considerato miracoloso che sembra arrivi dalla Palestina e la bellissima Cappella dei Crociati, orientata verso Gerusalemme.

LE PASSEGGIATE

La Torre di Ligny

Sono tre le passeggiate in programma: la prima, condotta da Renato Lo Schiavo, seguirà le orme di uno scrittore vittoriano, Samuel Butler che rilesse l’Odissea ambientandola tra le Egadi e Pantelleria. La seconda, condotta dall’ex direttore del Museo Pepoli e del Museo Riso, oggi al parco archeologico di Segesta, Luigi Biondo, rintraccerà la simbologia di una Trapani nascosta, da scoprire “a naso in su”. Infine, sullautobus di linea, si potrà raggiungere la riserva orientata delle saline di Nubia, regno della Calendula maritima, della fascinosa Salicornia, popolato da fenicotteri rosa, spatole, aironi bianchi, garzette, falchi di palude, avocette, Cavalieri d’Italia, fraticelli, calandrelle.

COME PARTECIPARE

È stata istituita ovunque la prenotazione on line, che non è obbligatoria ma caldamente consigliata: per quel che riguarda le visite nei luoghi basterà acquisire il coupon su www.leviedeitesori.com o all’info point allestito a Trapani a Palazzo D’Alì, piazza Municipio, tutti i giorni dalle 9 alle 18. Per passeggiate ed esperienze, prenotazioni e coupon sul sito internet (senza la garanzia di trovare posto) sui luoghi di raduno. Per informazioni telefonare allo 091 8420004, tutti i giorni dalle 10 alle 18.

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