Dal 3 al 13 novembre racconti, performance e suggestioni dall’antica Persia, da Egitto, Inghilterra, Spagna, Israele. Senza dimenticare la Sicilia, né le altre forme d’arte: scrittura, illustrazioni d’autore, film, musica, proiezioni e seminari
di Redazione

Bisognerà portare con sé un bagaglio molto grande, per riempirlo di tutte le emozioni del Festival di Morgana, edizione 47, che partirà proprio domani, giovedì 3 novembre alle 11, al Museo delle Marionette di Palermo e proseguirà fino al 13 novembre.
E se il primo viaggio sarà verso la Spagna, con lo spettacolo per burattini e attori El hombre cigüeña, sarà tutto un levare e mettere le ancore. Alla scoperta di una narrazione che ha al centro terre antiche come la Persia, l’Egitto, Israele: terre che per il racconto sono insieme radici e ali. Da questi luoghi remoti e misteriosi spesso si sono infatti diffusestorie in forma scritta e orale che hanno sorvolato tempi e spazi, fino ad approdare a noi con le ali d’oro della narrazione, fino a diventare un’unica storia universale.

La narrazione persiana e le sue declinazioni saranno infatti oggetto di un seminario e di spettacoli unici e affascinanti come il Naqqāli e il Pardeh-khāni, che sapranno portare non solo il racconto ma anche l’atmosfera e le suggestioni dei narratori.
E i pupi siciliani? Non possono mancare: c’è Bradamante, ci sono Perseo e Medusa e Marfisa, valentissima guerriera pagana, che arriva addirittura a diventare imperatrice di Persia. Ecco un’altra terra di racconti millenari: l’Egitto, che al festival di Morgana porta l’epopea della tribù beduina dei Bānū Hilāl, Al-Ṣīra al-Hilāliyya, l’unica ad essere ancora eseguita nella sua forma musicale integrale.

E poi c’è la storia d’amore di Khosrow e Shirin, innamorati e apparentemente troppo diversi, divisi da due tende e uniti dalla musica. Ancora dalla Persia, ecco l’intrepida Gordāfarid, simbolo della forza delle donne iraniane. Una tenacia che diventa forza educatrice e rivoluzionaria, come nella proiezione Palloncino bianco di Jafar Panahi, con la sua storia vietata dall’Iran prerivoluzionario perché troppo libera.
Si torna in Sicilia, infine, con il libro Le storie cantate di Peppino Castello di Mario Incudine, pubblicato dalle Edizioni Museo Pasqualino. Uno studio e una riscoperta, cui parteciperà anche l’artista Moni Ovadia, che riscopre una figura poco nota e si interroga sul ruolo e sulle sorti del narratore.

Oltre al Museo delle Marionette, i luoghi del festival saranno anche la Chiesa di San Mattia Apostolo dei Crociferi, la Chiesa dei Santissimi Euno e Giuliano e l’Istituto scolastico Rita Borsellino di Piazza Magione. “Questa nuova edizione del Festival di Morgana – afferma Rosario Perricone, direttore del Museo delle Marionette – scava nelle profondità di racconti e storie che, riproposti instancabilmente in tempi e spazi talvolta lontani, sono custodi di antichi saperi e al contempo catalizzatori e manifestazione aperta dei bisogni, delle paure, dei sogni e dei desideri di chi ancora una volta, o per la prima volta, vi si imbatte”.