Palermo ospita la seconda edizione del festival internazionale dedicato ai popoli e alle culture dei paesi che si affacciano sul mare. Un mese di eventi trasversali tra musica, teatro e mostre
di Redazione

Apertura, accoglienza e unione, sono questi alcuni dei temi centrali attorno ai quali nasce e si sviluppa BAM, la Biennale Arcipelago Mediterraneo, che alzerà il sipario domani, 6 novembre, a Palermo, che vede ancora una volta il capoluogo siciliano in prima linea come città-modello di un luogo d’incontro e di scambio. La seconda edizione della manifestazione, dal titolo ÜberMauer è stata presentata questa mattina nell’aula consiliare del Palazzo delle Aquile e fino all’8 dicembre animerà e coinvolgerà tutte le realtà interculturali cittadine e non necessariamente solo spazi dedicati all’arte e alla cultura, con un programma a cura della Fondazione Merz, di European Alternatives al fianco dei quali si svilupperanno eventi e sinergie con il territorio grazie all’iniziativa BAM – Palermo (qui il programma completo della manifestazione).

Alla presentazione dell’evento hanno partecipato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando; l’assessore alle Culture, Adham Darawsha; l’ideatore e direttore artistico di BAM, Andrea Cusumano; la presidente della Fondazione Merz e curatrice del programma Punte Brillanti di Lance, Beatrice Merz; il fondatore di European Alternatives e curatore di Transeuropa Festival, Lorenzo Marsili, la soprintendente dei Beni culturali di Palermo, Lina Bellanca e il direttore del Sistema Museale di Ateneo, Paolo Inglese.
Quello di BAM è un festival internazionale di teatro, musica e arti visive dedicato ai popoli e alle culture dei Paesi che si affacciano sul mare, incentrato sulle tematiche dell’accoglienza e del dialogo. Tantissime location sparse nel centro storico di Palermo, faranno da basi a un grande evento diffuso all’insegna della contaminazione, del dialogo, capace di abbracciare i popoli del mondo, attraverso esperienze ricche di significato provenienti da: Turchia, Germania, Olanda, Iraq, Gran Bretagna, Cuba, Palestina, Libano, Messico, Cile, India, Iran, Israele e Albania.

Nel titolo di questa seconda edizione ÜberMauer, parafrasando il nietzschiano Übermensch, c’è già l’invito all’unione e alla condivisione, a quella necessità di apertura verso l’altro, andare dunque oltre ogni muro, non a caso il mese di inizio della Biennale è stato scelto per ricordare la caduta del muro di Berlino avvenuta il 9 novembre del 1989. A tal proposito, il logo di quest’anno è proprio una taurocatapsia minoica che introduce già visivamente l’idea di una città come Palermo che prende il toro per le corna.
L’edizione di quest’anno si arricchisce della partecipazione di Transeuropa Festival, uno dei festival artistici e politici transnazionali più longevi d’Europa. Fondato nel 2007 a Londra, Transeuropa si svolge ogni due anni in una città europea diversa. Dopo Belgrado (2015) e Madrid (2017), l’edizione del 2019 approderà a Palermo in collaborazione con BAM, a testimonianza dell’impegno della città sui temi dell’accoglienza e del dialogo. Tra le tante iniziative, la mostra multimediale, New Unions, di Jonas Staal e il teatro sociale di Milo Rau, con il live-act Il Nuovo Vangelo.

La Fondazione Merz porterà in scena 18 artisti internazionali, italiani e del territorio che hanno elaborato progetti site-specific,

“Palermo apre le braccia al Mediterraneo – afferma il sindaco Orlando – . Questa biennale parte dalla concezione che il Mediterraneo non sia un mare che divide ma un arcipelago o un continente di acqua che unisce e che sempre più deve unire i popoli che lo abitano. L’arte ci ha dimostrato troppe volte di essere più avanti della politica, essa esprime libertà e promuove convivenza pacifica fra gli esseri umani, perché tenta costantemente di coglierne la natura, tutti diversi perché esseri umani e tutti uguali perché esseri umani”.