Il tesoro della Cattedrale come non l’avete mai visto

I preziosi ori, argenti e paramenti sacri vengono presentati in un nuovo percorso espositivo. Si potrà ammirare l’antica abside sinistra della chiesa, mai aperta finora

di Alessandra Turrisi

La corona dell’imperatrice torna nei luoghi che usava frequentare all’inizio del 1200. È la calotta coperta di filigrana d’oro e decorata con gemme preziose e perle il pezzo più prezioso del tesoro della Cattedrale di Palermo, che dedica a questo monile realizzato nell’opificio di Palazzo Reale per Costanza d’Aragona, la prima moglie di Federico II, la nuova sala del nuovo allestimento.

Calice e mitra (foto: Salvo Gravano)

La teca espositiva è posta al centro dell’antica abside sinistra dell’edificio normanno, mai aperta fino a questo momento, perché per secoli vietata alla vista da solai e superfetazioni. È questa la scoperta più bella che troveranno i visitatori del percorso che dalla cripta conduce al tesoro, passando dall’abside che il grande restauro in stile neoclassico di Ferdinando Fuga avviato nel 1781 ha tagliato fuori, nascondendola dietro alla cappella del Santissimo Sacramento. Il nuovo percorso espositivo viene presentato oggi alle 18,30 alla presenza, tra gli altri, dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice.

Recenti opere di restauro della Soprintendenza ai beni culturali di Palermo e i lavori voluti e finanziati dal parroco della Cattedrale, monsignor Filippo Sarullo, hanno consentito di riscoprire pitture normanne negli archetti di un alto loggiato, riaprire le grandi finestre sulla parete che guarda via dell’Incoronazione, recuperare ed esporre porzioni dell’originale trono normanno e altri reperti dell’epoca a cui risale l’impianto del monumento inserito nell’itinerario arabo-normanno patrimonio dell’Unesco.

Maria Concetta Di Natale, Filippo Sarullo e Lina Bellanca (foto: Salvo Gravano)

“In questo modo si potranno visitare i tetti, la cripta, il tesoro e le absidi dell’epoca normanna senza dover tornare indietro una volta avviato il percorso”, afferma la soprintendente Lina Bellanca. E sarà d’obbligo immergersi nello splendore di calici, reliquiari e ostensori, esposti nelle sale del tesoro dedicate principalmente al culto di Santa Rosalia, la patrona di Palermo, con un filo conduttore pensato dalla curatrice scientifica Maria Concetta Di Natale, che esclama: “Abbiamo svuotato le casseforti della Cattedrale”.

I preziosi ori, argenti e paramenti sacri vengono presentati in un nuovo percorso espositivo. Si potrà ammirare l’antica abside sinistra della chiesa, mai aperta finora

di Alessandra Turrisi

La corona dell’imperatrice torna nei luoghi che usava frequentare all’inizio del 1200. È la calotta coperta di filigrana d’oro e decorata con gemme preziose e perle il pezzo più prezioso del tesoro della Cattedrale di Palermo, che dedica a questo monile realizzato nell’opificio di Palazzo Reale per Costanza d’Aragona, la prima moglie di Federico II, la nuova sala del nuovo allestimento.

Calice e mitra (foto: Salvo Gravano)

La teca espositiva è posta al centro dell’antica abside sinistra dell’edificio normanno, mai aperta fino a questo momento, perché per secoli vietata alla vista da solai e superfetazioni. È questa la scoperta più bella che troveranno i visitatori del percorso che dalla cripta conduce al tesoro, passando dall’abside che il grande restauro in stile neoclassico di Ferdinando Fuga avviato nel 1781 ha tagliato fuori, nascondendola dietro alla cappella del Santissimo Sacramento. Il nuovo percorso espositivo viene presentato oggi alle 18,30 alla presenza, tra gli altri, dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice.

Maria Concetta Di Natale, Filippo Sarullo e Lina Bellanca (foto: Salvo Gravano)

Recenti opere di restauro della Soprintendenza ai beni culturali di Palermo e i lavori voluti e finanziati dal parroco della Cattedrale, monsignor Filippo Sarullo, hanno consentito di riscoprire pitture normanne negli archetti di un alto loggiato, riaprire le grandi finestre sulla parete che guarda via dell’Incoronazione, recuperare ed esporre porzioni dell’originale trono normanno e altri reperti dell’epoca a cui risale l’impianto del monumento inserito nell’itinerario arabo-normanno patrimonio dell’Unesco.

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