Sogni, pupi e burattini: torna il Festival di Morgana

Il teatro d’immagine del Mediterraneo è il tema dell’edizione 2021, presentata al Museo Pasqualino di Palermo. Dall’11 al 21 novembre, laboratori, convegni, mostre, spettacoli in prima nazionale e assoluta, tra tradizione e contemporaneità

di Redazione

Ci saranno le compagnie da Francia, Israele, Spagna, Tunisia e Turchia e ci sarà un pezzo importante di Italia con la Sicilia, la Campania e la Sardegna. Sarà un racconto a più voci, un gioco di trame e orditi che si fa tessuto narrativo di una comunità transnazionale e multietnica, l’edizione numero 46 del Festival di Morgana, in alcuni dei luoghi più significativi della città. Il tema è il teatro d’immagine del Mediterraneo, che incrocerà laboratori, convegni, mostre, spettacoli in prima nazionale e assoluta tra tradizione e contemporaneità in un unico lungo respiro, dall’11 al 21 novembre (qui il programma completo).

The Train Theater, “Rain Bird”

I confini? Non esistono. C’è invece il Mediterraneo, il grande mare che accoglie, con tutti i suoi paesaggi e i volti, i suoi mille caratteri e i narratori. E le infinite declinazioni del teatro d’immagine. Animato da burattini, marionette e pupi, certo, ma anche da altre creature fantastiche (donne e uomini compresi) eppure tenacemente attaccate al mondo, ai suoi sogni, ai suoi drammi. È una narrazione di corpi, parole, strumenti, voci e sperimentazioni, il Festival di Morgana 2021, anno che segna finalmente il suo ritorno in presenza. Il festival è stato presentato in conferenza stampa stamattina al Museo delle marionette Antonio Pasqualino. Hanno partecipato l’assessore alle Culture del Comune di Palermo, Mario Zito e l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà.

 

Pitrè e i Paladini di Francia

Nel corso della conferenza stampa è stato reso noto il programma molto intenso che porterà spettacoli, performance, seminari, convegni, laboratori in alcuni dei luoghi più rappresentativi e suggestivi di Palermo: il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, la Chiesa di San Mattia Apostolo dei Crociferi, la chiesa dei Santissimi Euno e Giuliano, il Teatro Agramante e il Teatro Carlo Magno. Difficile, se non impossibile, raccontare in poche righe temi e protagonisti: ci sono le ombre turche di Cengiz Özek, la performance della compagnia Domia Production, la compagnia The train theatre, da Israele, con The Rain Bird, che sviluppa una tematica insieme forte e dolcissima che lega ambiente e capacità di ascolto; c’è, dalla Spagna, David Espinosa, che con Calle Sombra affronta il tema dell’esistenza; ci sono il teatro d’immagine della compagnia francese Samoloet e le marionette “sociali” con OperettAlzheimer di Marzia Gambardella, che farà anche un laboratorio per attori.

Gaetano Costa, “Colatura#13”

Per la Sicilia, tra gli altri, ecco le famiglie di pupari Napoli, Argento e Mancuso; i performer Giuseppe Muscarello, Gaetano Costa e Francesco Impellizzeri e poi la compagnia Babel Crew, che completa la trilogia su Giuseppe Pitrè. E lo spettacolo della Compagnia Piccoli Pupari, in cui i figli dei pupari raccolgono il testimone per un emozionante racconto corale di Il duello di Orlando e Rinaldo per amore della bella Angelica, con la regia di Enzo Mancuso.

Una scena di “OperettAlzheimer”

Un abbraccio continuo, continui rimandi tra tradizione e nuove istanze percorrerà mostre, convegni, workshop: la mostra sulle tavole dipinte da Emilio Murdolo, un webinar internazionale promosso dalla Columbia University su “L’epica mondiale nel teatro di figura: Italia, India, Iran, Giappone”, che farà la sua prima tappa proprio al Festival di Morgana e un convegno internazionale di tre giorni “Il teatro e la festa. Il tempio, la piazza, la scena”, organizzato in collaborazione con la Fondazione Ignazio Buttitta. Perché “Teatro d’immagine del Mediterraneo” vuole essere il primo passo di un festival storico come quello di Morgana, eppure sempre capace di rinnovarsi – come questa prima nuova edizione in presenza dimostra – attraverso il teatro, il racconto, la riflessione critica e la partecipazione. Le forme più antiche e insieme rivoluzionarie del sapere per immaginare le società che verranno.

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