Nel corso dell’inaugurazione del relitto di Marausa, a Marsala, è arrivata anche qualche frase polemica del governatore sul caso dello scalo di Birgi
di Maria Matranga

“Serve personale preparato, sorridente, vestito in modo dignitoso, disponibile. E così spesso non è. Ricevo tante proteste rispetto a questo museo, e non solo a questo”. C’è anche spazio per qualche stoccata da parte del presidente della Regione, Nello Musumeci, alla commossa inaugurazione della nave di Marausa, ultimo progetto dell’assessore scomparso Sebastiano Tusa.
“Non ci vuol molto a fare un corso di inglese e imparare i fondamentali per stare alla biglietteria di un museo – ha aggiunto Musumeci – l’ho fatto io per sapermi orientare negli alberghi, lo deve fare anche il personale. Che deve essere all’altezza del compito e non pensare che lo stipendio gli sia garantito comunque perché ci sono i sindacati che lo difendono. Capisco che in questa terra è facile guadagnare consensi se prometti di stabilizzare 45mila precari, se dai pensioni di invalidità a chi non è invalido, se distribuisci biglietti da visita promettendo posti di lavoro senza concorso, ma io vado per la mia strada a costo di essere impopolare”.

Qualche scintilla, presto sedata, anche sul tema scottante dell’aeroporto di Trapani Birgi, diventato uno scalo fantasma dopo l’addio di Ryanair. “I passeggeri arrivano non soltanto se c’è un aeroporto ma compagnie aeree disposte a trasportare i passeggeri – ha detto Musumeci – . Il problema dell’aeroporto di Birgi ce lo siamo trovati appena insediati, quando ci passavano quattrocentomila passeggeri. Abbiamo tirato fuori decine di milioni per mantenerlo in vita. Ma queste compagnie spesso sono fatte da pirati, ricattano costantemente ed è quello che è avvenuto a trapani. Perché quando è stata chiamata dall’aeroporto di Palermo che le ha offerto qualcosa in più lei ha salutato e ha detto: ciao me ne vado. Come si fa a fare questa competizione tra elefante e topolino? Mettendoli insieme, dentro un’unica società. Quello che stiamo cercando di fare. Se non ci crea una sola società il grande mangerà sempre il piccolo e non basterà denaro pubblico per tenere aperto l’aeroporto di Birgi. Lo ha capito Comiso che sta facendo società con Catania. E visto che il Comune di Palermo sta dicendo di no alla possibilità di ‘caricare sulle sue spalle’ quello di Trapani, vuol dire che faremo società con Catania e Comiso. Ma questo non basta: i turisti arrivano se c’è un prodotto capace di diventare attrattivo. E serve un’offerta diversificata: servono accoglienza, segnaletica, cartine illustrate, enogastronomia. Aiutatemi tutti a recuperare questo relitto che si chiama Regione Siciliana”.
Parole che hanno innescato qualche protesta dalla platea: “Sull’aeroporto non siamo d’accordo, presidente”, ha urlato qualcuno dalla platea. Polemica subito fermata dal palco: “Siamo qui per onorare la memoria di un grande siciliano, Sebastiano Tusa, non è il luogo per protestare”.
Nel corso dell’inaugurazione del relitto di Marausa, a Marsala, è arrivata anche qualche frase polemica del governatore sul caso dello scalo di Birgi
di Maria Matranga

“Serve personale preparato, sorridente, vestito in modo dignitoso, disponibile. E così spesso non è. Ricevo tante proteste rispetto a questo museo, e non solo a questo”. C’è anche spazio per qualche stoccata da parte del presidente della Regione, Nello Musumeci, alla commossa inaugurazione della nave di Marausa, ultimo progetto dell’assessore scomparso Sebastiano Tusa.

“Non ci vuol molto a fare un corso di inglese e imparare i fondamentali per stare alla biglietteria di un museo – ha aggiunto Musumeci – l’ho fatto io per sapermi orientare negli alberghi, lo deve fare anche il personale. Che deve essere all’altezza del compito e non pensare che lo stipendio gli sia garantito comunque perché ci sono i sindacati che lo difendono. Capisco che in questa terra è facile guadagnare consensi se prometti di stabilizzare 45mila precari, se dai pensioni di invalidità a chi non è invalido, se distribuisci biglietti da visita promettendo posti di lavoro senza concorso, ma io vado per la mia strada a costo di essere impopolare”.
Qualche scintilla, presto sedata, anche sul tema scottante dell’aeroporto di Trapani Birgi, diventato uno scalo fantasma dopo l’addio di Ryanair. “I passeggeri arrivano non soltanto se c’è un aeroporto ma compagnie aeree disposte a trasportare i passeggeri – ha detto Musumeci – . Il problema dell’aeroporto di Birgi ce lo siamo trovati appena insediati, quando ci passavano quattrocentomila passeggeri. Abbiamo tirato fuori decine di milioni per mantenerlo in vita. Ma queste compagnie spesso sono fatte da pirati, ricattano costantemente ed è quello che è avvenuto a trapani. Perché quando è stata chiamata dall’aeroporto di Palermo che le ha offerto qualcosa in più lei ha salutato e ha detto: ciao me ne vado. Come si fa a fare questa competizione tra elefante e topolino? Mettendoli insieme, dentro un’unica società. Quello che stiamo cercando di fare. Se non ci crea una sola società il grande mangerà sempre il piccolo e non basterà denaro pubblico per tenere aperto l’aeroporto di Birgi. Lo ha capito Comiso che sta facendo società con Catania. E visto che il Comune di Palermo sta dicendo di no alla possibilità di ‘caricare sulle sue spalle’ quello di Trapani, vuol dire che faremo società con Catania e Comiso. Ma questo non basta: i turisti arrivano se c’è un prodotto capace di diventare attrattivo. E serve un’offerta diversificata: servono accoglienza, segnaletica, cartine illustrate, enogastronomia. Aiutatemi tutti a recuperare questo relitto che si chiama Regione Siciliana”.
Parole che hanno innescato qualche protesta dalla platea: “Sull’aeroporto non siamo d’accordo, presidente”, ha urlato qualcuno dalla platea. Polemica subito fermata dal palco: “Siamo qui per onorare la memoria di un grande siciliano, Sebastiano Tusa, non è il luogo per protestare”.