Scoperto un antico relitto al largo di Siracusa

Il ritrovamento è avvenuto nel corso di alcune immersioni subacquee di esplorazione e documentazione storica, coordinate dalla Soprintendenza del Mare

di Redazione

Nuovi tesori affiorano dai fondali siciliani. Dopo il relitto romano scoperto nei giorni scorsi nei fondali di Ustica (ve ne abbiamo parlato qui), è stato individuato dalla Soprintendenza del Mare un sito archeologico sommerso al largo di Ognina, a Siracusa. Nell’area – fanno sapere dall’assessorato regionale ai Beni culturali – è stato rinvenuto il relitto di una nave oneraria, ovvero un’imbarcazione adibita a traffici commerciali, con all’interno un grosso carico di ceramiche da mensa di epoca tardo antica. Il ritrovamento è avvenuto nel corso di alcune immersioni subacquee di esplorazione e documentazione storica autorizzate e coordinate dalla Soprintendenza del Mare ed effettuate dai subacquei altofondalisti Fabio Portella e Stefano Gualtieri, con il contributo dell’associazione Capo Murro Diving Center di Siracusa.

I reperti nei fondali di Ognina

Il relitto – che è stato rinvenuto ad una profondità di circa 75 metri – si trova posizionato in un vasto areale caratterizzato da un fondale prevalentemente pianeggiante costituito da sabbia mista a fanghiglia. “Abbiamo disposto e coordinato il recupero di due reperti individuati dall’archeologo della Soprintendenza del Mare, Fabrizio Sgroi – dice la soprintendente Valeria Li Vigni – quali elementi diagnostici del carico del relitto sulla scorta di una sommaria descrizione degli scopritori. I due reperti, che presentano notevoli incrostazioni, consistono in una ciotola a doppio manico con coperchio e in una brocca a forma di campana. La Soprintendenza del Mare – dichiara Li Vigni – svolge da anni un lavoro capillare di sensibilizzazione e di collaborazione con i diving che ha fornito risultati sempre più incoraggianti e in costante evoluzione. A breve procederemo con la definizione di un rilievo sistematico del relitto per studiarlo più approfonditamente”.

La brocca recuperata dai fondali

I due reperti che rappresentano espressione di una ceramica da mensa priva di colore, farebbero pensare ad un insieme di ceramiche di origine africana databili intorno al IV secolo dopo Cristo. Va valutata, però – spiegano dall’assessorato ai Beni culturali – la possibilità che si tratti di una produzione locale di ceramiche da mensa, cosa che sarebbe attestata da fornaci presenti nel siracusano intorno al VI secolo dopo Cristo. La brocchetta rappresentava un bollitore a forma di campana a fondo convesso, da posizionare sulla brace con la funzione di riscaldare i liquidi; un centro di fabbricazione di questa particolare forma, che presenta forti influssi bizantini, è stato riscontrato in Nordafrica, in Tripolitania e in Tunisia.

La ciotola con coperchio

La ciotola con coperchio ha forma emisferica e un piccolo piede sul quale si innestano due anse probabilmente decorate, ma fortemente corrose dalla lunga permanenza a mare. Il coperchio presenta una presa a bottone piuttosto rozza. La localizzazione pone il relitto lungo la direttrice di uno dei due cavi elettrici che, nel 1912, sono stati messi in posa sul fondale dalla ditta Pirelli su commissione del governo italiano per collegare la Sicilia alla Libia con i due rispettivi approdi finali a Tripoli e Bengasi. “La collaborazione dei diving nell’individuazione del relitto – sottolinea l’assessore dei Beni culturali, Alberto Samonà – testimonia la bontà e l’efficacia di una politica di costante sensibilizzazione e promozione verso il territorio e l’enorme ricchezza sommersa”.

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