Durante i lavori per la realizzazione del collettore fognario, in via Colonna Rotta, è stato trovato uno scheletro con il corredo funebre risalente al Terzo secolo avanti Cristo. In corso ulteriori indagini della Soprintendenza
di Redazione

È stato scoperto per caso, come spesso avviene quando si scava sotto le strade di Palermo. Uno scheletro con un vasetto parte del corredo funebre è riaffiorato durante i lavori per la realizzazione del collettore fognario sud-est della città, in via Colonna Rotta nel cortile Criscione. I lavori di scavo, effettuati dal commissario straordinario per la Depurazione e coordinati dal rup Francesco Morga, sono in corso sotto la vigilanza, il controllo preventivo e la direzione tecnico-scientifica della Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo, diretta da Selima Giuliano, e in particolare della Sezione Archeologica.

Questa area, al di sotto di piazza Indipendenza, in stato di abbandono da decenni, sta confermando quanto già emerso da precedenti indagini condotte in anni recenti dalla Sezione archeologica della Soprintendenza in zone limitrofe. In particolare – durante i lavori per la realizzazione del passante ferroviario – in via Imera sono state messe in luce 116 cavità ipogeiche realizzate in un’epoca non precisabile, che vennero utilizzate come “butti” dal periodo islamico al periodo normanno.
Nel 2009 – durante gli scavi per il collettore fognario – nella parte nord–orientale di piazza Indipendenza venne individuata una tomba a camera databile alla prima metà del Terzo secolo avanti Cristo, che verrà sfondata da un pozzo che ha restituito materiali di età islamica. La sepoltura scoperta in questi giorni, dunque, rientra nell’area della necropoli punica. Proprio per tali ragioni, la Soprintendenza ha richiesto la sorveglianza archeologica in questa area così sensibile.
In questo momento – fanno sapere dalla Regione – si sta indagando un’area di circa 225 metri quadrati dove, asportati gli strati superficiali caratterizzati da materiali di risulta, si è messa in luce una porzione di cava che si ritiene sia stata utilizzata per l’estrazione di materiale da costruzione probabilmente già in età punica. Durante la prima metà del Terzo secolo avanti Cristo, ossia tra la fine del periodo punico e l’inizio del successivo periodo ellenistico, si vede un netto cambio d’uso: si tratta infatti di una tomba a fossa, scavata nella roccia, contenente uno scheletro in giacitura primaria con un vasetto di corredo, che attesta l’utilizzo della zona come sepolcreto.

Successivamente, vi sarà un’ulteriore attività estrattiva documentata dal fatto che di questa tomba si conserva solo la parte inferiore, con lo scheletro. Da ultimo l’area verrà frequentata in età medievale come dimostra il pozzo a pianta quadrata il cui riempimento ha restituito materiale di età islamica e normanna. Si tratta, ovviamente, di notizie assolutamente preliminari dal momento che gli scavi sono ancora in corso e solo la successiva analisi di tutti gli elementi potrà fornire una lettura.
“Questo ritrovamento – dichiara l’assessore regionale ai Beni cultural, Alberto Samonà – apre a nuovi interrogativi e offre opportunità di ulteriori ricerche in un territorio molto ricco di stratificazioni storiche. I nostri archeologi stanno effettuando approfondimenti e indagini che ci consentiranno una lettura più completa e puntuale del sito e del materiale emerso dallo scavo”.