Digitalizzato il patrimonio dell’architetto che disegnò il Politeama di Palermo, un fondo composto da migliaia di disegni, progetti e documenti
di Giulio Giallombardo

Un enorme patrimonio di documenti che racconta oltre 150 anni di storia. È l’archivio privato della famiglia Damiani di Palermo, il cui nucleo più importante è legato alla figura dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, uno degli esponenti più rappresentativi del neoclassicismo siciliano. Schizzi, studi preparatori e disegni, documenti per circa duemila unità archivistiche, oggi interamente consultabili online, grazie a un lavoro di digitalizzazione portato avanti in oltre quattro anni dagli eredi dell’architetto. Il fondo, conservato a Palermo dal nipote Mario Damiani, raccoglie anche l’archivio di famiglia, i documenti legati al lavoro di ingegnere di Francesco Damiani, figlio di Giuseppe, e quelli connessi alle attività letterarie di Eleonora Mancinelli e Angela Damiani Lanza, rispettivamente moglie e figlia di Giuseppe. A questi archivi si aggiunge poi, in anni più recenti, quello dell’architetto Anna Maria Fundarò, moglie di Mario Damiani, ultimogenito di Francesco.

Proprio Mario Damiani ha lavorato per rendere accessibile a tutti l’archivio del nonno, digitalizzando i documenti, mentre l’archivista Antonella D’Antoni si è occupata della parte scientifica, ricostruendo tutte le descrizioni, poi rese fruibili con l’utilizzo del programma Archimista e consultabili online con l’applicazione web gratuita e open source ArchiVista. Il progetto, realizzato con il coordinamento scientifico dell’architetto Paola Barbera, si è svolto inoltre sotto la vigilanza della Soprintendenza archivistica della Sicilia.
L’archivio online (consultabile dal sito www.archiviodamiani.it) è suddiviso in cinque sezioni, che documentano gli ambiti di attività dell’architetto e i suoi interessi, dall’attività scolastica e accademia a quella privata. Una sezione è dedicata all’attività professionale e altre due agli strumenti da disegno e ai materiali fotografici. Così, scorrendo tra le schede dell’archivio, si attraversa tutta l’opera dell’architetto, riassunta in circa quattromila immagini. A partire dai progetti sul Politeama Garibaldi di Palermo e sul Teatro Comunale di Siracusa, passando ai tantissimi monumenti civili, come la stele per le Tredici Vittime, il monumento a Ruggero Settimo o la stele di via Libertà, in piazza Mordini. Ci sono poi migliaia di documenti che raccontano le vicende siciliane negli anni dell’Unità d’Italia e ancora schizzi e appunti dell’architetto, opere e lavori per i privati, come cappelle e monumenti sepolcrali, progetti di restauro, nomine e attestati.

“All’avvio dei lavori di riordinamento, l’archivio era composto prevalentemente da disegni conservati all’interno di cinque cassettiere. La parte testuale dell’archivio era invece conservata in 30 faldoni dentro un armadio metallico”, si legge nella scheda introduttiva dell’archivio online. “Dopo uno studio attento delle fonti bibliografiche, si è iniziato il lavoro di schedatura analitica dei documenti conservati all’interno dei faldoni”. I documenti testuali, grafici e fotografici – viene spiegato dagli archivisti – “sono stati ordinati cronologicamente all’interno delle unità contenitore con l’eccezione di alcuni oggetti come i dipinti, le sculture, i modelli e gli strumenti da disegno, che pur appartenendo alle unità archivistiche hanno trovato una collocazione separata dal resto della documentazione”.

Un lavoro titanico che è arrivato sul web proprio nei giorni in cui il “virtuale” ha preso il sopravvento a causa della pandemia. “In questo periodo difficile – spiega Mario Damiani a Le Vie dei Tesori News – abbiamo voluto anche noi dare il nostro contributo per la cultura, rendendo disponibile a tutti il patrimonio professionale di mio nonno. Un archivio online che comprende tutto, dai progetti più importanti agli appunti sparsi, dagli strumenti di lavoro alle fotografie, non abbiamo trascurato nulla. È un lavoro archivistico assolutamente scientifico, che ci auguriamo possa essere utile per approfondire un pezzo di storia e architettura siciliana”.
(Tutte le immagini sono state concesse dall’Archivio Giuseppe Damiani Almeyda)