Ripulite da cumuli di rifiuti le misteriose grotte ricavate sotto il costone su cui poggia il maniero normanno. In corso anche gli interventi di ripristino del percorso naturalistico e archeologico lungo la Via Sacra
di Antonio Messina

Un’area abbandonata e ridotta a discarica da qualche giorno è divenuta sito di interesse archeologico, grazie ai lavori di bonifica portati a termine dall’amministrazione comunale di Enna. Si tratta dell’area di contrada Santa Ninfa, sottostante il Castello di Lombardia e a pochi passi dalla Rocca di Cerere e dal Museo multimediale del Mito, inserita all’interno di un’azione progettuale più ampia che consentirà alla città di beneficiare di una grande area a vocazione culturale e turistica per il rilancio socioeconomico del capoluogo. È di qualche settimana fa, infatti, la notizia di un finanziamento di 3 milioni e 600mila euro, con fondi del Pnrr, per la valorizzazione degli spazi esterni al maniero normanno e prossimi alle emergenze archeologiche di epoca greco-romana e bizantina.

In contrada Santa Ninfa, grazie agli interventi di demolizione di ruderi fatiscenti e alla completa ripulitura dell’area con lo smaltimento di materiale nocivo, sono state riportate alla luce le cosiddette Sette Stanze: si tratta di una serie di grotte antropizzate, ricavate sotto il costone roccioso su cui poggia il Castello di Lombardia, tra loro collegate da un corridoio centrale e accessibili attraverso due aperture arcuate poste sulla stessa parete, distanti più di dieci metri l’una dall’altra.

Poco, o nulla, si conosce sulla loro origine e funzione, pretesto che ha stimolato la diffusione di una serie di aneddoti e racconti che fanno delle Sette Stanze un luogo ricco di fascino e mistero. È proprio attraverso la tradizione orale, infatti, che questi spazi sono noti alla popolazione ennese, ma che oggi si apprestano a divenire un importante sito a prevalente presenza turistica. Le Sette Stanze, liberate da un grande quantitativo di lamiere e rottami di ferro, oggi sono chiuse e protette dall’apposizione di cancelli, utili a prevenire gli atti vandalici e a permettere l’accessibilità agli ambienti rupestri solo in occasione di eventi o manifestazioni culturali.
L’intera area, risultata ricca di testimonianze archeologiche riportate alla luce dallo scavo di riqualificazione, si affaccia sulla Sicilia orientale ed è un punto di vista privilegiato sulla Rocca di Cerere e sulla Via Sacra. Sono in corso, infatti, anche gli interventi di ripristino del percorso naturalistico e archeologico che collega le pendici della città con l’area oggetto degli interventi.

La Via Sacra, danneggiata da un incendio doloso la scorsa estate e tra le passeggiate che hanno registrato il sold-out durante l’edizione ennese del festival Le Vie dei Tesori, è caratterizzata dalla presenza di diverse emergenze archeologiche, come le edicole votive rupestri e la Grotta dei Santi, una laura bizantina con affreschi raffiguranti Cristo e la Vergine Maria tra i Santi venerati dalla Chiesa Orientale.