Terminato il restauro del sito chiuso da molto tempo a causa di crolli e infiltrazioni. Collocata una lastra di vetro per ammirarla anche dall’alto
di Redazione

Torna a risplendere uno dei luoghi sacri più cari alla comunità di Caltanissetta. Riaperta dopo il restauro la cripta della chiesa di San Domenico, da molto tempo chiusa a causa di crolli e allagamenti. Il bene è stato consegnato ieri al vescovo Mario Russotto e alla Curia di Caltanissetta, nel corso di una cerimonia alla presenza dell’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà, della soprintendente Daniela Vullo e del sindaco Roberto Gambino.

La cripta, detta anche “sepoltura grande” per distinguerla dalle altre che si trovano più sopra, all’interno della chiesa, è stata restaurata con risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 “Patto per la Sicilia”, per 360mila euro. Grazie agli interventi di restauro sono state rimosse anche le cause che provocavano infiltrazioni d’acqua dal sottosuolo e sono stati restaurati i colatoi. Inoltre è stata rimessa in luce l’antica scala che dalla chiesa portava alla cripta dove è stata collocata di una spessa lastra di vetro attraverso la quale è possibile vedere, dal piano superiore, la cripta sottostante con parte della pavimentazione originaria in cotto. Una lapide tombale in marmo, scomposta in più parti, dopo essere stata restaurata, è stata ricollocata per ricordare simbolicamente quanti, nel tempo, hanno trovato sepoltura nella cripta.

“L’intervento effettuato sula cripta di San Domenico – precisa la soprintendente Vullo, che ha redatto il progetto e diretto i lavori – ci ha impegnato molto nel tentativo di restituire il bene nel rispetto delle condizioni costruttive. La decisione di inserire una lastra di vetro che consente la visione della cripta dall’alto è un elemento nuovo che non incide sulla struttura ma che ne fa percepire la bellezza dall’alto. Tutto l’intervento è stato effettuato nel rispetto delle tecniche e dei materiali originari e lo stesso intonaco è espressione di un intervento filologico”.

Realizzata nel 1758, la cripta occupa quasi interamente lo spazio sottostante la navata centrale della chiesa domenicana. Il grande spazio sotterraneo è suddiviso in vari ambienti, separati da un ampio corridoio centrale, destinati alla sepoltura dei defunti. All’interno dei vani sono presenti tre tipologie di “colatoi” in uso al tempo: quelli costituiti da sedili in muratura con un foro al centro ove si raccoglievano i resti organici, altri con sostegni laterali in muratura e ripiano superiore realizzato con “catusi” in terracotta, dove il defunto veniva collocato in posizione supina, e infine piccole nicchie dove il cadavere veniva posto in piedi fino alla completa decomposizione organica.

Originariamente alla cripta si accedeva direttamente dalla chiesa dove si trovava anche una cappella della quale oggi restano poche tracce. A metà del ‘900, infatti, a causa di un cedimento di parte del pavimento della chiesa soprastante, crollò la volta che fu impropriamente sostituita da un solaio sostenuto da pilastri in cemento armato. In questo spazio, cui si accede attraverso l’ingresso esterno della cripta è stato collocato un servoscala per consentire l’accesso anche ai disabili “L’intervento effettuato sulla cripta di San Domenico – precisa l’assessore Samonà – ha restituito alla comunità nissena un luogo simbolico e sacro che il crollo della volta e gli allagamenti provenienti dalle fondazioni, avevano reso inaccessibile per lungo tempo. Un’operazione importante che rimette al proprio posto un tassello importante per la storia, la cultura e l’identità del territorio”.