Lo storico albergo di Palermo riparte il 3 giugno dopo due anni di restauro. Un lavoro che ha mantenuto inalterata l’atmosfera Liberty di un tempo
di Maria Laura Crescimanno

Il Grand Hotel Villa Igiea, un cantiere in perenne attività in questi due anni, dopo una corsa contro il tempo, riapre i battenti, come previsto, il tre giugno, sotto la nuova gestione Rocco Forte. Il destino a volte si ripete. La villa-castello con il suo splendido giardino aperto sul mare del golfo di Palermo, ritorna nelle mani di una famiglia inglese, da dove era partita. Villa Igiea, dal nome della sfortunata figlia dei Florio, o come si vuole, della dea della salute, fu costruita infatti alla fine dell’Ottocento dall’ammiraglio inglese Domville in pieno stile neogotico e successivamente nel 1899 fu acquistato dai Florio, la storica famiglia di illuminati e potenti imprenditori meridionali che scelsero di modificarla.

L’idea iniziale era di farne un sanatorio per i malati di tubercolosi, ma l’impresa si rivelò antieconomica quindi la villa fu destinata prima a residenza privata e poi a hotel di lusso, aperto alla nobiltà del nord Europa. Geniale intuizione di Ignazio Florio junior e della consorte Donna Franca, che qui accolsero il bel mondo e vissero i fasti della Belle Époque di inizio secolo, aprendo l’isola ad un entourage internazionale di nobili, industriali ed uomini di cultura. L’hotel fu inaugurato nel dicembre del 1900 sotto i riflettori della stampa europea.

La mitica bellezza di Donna Franca, che D’Annunzio definì l’Unica, adesso darà il nome alla suite più lussuosa. Ma molte sono le storie legate a questi saloni, capaci di ridestare lo stupore del viaggiatore di oggi. Come quella del musicista Johannes Brahms, che durante un soggiorno nel capoluogo siciliano rimase abbagliato dalla bellezza di Donna Franca e suonò un memorabile concerto di pianoforte nella villa per pochi amici.

Il primo restyling dell’imponente edificio portava la firma dall’architetto Ernesto Basile che ebbe il compito di renderlo meno statico, la realizzazione degli affreschi parietali e del mobilio furono assegnati rispettivamente al pittore siciliano Ettore De Maria Bergler e a Vittorio Ducrot, nello stile floreale dell’epoca. Motivo per cui, la celebre sala Basile, è stata negli anni set di film e location prescelta da capi di stato, attori e vip.

Da inizio giugno, spiegano dalla direzione Pr di Roma, sarà un’apertura work in progress. Dopo un impegnativo intervento di ristrutturazione e di restauro del patrimonio storico-artistico liberty, l’hotel offrirà 78 camere e 22 suite ed avrà anche una nuova spa con piscina. Spiega il direttore Vito Giglio, che sta vivendo la fase di passaggio alla nuova gestione: “L‘allure che fin dal passato ha caratterizzato la vita di Villa Igiea tornerà a risplendere a partire dal prossimo 3 giugno. Il gioiellino liberty accoglierà i suoi ospiti in totale sicurezza e nel rispetto delle nuove normative”. Sarà dunque un urban resort di lusso, ma pur sempre collegato alla città. Il giardino terrazzato che volge sul mare, il ristorante esterno, il bar con la splendida vista sul Golfo di Palermo – prosegue Giglio – “regaleranno tramonti indimenticabili e viste mozzafiato sia ai palermitani che aspettano la riapertura della villa con grande trepidazione, sia agli ospiti internazionali che ritornano a scegliere Palermo come loro meta di viaggio per le vacanze estive”.

I menù saranno firmati dallo chef romano Fulvio Pierangelini che guiderà la brigata di cucina dell’hotel. Sui timori che l’atmosfera autentica di inizio secolo possa essere andata perduta, rassicura ancora Giglio spiegando che “l’importante progetto di restauro che ha interessato Villa Igiea negli ultimi due anni ha consacrato e messo al centro lo spirito e l’atmosfera Liberty del palazzo storico. L’hotel è un capolavoro di Art Nouveau e mantiene viva la sua storia attraverso i grandi saloni, come la Sala Basile e sala Belle Époque sposando le esigenze di comfort di oggi con il gusto di grandezza architettonica di ieri”. Il progetto di design realizzato da Olga Polizzi, director of design della Rocco Forte Hotels e gli architetti Paolo Moschino e Philip Vergeylen della Nicholas Haslam – conclude Giglio – “è partito da un’opera di meticoloso restauro per preservarne le raffinate caratteristiche storiche”.