In programma una rassegna di spettacoli in streaming dalle sale rinnovate, in attesa di poter accogliere i visitatori terminata l’emergenza sanitaria
di Giulio Giallombardo

Un regalo di Natale alla città. Nei giorni in cui tutti i luoghi della cultura sono chiusi, riapre seppur simbolicamente, dopo cinque anni, il museo etnografico Pitrè di Palermo. Non potranno esserci visitatori per l’inaugurazione, ma solo artisti che insieme evocheranno storie e tradizioni che il museo torna a raccontare dopo un silenzio troppo lungo. Una festa senza invitati, ma che sa di ripartenza, fissata per il prossimo 21 dicembre, data non causale perché coincide con il 179esimo anniversario della nascita dello studioso siciliano Giuseppe Pitrè, che fondò il museo nel 1909.

Per brindare alla fine dei lavori e celebrare questa atipica riapertura nei giorni dell’emergenza sanitaria, l’amministrazione comunale ha in programma una rassegna di eventi e spettacoli da svolgere nelle sale rinnovate del museo dal 22 dicembre al 6 gennaio. Un piccolo cartellone di iniziative culturali a cui sono chiamati a partecipare operatori che dovranno realizzare eventi ispirati alle tradizioni popolari, privilegiando l’Opera di pupi e i cunti. È la rassegna “Accendiamo una luce al Museo Pitrè” e per realizzarla l’amministrazione ha pubblicato un avviso sul sito internet istituzionale per acquisire manifestazioni di interesse da parte di enti, associazioni e operatori culturali che vogliono partecipare, valorizzando il museo e festeggiando l’anniversario di Pitrè.

“Nonostante il momento difficile che stiamo attraversando – sottolinea la direttrice del museo Eliana Calandra – abbiamo voluto comunque dare un segnale di speranza, celebrando Pitrè nel suo anniversario e augurandoci che il suo fondatore porti fortuna a questo museo ritrovato, tanto amato dai palermitani e apprezzato anche all’estero”. Così, in attesa di poter ammirare dal vivo i nuovi allestimenti, quando riapriranno i luoghi della cultura, al Pitrè entreranno intanto gli artisti, con i loro spettacoli in diretta streaming dalle sale rinnovate e nelle ex scuderie dove si trova lo storico teatrino dell’Opera dei pupi di Giuseppe Cocchiara, tornato al museo dopo la lunga trasferta a Palazzo Tarallo.

“Abbiamo seguito un criterio filologico nell’allestimento – prosegue Calandra – riproponendo le sedici sezioni che erano state istituite per la prima volta da Cocchiara nel 1934. Dalle abitazioni rurali urbane alla filatura e tessitura, dall’arte dei pastori alle ceramiche, tutte sezioni che vengono riproposte, però, in modo innovativo, lasciandoci alle spalle i criteri del vecchio allestimento ormai datato”. Tra le novità, l’antica cucina reale della Casina cinese, saltata fuori causalmente durante i lavori di riallestimento del presepe e adesso inserita nel percorso espositivo. Si potrà visitare anche la cappella del Marvuglia con i presepi di Giovanni Matera, le ex scuderie con le carrozze del Senato palermitano e la cucina rustica, ricostruzione d’ambiente voluta da Cocchiara.

“La riapertura di un museo, pur con la probabile e in questo momento necessaria assenza di visitatori – dichiara il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – assume ancor di più oggi un grande significato di speranza ed è per tale motivo che vogliamo celebrarla con una rassegna di spettacoli coerenti con la mission del museo; per creare punti solidi di sostegno per affrontare il futuro. Anche per questo si è scelto di valorizzare le forme culturali di tradizione, forti del rapporto empatico che creano, grazie alla forza della parola e delle immagini, tra l’artista e il pubblico. Le nuove tecnologie non potranno mai sostituire le emozioni dello spettacolo dal vivo, ma certamente potranno contribuire a creare e mantenere un dibattito tra gli artisti ed il pubblico sul futuro delle arti”.
Parole condivise anche dall’assessore alle Culture, Mario Zito: “In un periodo nel quale noi tutti proviamo continuamente sentimenti contrastanti di speranza e di rassegnazione, vogliamo continuare ad accendere una luce e stavolta lo facciamo in uno dei luoghi simbolo di Palermo”.
(La prima foto grande in alto è di Salvatore Ciambra)