Durante i lavori per la posa di cavi elettrici, è emerso in via Androne un complesso di tombe risalenti al periodo tardo-imperiale, che aprono nuovi fronti di indagine
di Livio Grasso

Nuove scoperte archeologiche a Catania. Durante i lavori eseguiti dagli operai di Terna per i cavi dell’alta tensione, nell’area compresa tra la stazione elettrica di Misterbianco e la cabina primaria della Villa Bellini, è emerso un complesso di tombe risalente al periodo tardo-imperiale. La scoperta è avvenuta in via Androne nel corso del riassetto delle linee elettriche; lo studio e l’approfondimento dei reperti hanno beneficiato del contributo di Federico Caruso e di Alberto D’Agata, archeologo catanese che ha collaborato attivamente nella campagna di ricerca.

Secondo quanto riportato dagli studiosi il perimetro indagato ha rivelato l’esistenza di quattro antichi tumuli. Una tomba cosiddetta a “cappuccina” è costituita da due tegoloni contrapposti che fungono da copertura del defunto; all’interno è stato individuato un residuo osseo che, a giudizio degli studiosi, apparterrebbe ad un bambino. Inoltre sono state recuperate una brocca, una moneta senza alcuna iscrizione leggibile e una serie di cerniere bronzee. Diverso il caso della seconda sepoltura che, a causa di difficoltà legate alla viabilità urbana, non è stata oggetto di uno studio approfondito; pertanto, al momento, sono stati rilevati solamente frammenti ossei.

Particolare la tipologia tombale in muratura che si contraddistingue per la forma intonacata all’interno e all’esterno, dove sono state trovate due monete pregiate e un mucchio di ossa in ottimo stato di conservazione. L’ultimo esemplare sepolcrale, dentro cui sono stati individuati un busto umano e vari corredi bronzei, reca i danni provocati dal passaggio di altri sottoservizi che fino ad oggi non consentono di ampliare la portata dello scavo.
Non passa in secondo piano la collaborazione dell’archeologa Michela Ursino che, sotto la supervisione della soprintendente di Catania, Donatella Aprile, ha presenziato alle attività svolte dall’équipe di Terna. L’archeologa ha apprezzato lo spirito di cooperazione tra tecnici e ricercatori, capaci di portare a termine in maniera ottimale sia la riparazione della linee elettriche cittadine, che la ricognizione archeologica. L’insieme dei rinvenimenti, prima di essere rimossi, sono stati accuratamente misurati e fotografati; quanto ai materiali ossei e ai corredi funerari, la Soprintendenza ha richiesto che venissero trasferiti in appositi laboratori per una analisi tecnico-scientifica affidata ad un gruppo di esperti antropologi e archeologi. Al termine delle ricognizioni il sito archeologico è stato ricoperto interamente per ragioni di tutela e salvaguardia.
(Nella prima foto grande in alto, una delle sepolture scoperte in via Androne. Foto: Michela Urso)