Recuperata un’area che faceva parte del primo impianto di Palazzo Chiaramonte. Andrà ad arricchire il percorso di visita del Rettorato dell’ateneo palermitano
di Giulio Giallombardo

Torna a rivedere la luce il primo nucleo dello Steri. Grandi lavori a Palazzo Chiaramonte, sede del Rettorato dell’Università di Palermo, dove prende forma un’anima sempre più museale. Durante i lavori di scavo alle spalle delle carceri dell’Inquisizione, è stato scoperto il portico, con archi a sesto acuto, che faceva parte del primo impianto trecentesco del palazzo. Adesso, questa nuova area all’aperto recuperata, che comprende anche il vecchio pavimento, sarà inaugurata il prossimo 19 luglio e si prepara a far parte del percorso di visita del palazzo.

“Abbiamo portato avanti con grande soddisfazione questo intervento che riguarda la parte più antica dello Steri – dice a Le Vie dei Tesori News, Paolo Inglese, direttore del Simua, il Sistema museale d’ateneo – stiamo muovendo i primi passi per ricostruire il viridarium del palazzo, che comprende il chiostro trecentesco e il pavimento che è stato recuperato. Daremo l’avvio alla realizzazione di un giardino che speriamo di poter continuare a far crescere negli anni”.

Il portico ritrovato è solo una delle novità che stanno cambiando il volto dello Steri. Il 14 luglio – fa sapere ancora Inglese – si inaugura il Munipa, il Museo dell’Università, la più completa raccolta di dati sull’ateneo palermitano che sia stata mai realizzata. “Finalmente – dice Inglese – l’Università apre se stessa completamente, identificandosi sempre più con la città”. Mentre il 12 luglio arrivano dai depositi del Museo Salinas gli oltre 100 reperti che raccontano due secoli di vita quotidiana dello Steri (ve ne abbiamo parlato qui). Saranno in mostra piatti, bicchieri di vetro, vasi da cucina e perfino dadi da gioco: tutti pezzi che torneranno dopo 50 anni lì dove furono scoperti da Vincenzo Tusa, nel corso degli scavi condotti nel 1973 a Palazzo Chiaramonte.

Dopo l’inaugurazione del nuovo allestimento della Vucciria di Guttuso, che ha ripreso posto nell’antica sala delle Armi (ve ne abbiamo parlato qui), nei prossimi giorni prenderà corpo anche il progetto “Graffiti Art in prison”, un viaggio tra arte, storia e scienza che dall’Inquisizione spagnola arriva fino ad oggi. Ne farà parte una nuova app che arricchirà l’esperienza di visita alle carceri dello Steri.