Quel quadro miracoloso in viaggio per scacciare il virus

Il dipinto del Quattrocento che raffigura la Madonna in pietà, proveniente dal santuario di Romitello, a Borgetto, è in pellegrinaggio. Un gesto di devozione contro la pandemia

di Giulio Giallombardo

Ogni 10 maggio un corteo di pellegrini si mette in cammino per raggiungere quel santuario che abbraccia il golfo di Castellammare. La meta del loro viaggio si trova a 800 metri sui monti di Borgetto, un luogo sacro dove aleggiano racconti di miracoli e antiche devozioni. A Romitello, più di cinque secoli fa, il benedettino Giuliano Majali, fondatore dell’ospedale “Grande e Nuovo” che poi diventerà il Civico di Palermo, costruì un piccolo oratorio a uso personale nel luogo in cui, secondo la tradizione, gli apparve più volte la Madonna. Quel piccolo “romitorio” da cui deriva il nome del luogo sacro, è diventato un santuario tra i più amati del territorio.

Il santuario di Romitello

Il benedettino per immortalare l’evento prodigioso, intorno al 1460, fece realizzare un quadro con Cristo deposto dalla croce sulle ginocchia della Madonna che ancora oggi è custodito nel santuario. È un dipinto che la Curia di Monreale, il 31 agosto del 1896, dichiarò miracoloso in seguito a diversi eventi “straordinari” accaduti nei secoli. Oggi, in tempi di pandemia, sempre meno fedeli possono raggiungere il santuario, così padre Eugenio Circo, missionario passionista di Romitello, ha deciso di portare il quadro in viaggio per le chiese del territorio, perché “la sua intercessione ci liberi dal virus”.

La Madonna del Romitello

Così, il pellegrinaggio della Madonna di Romitello ha toccato la chiesa di Santa Maria della Pietà alla Kalsa, a Palermo, dove il quadro, restaurato un paio d’anni fa, è stato esposto all’inizio di marzo. Adesso si trova a Partinico, sull’altare principale della chiesa di San Gioacchino, dove si sono svolte diverse celebrazioni, e nelle prossime settimane il quadro proseguirà il suo cammino a Castellammare del Golfo. “È un viaggio straordinario come il momento doloroso che stiamo attraversando – ha detto padre Circo -, questo pellegrinaggio ha un valore penitenziale e anche di supplica, nella speranza che la pandemia possa essere finalmente superata, anche per l’intercessione della Madonna con questo quadro miracoloso”.

La cappella col quadro della Madonna

Una storia fatta di prodigi e preghiere, che inizia nel bosco di contrada Carrubella, dove il benedettino Majali, proveniente da una famiglia borghese palermitana, fu folgorato dalle apparizioni della Madonna. Tradizione vuole che il monaco, poi proclamato beato, ebbe la visione della Madonna in forma di “pietà”, vicino a una quercia. Fece, quindi, dipingere il quadro che raffigura Gesù, Maria e un piccolo e luminoso angelo. Figura dalle spiccate qualità diplomatiche, Benedetto Majali, fu così apprezzato dal re Alfonso V d’Aragona, da essere inviato per cinque volte dal sultano di Tunisi, Omar Othmra, per trattare la pace e la restituzione di prigionieri cristiani. Dopo la morte di Majali, il santuario passò sotto la guida dei monaci benedettini del vicino monastero delle Ciambre, poi fu affidato ai sacerdoti diocesani, quindi agli agostiniani, fino al 1920, quando passò ai padri passionisti, che tuttora lo amministrano.

Uno scorcio di Borgetto

Il museo del santuario è uno scrigno di ex voto: occhi, braccia e gambe d’argento, gioielli, quadri e altri oggetti preziosi donati alla Madonna dai fedeli come ringraziamento per la “grazia” ricevuta. “Basta visitare il nostro museo per rendersi conto del grande fervore che circonda la nostra Madonna e della sua opera di protezione”, sottolinea padre Eugenio. Miracoli, veri o presunti, di cui questo tempo ha sempre più bisogno.

(Nella prima foto grande in alto, il parroco della chiesa di Santa Maria della Pietà alla Kalsa, Giuseppe Di Giovanni, con il quadro della Madonna di Romitello, foto da Facebook)

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