Dopo due mesi, la sezione esecuzioni immobiliari del Tribunale di Palermo fissa una nuova data per la vendita della dimora seicentesca nel cuore della città
di Giulio Giallombardo

Torna all’asta Palazzo Di Napoli, da cui si affaccia uno dei Quattro Canti, nel cuore di Palermo. Il palazzo di tremila metri quadrati era stato messo in vendita, con un’asta giudiziaria, appena due mesi fa, il 28 ottobre, con un prezzo che partiva da poco più di 4 milioni e mezzo di euro. In quell’occasione, nessuna offerta era stata presentata e adesso il Tribunale di Palermo ci riprova, fissando una nuova data, con un ulteriore ribasso del prezzo.

Alla vigilia di Capodanno, il 29 dicembre, il giudice della sezione esecuzioni immobiliari, Fabrizio Minutoli, ha stabilito la seconda asta il prossimo 4 marzo alle 12, con termine di presentazione delle offerte il 3 marzo alle 13. Il prezzo parte, questa volta, da 3.386.250 euro, con un’offerta minima di 2.539.687 euro e rilancio minimo di 22.500 euro. Una decisione tempestiva quella del Tribunale, che arriva proprio mentre diversi gruppi alberghieri erano in procinto di avviare trattative con la proprietà – l’Immobiliare Quattro Canti – in questo momento interrotte a causa della pandemia.

Il valore del solo Palazzo Di Napoli – che con l’adiacente Palazzo Costantino su via Maqueda costituisce un unicum architettonico – nell’agosto 2019, era stato stimato dallo stesso Tribunale per poco più di 5.300.000 euro, poi deprezzato del 15 per cento per rendere più competitiva l’eventuale aggiudicazione, come si legge nella relazione di stima del lotto. Adesso, dunque, dopo appena due mesi dall’ultima asta, il prezzo scende ancora, con il rischio di compromettere ulteriormente le migliori condizioni di vendita, dato il valore strategico e monumentale del palazzo. Una scelta legittima, anche se il dubbio in questo caso sembra essere legato all’applicazione interpretativa della norma, che andrebbe forse contestualizzata al caso specifico.

Superato, in parte, l’equivoco legato alla balconata del Canto, di proprietà del Comune e dunque inalienabile, come confermato dalla Soprintendenza di Palermo (ve ne abbiamo parlato qui), resta la storia recente del Palazzo Di Napoli, che ruota attorno a un sofferto scontro giudiziario tra proprietà e creditori. In più occasioni sul punto di diventare albergo di lusso, progetto poi rimasto sulla carta per investimenti sfumati e lungaggini burocratiche, la dimora seicentesca è stata candidata anche a diventare “museo della città”, ipotesi rilanciata recentemente da diverse associazioni impegnate nella tutela dei beni culturali, come Italia Nostra e Salvare Palermo.

Nonostante il proprietario, il mecenate Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, socio dell’Immobiliare Quattro Canti, abbia mostrato in più occasioni disponibilità a cedere ad uso gratuito per 99 anni il palazzo per un uso pubblico, anche il progetto del “museo della città”, non si è mai concretizzato. Né albergo, né museo, con la nuova asta che incombe in tempi difficili per gli investimenti, Palazzo Di Napoli rischia di restare un’altra occasione perduta.
(La prima foto grande in alto è di Salvo Gravano)