L’assessore regionale Sebastiano Tusa, morto nel disastro aereo in Etiopia, aveva chiesto al suo collega di giunta di accompagnarlo in quello che è stato il suo ultimo viaggio
di Giulio Giallombardo

Un volo maledetto, destini incrociati e scelte che condizionano una vita per sempre. Il gioco della sorte ha voluto che, per puro caso, anche l’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon, non sia salito sull’aereo dell’Ethiopian Airlines, che si è schiantato subito dopo il decollo da Addis Abeba, e su cui viaggiava il suo collega di giunta, Sebastiano Tusa. L’archeologo e assessore regionale alla Cultura era diretto in Kenya, dove era già stato a novembre, per un progetto dell’Unesco. In questa occasione, Tusa aveva chiesto all’assessore veneto di partire insieme a lui, dal momento che Pierobon va spesso in Kenya, dove ha una casa. Ma lui, per impegni di lavoro, ha deciso di restare a Palermo.
“Ancora non ci credo – racconta l’assessore Pierobon – . Lui mi aveva chiesto di accompagnarlo in Kenya e io gli avevo suggerito di cambiare itinerario prendendo altri voli. Se ci penso ho ancora i brividi”. Tusa era partito da Roma, facendo scalo ad Addis Abeba, per poi ripartire alla volta di Nairobi, da cui avrebbe raggiunto oggi Malindi, dove avrebbe dovuto partecipare alla conferenza dell’Unesco. “Io vado spesso in Kenya – prosegue Pierobon – e avevo detto a Sebastiano di cambiare volo, partendo con un diretto da Catania a Istanbul e da lì, con un volo della Turkish Airlines, atterrare direttamente a Mumbai, per poi raggiungere da lì Malindi. Io faccio sempre questa rotta, che trovo più comoda. Invece i biglietti erano stati già fatti e, purtroppo, non c’è stato niente da fare”.
I due assessori si erano ritrovati uniti dalla comune passione per la cultura. Quando potevano, parlavano spesso di libri, arte e siti archeologici. “Tra di noi non parlavamo mai di politica – prosegue Pierobon – . Tutte le volte che, viaggiando per la Sicilia, notavo qualcosa che non andava in un museo o in un sito archeologico, gli mandavo sempre una foto, segnalandogli le criticità, come recentemente è accaduto a Selinunte o alle Cave di Cusa. Avevamo un ottimo rapporto e sui banchi dell’Ars sedevamo sempre accanto. Di lui ricorderò sempre la sua bonomia e il suo sorriso. Mi mancherà”.
L’assessore regionale Sebastiano Tusa, morto nel disastro aereo in Etiopia, aveva chiesto al suo collega di giunta di accompagnarlo in quello che è stato il suo ultimo viaggio
di Giulio Giallombardo

Un volo maledetto, destini incrociati e scelte che condizionano una vita per sempre. Il gioco della sorte ha voluto che, per puro caso, anche l’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon, non sia salito sull’aereo dell’Ethiopian Airlines, che si è schiantato subito dopo il decollo da Addis Abeba, e su cui viaggiava il suo collega di giunta, Sebastiano Tusa. L’archeologo e assessore regionale alla Cultura era diretto in Kenya, dove era già stato a novembre, per un progetto dell’Unesco. In questa occasione, Tusa aveva chiesto all’assessore veneto di partire insieme a lui, dal momento che Pierobon va spesso in Kenya, dove ha una casa. Ma lui, per impegni di lavoro, ha deciso di restare a Palermo.
“Ancora non ci credo – racconta l’assessore Pierobon – . Lui mi aveva chiesto di accompagnarlo in Kenya e io gli avevo suggerito di cambiare itinerario prendendo altri voli. Se ci penso ho ancora i brividi”. Tusa era partito da Roma, facendo scalo ad Addis Abeba, per poi ripartire alla volta di Nairobi, da cui avrebbe raggiunto oggi Malindi, dove avrebbe dovuto partecipare alla conferenza dell’Unesco. “Io vado spesso in Kenya – prosegue Pierobon – e avevo detto a Sebastiano di cambiare volo, partendo con un diretto da Catania a Istanbul e da lì, con un volo della Turkish Airlines, atterrare direttamente a Mumbai, per poi raggiungere da lì Malindi. Io faccio sempre questa rotta, che trovo più comoda. Invece i biglietti erano stati già fatti e, purtroppo, non c’è stato niente da fare”.
I due assessori si erano ritrovati uniti dalla comune passione per la cultura. Quando potevano, parlavano spesso di libri, arte e siti archeologici. “Tra di noi non parlavamo mai di politica – prosegue Pierobon – . Tutte le volte che, viaggiando per la Sicilia, notavo qualcosa che non andava in un museo o in un sito archeologico, gli mandavo sempre una foto, segnalandogli le criticità, come recentemente è accaduto a Selinunte o alle Cave di Cusa. Avevamo un ottimo rapporto e sui banchi dell’Ars sedevamo sempre accanto. Di lui ricorderò sempre la sua bonomia e il suo sorriso. Mi mancherà”.