Pubblicato il bando per il primo stralcio dei lavori di consolidamento della fortezza che da anni versa nel degrado ed è a rischio di crollo
di Ruggero Altavilla

Un primo mattone per il restauro del Castello Svevo di Augusta è stato posto. Pubblicato il bando per il restauro del monumento, che da anni versa nel degrado ed è a rischio di crollo. Si tratta del primo stralcio dei lavori di consolidamento, restauro e fruizione, che prevedono un importo complessivo di 5 milioni di euro, finanziati con il Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020 “Patto per il Sud”. Il bando del Dipartimento regionale dei Beni culturali, riguarda il primo progetto redatto dalla Soprintendenza di Siracusa, che sarà appaltato dal Parco archeologico della Valle dei Templi.

Oltre agli interventi di messa in sicurezza, una parte consistente del progetto prevede la demolizione di alcuni fabbricati addossati alle torri federiciane e delle strutture aggiunte alla fine dell’Ottocento quando il castello fu adibito a carcere. Per il secondo stralcio di lavori, invece, bisognerà attendere ancora. Gli ulteriori 5 milioni previsti sono stati definanziati perché manca il progetto definitivo, che – spiegano dalla Regione – “potrà essere redatto solo dopo l’inizio dei lavori inseriti nel progetto concernente il primo stralcio”.

Edificio simbolo della città, il Castello Svevo è un’imponente fortezza del XIII secolo, che si erge sull’estremità nord dell’isola di Augusta. Con la sua posizione sopraelevata, il castello non solo difendeva e dominava la città, ma controllava anche l’ampia baia, con i due porti, e, quindi, l’immediata costa, collegandosi idealmente e strategicamente con la penisola di Magnisi e con tutte le costruzioni militari disseminate in modo capillare, sia nel litorale e sia nel retroterra, poste a difesa del territorio isolano. La costruzione dell’edificio fu voluta dall’imperatore Federico II di Svevia e affidata a Riccardo da Lentini, che terminò i lavori nel 1242.

Il “Castrum Augustae” era inserito all’interno delle “nuove” mura urbane ed era il cardine attorno al quale ruotava l’assetto cittadino voluto da Federico II. Unendosi alle fortezze di Catania e Siracusa, il castello estendeva il dominio e un controllo capillare su un più vasto territorio. Dopo la dominazione sveva, fu occupato dagli angioini e dagli aragonesi. Alla metà del Cinquecento, i turchi s’impadronirono del castello e vi appiccarono il fuoco. I lavori di costruzione dei quattro bastioni della cinta esterna furono realizzati subito dopo, nella seconda metà dello stesso secolo, proprio per difendere il forte dai nuovi sistemi di assalto che si vanno mettendo in opera.

Segue il breve periodo di dominazione francese, durato solo tre anni a partire dal 1675; questi, prima di lasciare il presidio del castello, tentarono di farlo saltare in aria e di distruggerne le artiglierie. Danneggiato dal terremoto del 1693, a cui seguì un incendio che innescò lo scoppio della polveriera e il conseguente crollo di una parte della struttura, venne ricostruito nel 1702. Alla fine dell’Ottocento, dopo essere stato adibito a lazzaretto per l’epidemia di colera scoppiata in quel periodo, si trasformò in carcere. In tempi più recenti, è stato sequestrato per rischio di crollo e adesso aspetta di risorgere dall’abbandono.