Palazzi, strade, ville, scorci del centro storico che si rinnova. Le fotografie scandiscono il tempo che passa, tra nostalgia e rinascita
di Emanuele Drago*

Le fotografie catturano un momento che è finito per sempre. Questo è ciò che affermava Karl Otto Lagerfeld, stilista e fotografo tedesco morto nel 2019. Sembra che questa frase si attagli perfettamente alla Palermo liberty, e soprattutto alle stupende ville che si trovavano disseminate tra le vie Libertà e Notarbartolo, le stesse che la grande speculazione edilizia negli anni del “sacco” ha cancellato per sempre.

Ma questa frase può anche essere utilizzata in un altro modo, aggiungendo, alla fine, “per fortuna”. Insomma, è doverosa questa premessa, soprattutto quando ci si trova per le mani – a volte capita quasi per caso – foto che hanno a che fare con importanti luoghi della città. Luoghi che all’indomani dell’ultimo conflitto mondiale furono abbandonati, poi recintati e infine saccheggiati, sebbene mai demoliti del tutto. E nonostante dovettero subire l’onta della guerra e di una ricostruzione resa lenta da una certa insensibilità culturale, a distanza di cinquant’anni appaiono oggi, dopo un accurato restauro, in tutto il loro incredibile splendore.

Una bellezza che è la stessa fotografia a far riemergere, quella stessa arte che ha salvaguardato, tra nostalgia e rimpianti, i ricordi di ciò che non c’è più. Dunque, oggi grazie alla fotografia è possibile comparare importanti siti che subito dopo la fine della guerra erano completamente abbandonati al loro destino. Stiamo parlando dell’oratorio dei Bianchi, di piazza Magione, di via Bambinai, di piazza Cavalieri di Malta; o anche dei palazzi Custos, Lungarini e Riso. Sono tanti i luoghi che, se paragonati alle foto del tempo, oggi ritornano a rivivere in tutto il loro splendore. A dimostrazione che il vuoto a perdere che ha caratterizzato la storia del centro storico della città, a un certo punto è stato bloccato, determinando una costante controtendenza al progressivo e costante risanamento che non può non essere riconosciuta.

Certo, spesso questo lavoro di ricostruzione di alcuni angoli del centro storico non è stato affatto semplice. Sempre troppo esigue, se non addirittura rare, erano le foto che i cittadini e i reporter, attratti dalle mattanze e dagli omicidi di mafia – o concentrati a raccontare l’opulenza consumistica della città post-bellica che si dipanava tra le trafficate strade extramoenia – scattavano all’interno del “pericolosissimo e invivibile” centro storico. E visto che le foto sono davvero poche, spesso sono anche venuti in soccorso film come “Il Gattopardo” o “Dimenticare Palermo”, pellicole che hanno utilizzato il centro storico come dei veri e propri set, permettendoci oggi di rivivere pezzi di città davvero irriconoscibili.
*Docente e scrittore
ORATORIO DEI BIANCHI
RESIDENZA UNIVERSITARIA SANTISSIMA ANNUNZIATA IN PIAZZA CASA PROFESSA
PALAZZO CUSTOS, VICINO ALLA REAL FONDERIA
PALAZZO LUNGARINI
LA CATTEDRALE
ATTUALE AREA QUARONI DOVE SORGEVA LA CHIESA DI SANTA CROCE
IL RETRO NEOCLASSICO DELL’ORATORIO DEI BIANCHI