Nuove donazioni in mostra al Museo del costume di Donnafugata

Alcuni pezzi dell’Ottocento e del Novecento, entrati a far parte degli archivi e dei depositi, sono adesso protagonisti di un allestimento dedicato in due sale nei piani bassi del castello

di Redazione

Alcuni degli abiti donati al Mudeco

La collezione del Muderò di Donnafugata, a Ragusa, si arricchisce di altri abiti e accessori. Il Museo allestito al pianterreno del castello, che racconta la storia del costume siciliano tra Settecento e Novecento, accoglie da pochi giorni nuovi pezzi provenienti da collezioni private. Alcuni degli abiti entrati a far parte degli archivi e dei depositi del museo, da sabato scorso sono protagonisti di un allestimento dedicato in due sale.

In questo primo momento – fanno sapere dal Comune di Ragusa che nel 2014 ha acquisito la collezione appartenuta a Gabriele Arezzo di Trifiletti – saranno esposti 11 abiti femminili (dall’800 agli anni ‘30 del ‘900), successivamente saranno esposti abiti maschili e accessori.

Il castello di Donnafugata

“Per la sua specifica tipologia di collezione, il Museo del Costume – dichiara il direttore del Mudeco, Giuseppe Nuccio Iacono – continua a far affidamento sulla donazione di oggetti al fine di poter aiutare a conservare, ricostruire, diffondere, illustrare e analizzare le esperienze e la vita dei nostri avi e i periodi storici in cui sono vissuti. Si tratta di un obiettivo su cui puntiamo per seguire il principio secondo cui il museo deve essere inteso come polo culturale dove il patrimonio appartiene alla comunità”.

Tre secoli di moda raccontati attraverso un paziente e complesso lavoro di restauro, supportato dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa. A partire dal 2015 si sono avviati gli interventi di recupero dei pezzi più compromessi e di pianificazione dell’allestimento nei bassi del castello. Il museo accoglie la collezione Arezzo di Trifiletti composta da 460 abiti completi, 695 singoli indumenti, 1555 accessori di moda con scarpe e cappelli, 72 elementi vari di oggettistica tra cui prodotti per la cosmesi utensili per il ricamo e il cucito e, tra gli altri, una singolare sedia-parto e una curiosa vasca da bagno da viaggio.

Dal giorno della sua apertura, il Mudeco, inoltre, è diventato anche un luogo di formazione, coinvolgendo le scuole di ogni ordine e grado e, in particolare, le accademie di belle arti, con cui si sono intensificati progetti e programmi. “Le donazioni sono il segno tangibile della crescita del sentimento di fiducia che lega i cittadini al museo – prosegue il direttore – , percepito sempre di più come un bene comune che è necessario condividere e alimentare. Questi gesti di condivisione permettono di trasmettere la conoscenza non solo a curiosi e appassionati di storia, ma anche alle nuove generazioni e alle scolaresche che nel museo trovano un centro studi dedicato”.

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