Sono emerse importanti testimonianze storiche durante gli scavi per l’adeguamento dell’impianto fognario dell’edificio normanno
di Redazione

Un pezzo della Palermo medievale riaffora dagli scavi per l’adeguamento dell’impianto fognario del Palazzo Reale. Durante il cantiere, avviato dall’Assemblea regionale siciliana è stata effettuata un’esplorazione archeologica preventiva nella lunga trincea interessata dal primo lotto dei lavori (nel tratto che va da piazza della Vittoria alla scalinata che dà accesso a piazza del Parlamento), dal quale sono emerse – fanno sapere dalla Regione – importanti testimonianze storico-archeologiche.

In particolare, nel corso degli scavi – effettuati sotto la direzione tecnico-scientifica della Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo, guidata Selima Giuliano, e in particolare della Sezione Archeologica, diretta dall’architetto Maria Rosaria Marrone – sono emerse strutture murarie di età medievale, anche di spessore significativo, realizzate con varie tecniche di costruzione (blocchetti regolari in calcare biancastro disposti in filari alternati, pietrame grossolanamente sbozzato legato con malta di terra, strutture in mattoni crudi).

Nonostante non sia stato possibile realizzare allargamenti che avrebbero consentito di leggere in estensione le strutture per una loro migliore interpretazione, gli archeologi della Soprintendenza, Monica Chiovaro e Antonio Di Maggio, sottolineano che l’intervento ha confermato che l’area, in età medievale, non era libera così come oggi appare ai nostri occhi, bensì densamente occupata da edifici, alcuni anche significativi, che sono stati verosimilmente demoliti all’inizio dell’età moderna per consentire la realizzazione della piazza d’armi testimoniata dalle fonti.

Tra i reperti rinvenuti, numerose espressioni di ceramica islamica e normanna, quali catini carenati, coppe emisferiche a breve tesa, anfore con solcature sulla superficie e pennellate in bruno, ceramica a spirali. Meno numerosi i prodotti di età sveva (ceramica solcata di importazione tirrenica e le produzioni nord-africane decorate con i colori cobalto e manganese). Inoltre, in un tratto di trincea, caratterizzato da uno spesso strato di bruciato, sono stati rinvenuti molti frammenti di vetro, spesso con tracce di una prolungata esposizione alle alte temperature.

“L’area del Palazzo dei Normanni e delle sue immediate adiacenze – precisa l’assessore ai Beni culturali, Alberto Samonà – con la sua posizione leggermente rilevata e strategicamente significativa, è stata il centro del potere politico e militare per molti secoli; è, pertanto, un luogo ignificativo dove si trova una sovrapposizione di strati che racconta la storia, le vicende architettoniche e urbanistiche della città di Palermo”.