La piccola isola dello Stagnone di Marsala è nuovamente fruibile dopo la pandemia, mentre vanno avanti i lavori per il restauro archeologico avviati un anno fa
di Redazione

Mozia è pronta ad accogliere i visitatori dopo la lunga pausa dovuta alla pandemia. Da oggi la piccola isola della laguna marsalese è nuovamente fruibile, mentre vanno avanti i lavori per il restauro archeologico e la riqualificazione ambientale finanziati dall’assessorato regionale ai Beni culturali e avviati nel maggio dello scorso anno.

Durante l’intervento di restauro della Casa dei mosaici – fanno sapere dalla Regione – sono stati rinvenuti alcuni quadri del pavimento in mosaico di ciottoli di fiume bicromo, che era stato scoperto da Withaker nel 1912. I quadri scoperti restituiscono rappresentazioni zoomorfe del mondo marino e del repertorio iconografico ellenistico. “Si tratta di una scoperta molto importante – evidenzia la direttrice del Museo Whitaker, Maria Pamela Toti – che conferma l’ipotesi che la casa dovesse essere in effetti un edificio legato a funzioni pubbliche e testimonia, altresì, il livello delle relazioni che l’Isola di Mozia deve aver intrattenuto con il mondo occidentale allora conosciuto”.

A breve – ha fatto sapere l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà, presente nell’isola per un sopralluogo – ripartiranno i lavori di ristrutturazione dell’imbarcadero storico. Le opere, per l’importo di circa 200mila euro, coordinate dal Genio civile con la Soprintendenza di Trapani, riguardano la ristrutturazione di un edificio in muratura che diventerà un luogo a servizio dei turisti con locali di stazionamento, servizi igienici e spazi per il personale; si provvederà, inoltre, alla sistemazione della pavimentazione dell’area antistante l’edificio, dove saranno collocati tre box in legno da destinare a biglietterie e vendita di souvenir.

Gli interventi sull’Isola sono stati realizzati grazie a tre finanziamenti che hanno permesso di articolare i diversi tipi di azioni necessarie; in particolare un primo appalto di 199.867 euro eseguito dalla Geogrà Sermide, è stato destinato alle operazioni di rilevamento topografico dell’intera Isola, necessarie per il monitoraggio e il controllo dei beni. L’imponente raccolta di documentazione, realizzata attraverso il rilievo ortofotografico dell’isola e il rilievo tridimensionale di dettaglio di ben 13 siti con relative mappature, consente oggi di avere materiale dettagliato per una maggiore comprensione dell’insediamento.

Un secondo intervento, per 999.700 euro eseguito dalla Framic di Valverde, ha riguardato i lavori di realizzazione dei percorsi, la sistemazione del verde e degli arredi esterni, la realizzazione della rete-dati wi-fi, la collocazione di telecamere di sorveglianza, la segnaletica e la collocazione di pannelli didattici. Infine é stata prevista la fornitura di biciclette elettriche. Il terzo intervento per l’importo di 2.165.252 euro – in corso di esecuzione dell’Ati, AR Arte e Restauro srl., Tiziana Salvatrice Cilia, Saitta Antonino, Isa Restauri e Costruzioni srl, costituiti in Consorzio Mozia – riguarda le opere di restauro specialistico, che ha interessato le aree di Porta Nord, Tofet, della necropoli, dei luoghi di Arsione, del santuario di Cappiddazzu, delle case dei mosaici, delle casermette, della Porta Sud e del Kotan.

Gli interventi sono stati effettuati sulle strutture murarie, molte delle quali erano a rischio di crollo, ai delicatissimi muri in mattoni di terra cruda e alle fornaci a forma di omega, tipiche del mondo fenicio. Interventi di restauro anche ai resti dei luoghi dove saranno realizzate coperture archeologiche che andranno a completare l’azione di protezione e recupero.