Lo Spasimo perde il suo albero: una fine annunciata

Abbattuto per motivi di sicurezza il grande ailanto all’interno della navata, era malato da tempo e rischiava di venir giù

di Redazione

Era diventato un tutt’uno con uno dei simboli della rinascita del centro storico di Palermo, ma il destino del grande ailanto dello Spasimo era già segnato. Gli esperti ne discutevano già da mesi e alla fine l’annunciato abbattimento dell’albero è arrivato ieri. L’intervento è stato ritenuto necessario dopo le analisi effettuate che ne hanno constatato il rischio “estremo” di crollo, col parere positivo della Sovrintendenza ai Beni Culturali e dopo diverse riunioni cui hanno preso parte tecnici ed esperti dell’Università e rappresentanti delle associazioni ambientaliste.

L’albero prima dell’abbattimento

Le operazioni di dismissione – fanno sapere dal Comune – sono state realizzate dal personale di Villa e Giardini. Presenti, tra gli altri, l’assessore al Verde, Sergio Marino ed il presidente della Terza Circoscrizione, Paolo Caracausi. La decisione è stata assunta per il pericolo che l’albero rappresentava per l’incolumità delle persone e per la stabilità della struttura. All’interno dell’albero – avevano spiegato gli esperti – si era aperta una cavità di 30 centimetri alla base del fusto e il legno sano periferico si era ristretto a pochi centimetri, per cui erano venute a mancare le condizioni di stabilità, con il rischio concreto che potesse crollare da un momento all’altro (ve ne abbiamo parlato qui).

L’albero qualche anno fa

L’abbattimento ha alimentato un vivace dibattito – soprattutto sui social – tra favorevoli e contrari, che era già iniziato mesi fa. “L’abbattimento di un albero è sempre un fatto triste – hanno commentato il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore Adham Darawsha -. Lo è ancor di più quando quell’albero è parte di un contesto affascinante e simbolico, come quello dello Spasimo. Purtroppo, proprio perché il complesso dello Spasimo possa tornare pienamente fruibile in sicurezza da tutti, questo intervento si è reso ormai non più rinviabile. Con gli uffici e con la Sovrintendenza valuteremo come mantenerne una simbolica presenza all’interno della navata della chiesa, mentre si lavora a progetti di tutela e valorizzazione dell’intera struttura”.

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