L’ex “fabbrica della luce” di Palermo diventa bene d’interesse culturale

Il complesso che un tempo ospitava la centrale elettrica Enel di via Cusmano, progettata dall’architetto Salvatore Li Volsi Palmigiano nel 1912, è stata sottoposta a vincolo poiché rappresenta “pregevole esempio di architettura industriale novecentesca legato alla storia della città”

di Ruggero Altavilla

L'ex centrale elettrica Enel

Un secolo fa era chiamata la “fabbrica della luce”, nata in un quartiere di Palermo in pieno sviluppo industriale. Oggi gli otto edifici, per oltre quattromila metri quadrati, dell’ex centrale elettrica Enel, sono stati recentemente dichiarati beni di interesse culturale con un decreto firmato dal dirigente generale del Dipartimento regionale ai Beni Culturali, Calogero Franco Fazio.

Edifici dell’ex centrale elettrica su via Cantore

L’ex centrale elettrica, progettata dall’architetto Salvatore Li Volsi Palmigiano nel 1912, – si legge nel decreto – “riveste interesse storico, architettonico particolarmente importante, in quanto rappresenta un significativo e pregevole esempio di architettura industriale novecentesca legato alla storia della sua città e al suo sviluppo industriale”.

Decorazioni liberty degli edifici

L’ex complesso industriale, oggi sede degli uffici di una banca, è stato ristrutturato nel 2011 dopo anni di abbandono. La centrale elettrica rimase in funzione fino al secondo dopoguerra, per essere poi progressivamente dismessa e gli edifici conservano ancora decori e elementi liberty.

Ex centrale elettrica, ingresso di via Cusmano

“Ritenuto necessario definire un’area di rispetto, al fine di evitare che sia messa in pericolo l’integrità del bene culturale, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro, – sottolineano dal Dipartimento dei Beni culturali – sono sottoposte a tutela indiretta la corte interna, i manufatti ivi esistenti, i corpi di fabbrica ivi prospicienti e quelli facenti parte della cortina edilizia su via Generale Cantore”. Ai proprietari del bene – si legge ancora nel decreto – “è fatto divieto di distruggerlo, danneggiarlo o adibirlo ad usi non compatibili con il suo carattere storico, artistico, architettonico, oppure tali da recare pregiudizio alla sua conservazione”.

Quella che si trovava tra via Cusmano e via Cantore fu una delle prime centrali elettriche di Palermo. All’inizio del Novecento la più importante fu quella di via Alessandro Volta, tra il porto e il Castello al mare, che illuminava via Maqueda e via Ruggero Settimo. Fino al 1946 fu attiva anche la centrale di Valdesi che veniva utilizzata principalmente per dare energia alle linee del tram.

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