Le Vie dei Tesori torna a Mazara del Vallo tra chiese gioiello e case d’artista

Terza partecipazione al festival per la città trapanese, che apre undici siti, tra cui il complesso normanno di San Nicolò Regale, che nasconde mosaici romani. Tra le esperienze, si potrà cucinare il couscous e partecipare alla vendemmia. Visite alla dimora della famiglia Lombardo, piena di opere d’arte

di Redazione

Ruderi di Sant'Ignazio

Mille lingue e una sola anima: fenicia, cartaginese, autenticamente araba, poi normanna. Una città multiculturale, dove sembra di camminare in una Casbah, si sente il profumo del couscous e intanto si ammira una casa d’artista. Le Vie dei Tesori torna a Mazara del Vallo, che come ogni anno sarà visitabile con un unico coupon insieme alle vicine Trapani e Marsala. Si parte sabato 10 settembre e si va avanti per tre weekend, sempre sabato e domenica, fino al 25 settembre (qui il programma completo di Mazara).

Uno scorcio di Mazara

Tre fine settimana, per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza”, che cerca di scrollarsi di dosso le restrizioni e le paure post Covid: per due anni, quando la pandemia ha costretto festival e rassegne a rimandare o rinunciare ai programmi, Le Vie dei Tesori ha scelto di provarci lo stesso, riscrivendo ogni visita e ogni percorso nel segno della sicurezza, privilegiando luoghi all’aperto, sostituendo le visite guidate con audioguide d’autore ascoltabili dal proprio smartphone. Oggi che la normalità sembra riacquistata, si torna felicemente allo storytelling nei luoghi, alle visite condotte dai giovani, al racconto delle comunità che si riappropriano degli spazi.

“Questa vetrina per il nostro patrimonio storico-monumentale e culturale ci dà l’occasione di salutare dopo anni la riapertura al pubblico della chiesa arabo-normanna di San Nicolò Regale con i mosaici romani presenti sotto, dopo gli interventi di messa in sicurezza. Proseguiamo l’azione di riqualificazione dei nostri beni monumentali – dicono il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci e l’assessore alla Cultura Germana Abbagnato – con il coinvolgimento dei privati e di tutte le istituzioni che lavorano per un comune obiettivo”. “Preferiamo sempre parlare delle Vie dei Tesori come della proposizione di un modello – dice il presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, Laura Anello – Un luogo non raccontato è un luogo muto: il festival supera campanilismi, attraversa i luoghi e crea reti con la collaborazione di istituzioni e privati. E’ un progetto per i cittadini che recuperano il valore della comunità”.

Uno dei vicoli della Casbah a Mazara

E quest’anno Le Vie dei Tesori sono di nuovo pronte alla sfida: con i Borghi dei tesori che hanno fatto per la seconda volta da apripista – piccoli centri riuniti in una rete sotto l’egida della Fondazione Le Vie dei Tesori sposandone il format; si è appena concluso il festival che ha aperto le porte a una folla festante di visitatori, offrendo chiese, castelli, monasteri, sorgenti, cantine e tanto altro – ecco le prime otto città del 2022 pronte a scendere in campo. Le prime a settembre, oltre alle tre città del Trapanese, sono Bagheria e Termini Imerese, poi Messina, Enna e Caltanissetta. A ottobre toccherà a Carini, Cefalù, Alcamo, Ragusa e Scicli, e naturalmente Palermo e Catania.

Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti: ed è cresciuto ogni anno. Riconquiste per i cittadini e occasioni imperdibili per i turisti. Ma è soprattutto una manifestazione che costruisce reti, e sul posto lavora in stretta collaborazione con i rispettivi Comuni. Con Unicredit come main sponsor – “Una banca vicina al territorio non poteva non sostenere questo festival” dicono Sandro Nocera, direttore mercato Trapani Mattarella e Gaspare Marrone, direttore mercato Marsala, che hanno partecipato alle presentazioni – Le Vie dei Tesori ha saputo creare sinergie e dialogo con Regione, atenei, diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari, con il sostegno di Poste Italiane. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione delle centinaia di giovani che ogni anno si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, esperti del territorio, giornalisti che si mettono in gioco per “far parlare” i luoghi.

IL PROGRAMMA DI MAZARA

Chiesa delle Giummare

Tra le tre città del Trapanese, Mazara del Vallo è stata l’ultima ad aderire al festival, ma lo ha fatto sin da subito con grande trasporto con il supporto logistico di Periferica. Questa è la terza edizione: undici siti (qui per scoprirli tutti) con un focus importante sul complesso di San Nicolò Regale, che mostrerà sia la sua architettura profondamente normanna, quasi una Cuba importante, che i mosaici romani che si trovano proprio sotto la chiesetta e che forse facevano parte della piscina di una domus romana; scoperti nel 1933, abbandonati per anni, sono finalmente di nuovo visibili. Ma la chiesetta è solo un punto di partenza: in quella che fu la più estesa e ricca Diocesi di Sicilia, voluta da re Ruggero, il festival porterà alla scoperta della Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto (o delle Giummarre) che secondo la tradizione, parrebbe risalire al 1085, anche se gli storici non sono d’accordo tra loro sulla datazione. È considerato un monumento normanno fra i più interessanti del periodo, unico esempio in Sicilia occidentale di copertura a volta a botte traversa, con estradossi a vista.

Sant’Ignazio

Molto interessante la cappella del Seminario di fine Settecento, a forma ovoidale. All’interno, la biblioteca custodisce un Fondo antico con i tomi più preziosi, ma in tutto conta 45mila volumi, tra manoscritti, incunaboli, cinquecentine, libri pubblicati tra il 1660 e il 1850. Tra i pezzi più importanti, quattro pergamene che risalgono al XIII e al XIV secolo, e un rarissimo Diario di Gian Giacomo Adria, sulla storia e geografia mazarese. Ritornano le visite a quel luogo magico che è Sant’Ignazio dei Gesuiti, un rudere a cielo aperto, costruita tra il 1701 ed il 1714, crollata nel 1927 per un dissesto strutturale e da allora priva di copertura; nell’ultimo trentennio della sua vita fu Cattedrale, poi chiusa al culto e trasformata in deposito e vivaio comunale.

San Francesco

C’è poi San Francesco nata in stile arabo-normanno, che divenne convento francescano, caserma dei carabinieri, poi carcere femminile, fino al 1970 quando fu abbandonata: è stata restaurata da un paio d’anni; San Michele Arcangelo, la chiesa del Monastero delle Benedettine, un tesoro barocco inaspettato, con uno stupendo pavimento di maiolica cosparso di fiori splendenti. E se il Collegio dei Gesuiti oggi si è trasformato in uno spazio espositivo (ospita una sala dedicata a Pietro Consagra), i tesori della Diocesi trovano spazio al Seminario dei Chierici che ospita il Museo Diocesano: tra i pezzi più importanti, la splendida croce processionale della chiesa madre di Salemi, datata 1386, e una collezione di reliquiari, tra cui quello di Santa Rosalia. Bellissime le sculture: il monumento funebre del vescovo Montaperto di Domenico Gagini, le statue di Sant’Ignazio e San Bartolomeo e un drammatico Christus patiens in alabastro carnicino attribuito al Marabitti.

Casa Lombardo

Dall’inventiva di Emmanuele e Francesca, e della figlia Tania, è nata una “casa d’artista” che schiaccia l’occhio a Gaudì: Casa Lombardo è un cantiere aperto, casual, pop, una sorta di Biennale di Venezia in piccolo. Emmanuele crea le sue sculture en plein air, Francesca disegna e realizza mobili e suppellettili, Tania appende le sue tele. La visita si chiude al Teatro Garibaldi, vera e rivoluzionaria “sala del popolo” che costò 2355 ducati ai cittadini e fu costruito in soli tre mesi utilizzando il legno delle barche dismesse. Due le passeggiate in programma: alla scoperta della casbah by night e del quartiere più multiculturale che esiste; e un tour nei quartieri storici (San Giovanni, San Francesco, Giudecca e Xitta) dell’antica città murata (qui per prenotare).

LE ESPERIENZE

Baglio Aimone

Incocciare il couscous, partecipare alla vendemmia o assistere a una visita teatralizzata al Collegio dei Gesuiti. Esperienze da non perdere a Mazara (qui per prenotare): alla cooperativa Habibi si prepara il couscous alla maniera antica e alla fine si può anche assaggiare con un brick tunisino sì, ma ingentilito dal gambero rosso di Mazara e da un calice di vino locale. Invece lo storico baglio Aimone sarà solo uno spunto per avvicinare la riserva naturale integrale di Lago Preola e Gorghi Tondi, cuore dell’oasi protetta Wwf. Sarà possibile seguire la vendemmia e partecipare a una visita guidata della cantina e una degustazione. Infine il drammaturgo Giovanni Isgrò da tempo studia le vicende dei primi missionari perseguitati in terra giapponese: ci ha costruito sopra un racconto teatrale che recupa la figura di padre Giovanni Matteo Adami, gesuita mazarese martirizzato a Nagasaki nel 1633. Padre Bartoli illustrerà i principali supplizi a cui erano sottoposti i missionari cristiani.

COME PARTECIPARE

È stata istituita ovunque la prenotazione on line, che non è obbligatoria ma caldamente consigliata: per quel che riguarda le visite nei luoghi basterà acquisire il coupon su www.leviedeitesori.com o all’info point allestito alla Pro Loco di Mazara, aperta sabato e domenica dalle 10 alle 13.30 e dalle 16 alle 19.30. Per passeggiate ed esperienze, prenotazioni e coupon sul sito internet (senza la garanzia di trovare posto) sui luoghi di raduno. Per informazioni telefonare allo 091 8420004, tutti i giorni dalle 10 alle 18.

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