Le mille vite di “Nessun dorma”

La romanza di Turandot, tra le più celebri del repertorio operistico, è diventata anche icona musicale pop, inselvatichita da numerosi arrangiamenti

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Palco all’opera
di Giovanni Mazzara

Giovanni Mazzara
Giovanni Mazzara

“Nessun dorma”, romanza di Turandot tra le più celebri del repertorio operistico, è diventata anche icona musicale pop, inselvatichita da numerosi arrangiamenti e colonna sonora di eventi sportivi e politici di ogni tipo. Non volendo scomodare i grandi interpreti che l’hanno eseguita nel tempo: da Jussi Bjorling a Miguel Fleta, da Franco Corelli a Luciano Pavarotti, mi piace proporvi le interpretazioni di due donne grandi interpreti della musica pop.

La prima è Aretha Franklin accompagnata da grande orchestra e coro. L’arrangiamento è al limite del buon gusto, le lingue cantate sono tre: italiano, inglese e quella inventata dalla stessa Franklin. La presenza del bambino alla fine del brano è molto kitsch. Ma la voce e la presenza scenica della Franklin meritano l’ascolto (qui il brano).

Un’altra interprete femminile ci presenta la sua versione di “Nessun dorma”: Mina. Qui l’arrangiamento è decisamente pop (ascolta) e la differenza la fa l’interpretazione della grande cantante che in questo brano inciso nel 2009, alla soglia dei 70 anni, ci incanta con la sua voce ancora fresca porgendo le parole con una intensità pari alla struggente dolcezza del suo canto.

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