Nasce il comitato per la candidatura a Patrimonio dell’Umanità della collina, un tempo vulcano preistorico, scrigno di tesori e testimonianze archeologiche
di Marco Russo

È un vulcano preistorico spento che domina la valle del Simeto. La collina su cui sorge Paternò, l’antica Hybla Major che ha origini antichissime, ancor prima dei Greci, si candiderà a diventare sito Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. È nato il comitato promotore per la candidatura dell’Acropoli di Paternò tra i tesori della World Heritage List. A renderlo noto è la sezione Hybla Major dell’Archeoclub d’Italia, presieduta dall’architetto Francesco Finocchiaro, che fa parte del comitato.

“L’acropoli di Hybla, costituisce un unicum nel paesaggio etneo. Antico vulcano, formatosi prima dell’ Etna – spiega Finocchiaro – , costituisce una delle più importanti polarità del territorio. Cerniera alla scala geografica, guarda l’Etna e si pone come landmark iconico della sacralità del paesaggio. I suoi giacimenti culturali, archeologici, monumentali, antropologici, artistici e naturalistici lo candidano autorevolmente a diventare Patrimonio dell’Umanità”.

“L’obiettivo di questo comitato tecnico-scientifico – prosegue l’architetto – è quello di avviare un percorso di ricerca, di valorizzazione e di promozione al fine di candidare questo ecosistema integrato a Patrimonio dell’Unesco. Auspicando che tale lavoro, acceleri il processo di costituzione del Parco urbano dell’Acropoli e l’avvio di scavi archeologici sistematici per svelare il ricco patrimonio sommerso”.

Del comitato, oltre a Finocchiaro, fanno parte l’artigiano della pietra lavica, Barbaro Messina; l’archeologa Rosalba Panvini; lo storico Francesco Giordano; il docente Salvo Lombardo, le studentesse Sofia Laudani e Maria Chiara Papa; la giornalista Mary Sottile e il sacerdote Salvatore Alì. Il gruppo sarà impegnato a sviluppare iniziative inclusive e partecipative per aggregare nuovi partner, coinvolgendo le istituzioni pubbliche e private, le professioni e le scuole, le associazioni e le università.

Le origini di Paternò sono antichissime. Scoperte archeologiche testimoniano che le origini dei primi insediamenti nell’attuale città di Paternò risalgono all’epoca di Thapsos, che si colloca tra il 1050 e l’850 avanti Cristo. Scavi sulla collina, hanno evidenziato ritrovamenti di età preistorica, greca, romana, bizantina e normanna. L’Acropoli storica e monumentale, è considerata un vulcano preistorico spento, un nek di lava basaltica, sulla quale sono stati costruiti i monumenti più importanti e rappresenta un unicum suggestiva bellezza. Il nucleo originale dell’attuale centro abitato è tutto concentrato all’interno delle fortificazioni della collina normanna che conserva, a tutt’oggi, intatti tesori architettonici. Spicca fra tutti il castello costruito nel 1072 da Ruggero II, re dei Normanni, fulcro del rinnovamento edilizio e della prospera vita feudale.
(Nella prima foto grande in alto, l’Acropoli di Paternò – foto Salvo Santangelo)