La presidente della Commissione europea presente all’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo, insieme al Capo dello Stato, Sergio Mattarella: “L’Isola potrà diventare un Paese per giovani”
di Antonio Schembri

Prima l’inno italiano, poi quello ufficiale dell’Unione Europea, ovvero l’Inno alla Gioia scritto da Schiller e messo in musica esattamente due secoli fa da Beethoven. La Fanfara dei Carabinieri ha segnato così, con le note più simboliche di speranza, unità e fratellanza l’apertura dell’anno accademico questa mattina all’aula magna della facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo, alla presenza della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Un appuntamento storico per Palermo in questo 2023, proclamato “Anno europeo delle competenze”; e a un anno, domani, dall’inizio in Ucraina di quella che era stata annunciata Vladimir Putin come un’operazione speciale di breve durata e che invece è oggi una guerra sanguinosa e dai risvolti inquietanti a fronte di un’azione diplomatica che non trova ancora varchi dai quali far passare il dialogo e l’urgenza di riporre le armi.
Semplice e forte il significato della presenza della massima carica continentale di fronte a una platea di 500 persone, di cui 250 studenti: la cultura non può avere confini, è transnazionale, transfrontaliera e, a maggior ragione in un momento come quello attuale, deve tendere alla ricongiunzione delle fratture tra popoli.

“Cari studenti”, così ha esordito in italiano, citando poi Goethe: “La Sicilia, chiave di tutto. Oggi, la vostra terra è, più che mai, il centro dell’Europa anche se in questo momento storico, le giovani generazioni se ne sentono lontane. La Sicilia si sta spopolando ma gli investimenti e le riforme previste dal Pnrr, potranno farla diventare un ‘Paese per giovani’”. Oggi, ha ricordato la presidente “un giovane su tre non lavora né studia e, tra le donne, meno di una su tre ha un impiego. Le cose devono cambiare, i presupposti ci sono”.
Il riferimento è al piano di ripresa “Next Generation Eu”: “Vogliamo generare opportunità e nuovi posti di lavoro sostenibili in tutta l’Unione Europea e su questa base l’Italia è il principale beneficiario di questo vasto piano di investimenti, secondo la Banca d’Italia creerà 375mila nuovi posti di lavoro nel vostro Paese, con almeno il 40 per cento delle risorse concentrate sul Mezzogiorno”.

Scelta “dirompente”, quella di investire sui giovani: così la ha definita il ministro dell’Università Anna Maria Bernini, intervenuta subito dopo. “Il 2022 è stato l’Anno europeo dei giovani, quest’anno è delle competenze e in questo leggo un messaggio autentico di futuro, una strategia che serve non solo per i giovani ma a coinvolgerli dal basso invogliandoli a partecipare nella costruzione di una cultura etica dell’innovazione e del progresso, che non perda mai il contatto con la dimensione umana”.

L’Università deve puntare su obiettivi pragmatici. “Anche e soprattutto su ciò che l’impresa vuole. La buona strada è il tracciato dello scorso anni, nel quale abbiamo siglato 3mila accordi – ha detto il rettore dell’ateneo di Palermo Massimo Midiri – . In Sicilia non abbiamo certo un grande tessuto imprenditoriale, ma una piccola e media impresa con ormai tanti esempi d’eccellenza. Questo capitale se adeguatamente sostenuto è in grado di dare ai nostri ragazzi una offerta lavorativa di sicuro migliore di quella che un giovane può trovare al nord con uno stipendio di 900 euro, che rappresenta la possibilità concreta di diventare un nuovo povero. Un impiego di partenza da Palermo, con una retribuzione anche di 1.100-1.200 euro al mese può costituire una buona rampa d’avvio per un giovane e la possibilità di sviluppare economie nel territorio regionale. è giusto che i ragazzi entrino nell’ordine di idee di viaggiare, andare a lavorare all’estero per acquisire conoscenze e know how. Per poi metterle in campo in Sicilia, ritornandovi”.

Di “grande intesa” tra la Regione Siciliana e le università dell’Isola ha parlato il governatore Renato Schifani, che nelle scorse settimane ha incontrato i quattro rettori degli atenei siciliani. “Un dialogo costante con le università – ha dichiarato Schifani – è fondamentale per una crescita culturale ed economica della nostra terra, anche in vista delle grandi sfide a cui siamo chiamati con l’utilizzo dei fondi del Pnrr. Sono grato per la presenza oggi qui a Palermo delle massime istituzioni nazionali ed europee, perché è un forte segnale di attenzione nei confronti del mondo accademico e dei nostri giovani”.