La sfida di Castelbuono candidata alla rete delle città creative Unesco

In attesa dell’uscita del bando prevista per la prima metà di marzo, il paese madonita, ricco di tesori culturali e eccellenze gastronomiche, punta a entrare nella rete di cui fanno parte 295 città nel mondo, di cui 13 in Italia

di Redazione

Castelbuono (foto di Matthias Süßen, Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 4.0)

È una rete dove al momento non si contano città italiane a sud di Roma. Un laboratorio di idee e di esperienze innovative per lo sviluppo urbano sostenibile. Castelbuono, piccolo borgo delle Madonie ricco di eccellenze culturali e gastronomiche, ha annunciato la candidatura per entrare nel circuito delle Città creative Unesco nel 2023, nel settore della gastronomia.

Il logo della candidatura

In attesa dell’uscita del bando prevista per la prima metà del mese di marzo 2023, ieri nella sala “Caduti di Nassirya” di Palazzo Madama, alla presenza, tra gli altri, del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e su invito del senatore Alessandro Alfieri, il sindaco di Castelbuono, Mario Cicero, ha raccontato l’impresa collettiva che il paese ha iniziato a giugno 2022. In trasferta al Senato, trovano posto, anche amministratori e imprenditori locali, tra cui i Fiasconaro, storica famiglia pasticcera di Castelbuono, che esporta in tutto il mondo il suo celebre panettone.

Piazza Margherita (foto Davide Mauro, Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 4.0)

Puntando sulle sue eccellenze, dal tartufo ai funghi, dal miele al vino, passando per l’olio evo e l’alta pasticceria, il borgo madonita mira a far parte della rete creata nel 2004 per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile. Un circuito di cui fanno parte 295 città nel mondo, di cui 13 in Italia.

Il Castello dei Ventimiglia (foto di LigaDue, Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 3.0)

Castelbuono si presenta all’appuntamento con un’ampia gamma di prodotti che la rendono riconoscibile in Italia e nel mondo. Su tutti, la manna delle Madonie. Dolcificante naturale e simbolo del territorio, la cui produzione rappresenta un’antichissima usanza. Quindi, l’olio Crastu, il miele biologico – presidio Slow food – derivante dall’ape nera sicula e il “basilico” che non è un’erba ma un fungo simbolo del luogo, a cui si aggiungono diverse varietà come ovoli, porcini e cardoncelli. E ancora mandorle, limone, pistacchio e la celebre provola delle Madonie.

Matrice Nuova (foto Davide Mauro, Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 4.0)

“Quando una zona si afferma per le sue qualità, artistiche, storiche o culinarie, ha il diritto di essere supportata dalle istituzioni, un diritto che si guadagna con il lavoro e la creatività. E Castelbuono è un posto ideale”, ha detto il presidente del Senato, La Russa, a cui ha fatto eco il sindaco, Mario Cicero, che ha raccontato il suo paese, fiero dei prodotti locali: “Noi – spiega il primo cittadino – facciamo pure la raccolta differenziata con gli asini”, dice sottolineando l’attenzione all’ambiente che caratterizza il suo territorio.

Castebuovo inoltre è tra i comuni siciliani più attivi per la programmazione di eventi d’arte, sport, musica e cultura. Tra questi, Castelbuono Jazz Festival, Ypsigrock, Castelbuono classica, Il DiVino festival e Funghi fest. Ora la candidatura in Senato, per il riconoscimento Unesco, come già avenuto per Alba, Bergamo, Biella, Bologna, Carrara, Como, Fabriano, Milano, Modena, Parma, Pesaro, Roma e Torino.

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