In attesa del bando per il teatro, nascerà la nuova biglietteria, con servizi, bookshop, caffetteria e un belvedere collegato a un sentiero
di Redazione

Da trent’anni è prigioniero di un’intelaiatura di tubi d’acciaio e pannelli in vetroresina. Una “gabbia” che col tempo è diventata anche pericolosa: non solo non è più una protezione, ma perde pezzi che volano via col vento, mettendo a rischio sia i visitatori che i custodi. Il teatro greco di Eraclea Minoa, come tutta l’area archeologica, è in attesa di rinascere insieme a un progetto di restyling che ridisegna il sito, rileggendolo anche come un tutto composito che guarda anche al lato green, al paesaggio che lo abbraccia e al mare che sembra proteggerlo da vicino.

Quello di Eraclea fa parte dei 40 siti gestiti, valorizzati e salvaguardati dal Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento che ha deciso di impegnare risorse proprie – circa 300mila euro – in attesa di lanciare il bando internazionale per il restauro completo dell’area archeologica. Sito che non è soltanto il famoso teatro greco, costretto sotto l’ormai vetusto “relitto” della copertura, ma anche uno straordinario complesso di case del quartiere adiacente, con affreschi, mosaici e una delle cortine murarie tra le più interessanti della Sicilia occidentale: l’antica Heraclea citata da Erodoto e da Cicerone, fondata dai coloni greci di Selinunte nel VI secolo avanti Cristo, passata dalle mani dei romani, coinvolta in una serie di guerre e progressivamente abbandonata prima del I secolo dopo Cristo.

Il Parco – si legge in una nota – ha deciso quindi di intervenire su più versanti, “rileggendo” il sito nel suo complesso, anche come un unicum dal punto di vista naturalistico. Un progetto che sarebbe già dovuto partire lo scorso febbraio, ma è stato ritardato dal primo lockdown. Se da un lato sono stati già sostituiti alcuni dei pannelli della copertura, mettendola in sicurezza – lavori costati 8.763 euro -, dall’altro il Parco è al lavoro, con CoopCulture concessionaria dei servizi aggiuntivi, per la sistemazione dell’intera area, la realizzazione dei nuovi bagni, il rifacimento delle biglietterie e dei desk di accesso, che verranno forniti di un bookshop e di una caffetteria con area ristoro (impegnati 170mila euro).

Il Parco sta coinvolgendo i suoi archeologi per il completo riallestimento dell’Antiquarium che ospita reperti importanti, e per i nuovi materiali a supporto della visita. E siccome Eraclea Minoa gode di una posizione magnifica, affacciata sulla marna bianca che guarda il Mediterraneo, il progetto comprende anche l’allestimento di un percorso che condurrà ad un nuovo belvedere, da cui godere del panorama e, seguendo il sentiero, molto amato dagli sportivi, raggiungere la spiaggia sottostante. E, visto che Eraclea Minoa è ancora oggetto di scavi clandestini, con 35mila euro si è anche provveduto al sistema di videosorveglianza dell’area, finora mai pensato o realizzato.

Nel frattempo, si sta procedendo ai rilievi fotogrammetrici, all’analisi e consistenza del terreno, con studi di fattibilità e elaborazione di modelli 3D del teatro, dal momento che per definire al meglio di progetto, non si può lanciare un bando internazionale, se prima non si conosce perfettamente lo stato del luogo, sopra e sotto. “La nostra Sicilia – sottolinea l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà – ha una prepotente bellezza accresciuta anche da importanti aree archeologiche, ma queste, purtroppo, non sempre sono state tenute in condizioni dignitose e, talvolta, luoghi unici al mondo sono stati poco valorizzati. Uno di questi è Eraclea Minoa che, dopo decenni, è pronta per rinascere a nuova vita, grazie a questi primi interventi che saranno in grado di migliorarne la fruizione”.

“Il teatro greco di Eraclea Minoa è in un pessimo stato di conservazione – conferma il direttore del Parco archeologico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta -. Ma è soltanto il più evidente tra i problemi che affliggono l’intera area archeologica, oggetto di restauri che, nonostante le migliori intenzioni e le più audaci intuizioni progettuali, non hanno fatto altro che ledere la già delicata conservazione del sito. Purtroppo, in assenza di un progetto complessivo di musealizzazione-protezione, il teatro è rimasto sotto l’ombrello della copertura di cantiere che doveva essere un intervento-tampone per avviare i lavori e invece è ancora lì, dopo trent’anni. Oggi non è più possibile aspettare”.