Vicino a Castelvetrano si trova un banco roccioso scavato dall’acqua, che ha svolto per secoli la funzione di vedetta sul territorio
di Emanuele Drago*

A pochi chilometri a Castelvetrano, non distante dall’area costiera del territorio sudoccidentale della Sicilia, si trova un banco roccioso dal caratteristico profilo. Si tratta di una possente formazione costituita da calcarenite molto friabile che viene anche impropriamente chiamato castello della valle del Belice. Ma come è stato possibile questo miracolo della natura?

Nelle varie ere geologiche, l’emersione del fondo marino ha esposto questo territorio a profonde trasformazioni, mutazioni favorite dall’azione erosiva del mare, dei venti e del corso dei fiume. Così, il corso del basso fiume Belice, oltre ad aver scavato un’ampia vallata, ha anche intersecato un affluente che nei mesi invernali diventava un vero e proprio violento torrente. Questo corso d’acqua, che si trova a circa dieci chilometri dalla costa e dalla foce del fiume, nei millenni ha scavato un profondissimo e stretto vallone che oltre ad avere isolato la parte del territorio compreso tra i due corsi fluviali, ha anche creato una penisola terrestre dalla particolare forma a sella di cavallo, che ha svolto per secoli la funzione di vedetta sull’intera vallata, tant’è che fin dalla preistoria gruppi umani l’avevano scelta come luogo dove abitare in piena sicurezza.

Proprio per questo suo particolare aspetto, più che per quello che era stato costruito sopra, il sito viene chiamato castello del Belice, in seguito mutato in Castello della Pietra. Un luogo strategico a strapiombo sulla valle che venne citato intorno al 1140 dallo stesso Idrisi nella sua Geografia. L’ultima e più recente notizia documentale proviene dalle pagine delle carte pubbliche della città di Castelvetrano, che furono redatte nel 18esimo secolo. Qui il suggestivo luogo viene indicato prima come Pietra, poi come castello del Belice e infine come castello della Pietra.

Raggiungerlo è un po’ complicato, poiché ricade nell’area privata denominata Baglio Vecchio. Chi avesse la fortuna di accedervi, magari tramite la tenuta privata (a quanto pare la strada sterrata interpoderale conduce a un cancello) si accorgerà che in prossimità della rocca il panorama cambia improvvisamente, offrendo alla vista una vegetazione spontanea ricca di piante selvatiche. Superati arbusti e la sterpaglia si giunge a una cordonata da cui è possibile iniziare la faticosa risalita verso la zona sommitale della grande terrazza che dà sulla valle del Belice. Ancora una volta, ci piace rimarcare il fatto che il luogo, proprio per il grande fascino, meriterebbe di essere valorizzato e incluso tra gli itinerari culturali e naturalistici più insoliti della nostra Isola.
(La prima foto grande in alto è stata concessa dal sito www.castelvetranoselinunte.it)
*Docente e scrittore