La Cattedrale svela una cripta chiusa da più di un secolo

La ritrovata tomba dei sacerdoti beneficiali è stata resa fruibile e arricchisce il percorso di visita all’interno della maggiore chiesa di Palermo

di Giulio Giallombardo

Dovevano servire il coro, eccellere nel “canto fermo” e soprattutto essere palermitani. Erano i sacerdoti beneficiali le cui spoglie riposavano in una cripta della Cattedrale che adesso è stata resa fruibile per la prima volta dopo più di un secolo. È un nuovo spazio che si aggiunge al percorso di visita della più importante chiesa di Palermo, che in questi giorni ha riaperto le tombe reali e i tetti, accogliendo i primi turisti che iniziano a fare capolino in città.

La cripta dei Beneficiali

La cripta dei Beneficiali si trova sotto la cappella della Madonna della Lettera, accanto alla biglietteria all’ingresso della Cattedrale. Era coperta da una lapide scritta in latino che indicava la tomba dei sacerdoti: “Chiamati dal coro in Paradiso i sacerdoti beneficiati custodiscono qui le proprie mortali spoglie”, è scritto sulla lapide che adesso è stata posta all’interno della cripta. Una lunga scala scende sotto la cappella portando a un ambiente spoglio, ben illuminato, dove in una nicchia coperta da un pannello trasparente sono conservate alcune ossa dei sacerdoti che erano lì sepolti.

 

Lo spazio è stato recuperato durante i mesi di chiusura grazie a un intervento di riqualificazione portato avanti dalla parrocchia. “Era uno spazio chiuso da tantissimo tempo e di cui nessuno si ricordava più – spiega a Le Vie dei Tesori News, Filippo Sarullo, parroco della Cattedrale e direttore del Museo Diocesano di Palermo – . Abbiamo rimosso la lapide e reso fruibile questo spazio che va ad arricchire il nostro percorso di visita. Presto apriremo un’altra cripta, quella dei canonici della nostra Cattedrale, ci stiamo lavorando e presto sarà aperta”.

Ossa custodite nella cripta

I padri beneficiali – si legge in una guida di Gaspare Palermo del 1816 – erano eletti “dall’Arcivescovo ed in sede vacante al Re, a patto che debbano essere Palermitani. Il di loro abito giornaliero è l’almuzio nero, ed il rocchetto, e nei giorni di solennità la cappa magna, ma a differenza di quella dei Canonici il cappuccio è di color cenericcio senza potere usare l’armellino. Sono obbligati a servire il coro e debbono essere periti nel canto fermo. Gli appersonati si distinguono dagli altri Beneficiali dalla fascetta di raso rosso che portano nell’almuzio”.

“Nei prossimi giorni riapriremo anche la grande cripta dei vescovi e il tesoro – conclude monsignor Sarullo – così completeremo il percorso di visita augurandoci che arrivino sempre più turisti”.

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