“La Bella addormentata” al Bellini di Catania

Lo spettacolo, con la coreografia in chiave contemporanea di Matteo Levaggi, nasce dalla collaborazione con il Massimo di Palermo. Sarà in scena nel capoluogo etneo dal 9 al 14 ottobre

di Redazione

Il classico dei classici del balletto, La bella addormentata di Čajkovskij, dopo tre anni di assenza ritorna sul palcoscenico del Teatro Massimo Bellini di Catania in una nuova, sorprendente coreografia firmata da Matteo Levaggi, che ne propone un’ardita interpretazione contemporanea non priva di effetti speciali: su tutti la pioggia di tremila rose bianche, a conclusione del brano più celebre dell’intera partitura, l’Adagio della rosa.

Una creazione che vede impegnato il Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo in uno spettacolo raffinato e poetico che, dopo il successo della creazione palermitana dello scorso dicembre delle otto applauditissime recite, approda al Teatro Bellini di Catania, dove sarà in scena dal 9 al 14 ottobre: “Un sogno in cui mondi ed epoche diverse si incontrano in totale libertà creativa”, come ha dichiarato lo stesso Levaggi. Dopo il successo della Traviata del marzo scorso, presentata in un allestimento palermitano dovuto a Mario Pontiggia, il Teatro Massimo Bellini di Catania rinnova così la collaborazione con il Massimo teatro del capoluogo isolano, con cui ha avviato una sinergia particolarmente significativa sotto il profilo artistico e produttivo.

La bella addormentata sarà diretta dal maestro russo Mikhail Agrest. Nella nuova creazione di Levaggi la piccola Aurora (Romina Leone, secondo cast Yuriko Nishihara) è un’orfana, libera e intraprendente come una ragazza contemporanea, che vive in un incantevole palazzo con un paggio (Alessandro Cascioli, secondo cast Giovanni Traetto): sul fondo della scena, disegnata da Antonino Di Miceli, campeggiano due troni vuoti – e fors’anche una culla vuota, al proscenio. Vuole decidere liberamente della propria vita, senza bisogno di una Fata: per questo si addormenta, pungendosi con un mazzo di rose, in un universo in cui le fate sono boccioli di fiori. Tutt’intorno molti personaggi en travesti: non soltanto la Fata Carabosse, come da tradizione (Vincenzo Carpino, poi Riccardo Riccio), ma anche quella dei Lillà, interpretata da Andrea Mocciardini. Il principe è Michele Morelli (secondo cast Alessandro Cascioli), in una compagnia che assembla i più validi elementi del Corpo di ballo del Massimo di Palermo, impegnati e complici in quest’intenso itinerario creativo. Particolarmente originali i costumi, con tocchi di ironica originalità nel divertissement dell’ultimo atto, realizzati dagli allievi del Master di Costume dell’Accademia Costume & Moda di Roma, coordinati da Andrea Viotti.

Il sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo Francesco Giambrone sottolinea “l’importanza di questa collaborazione, che vede il Corpo di ballo del Teatro Massimo impegnato non solo nella città di Palermo. Penso che sia giusto che i corpi di ballo delle fondazioni liriche rimasti attivi debbano rappresentare una risorsa non solo per il teatro a cui appartengono ma per l’intero territorio, contribuendo così a promuovere la cultura della danza e del balletto non solo nella città in cui si trovano ma in una zona più vasta”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il sovrintendente del Teatro Massimo Bellini di Catania, Roberto Grossi: “Fare rete e circuitare nell’Isola la grande lirica e la grande danza è alla base della sinergia, sempre più stretta, avviata da tempo tra il Bellini e il Massimo di Palermo, un obiettivo tanto concreto quanto ambizioso che stiamo focalizzando per tradurlo in azioni coordinate, al servizio di un più vasto pubblico di residenti e turisti”.

Lo spettacolo, con la coreografia in chiave contemporanea di Matteo Levaggi, nasce dalla collaborazione con il Massimo di Palermo. Sarà in scena nel capoluogo etneo dal 9 al 14 ottobre

di Redazione

Il classico dei classici del balletto, La bella addormentata di Čajkovskij, dopo tre anni di assenza ritorna sul palcoscenico del Teatro Massimo Bellini di Catania in una nuova, sorprendente coreografia firmata da Matteo Levaggi, che ne propone un’ardita interpretazione contemporanea non priva di effetti speciali: su tutti la pioggia di tremila rose bianche, a conclusione del brano più celebre dell’intera partitura, l’Adagio della rosa.

Una creazione che vede impegnato il Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo in uno spettacolo raffinato e poetico che, dopo il successo della creazione palermitana dello scorso dicembre delle otto applauditissime recite, approda al Teatro Bellini di Catania, dove sarà in scena dal 9 al 14 ottobre: “Un sogno in cui mondi ed epoche diverse si incontrano in totale libertà creativa”, come ha dichiarato lo stesso Levaggi. Dopo il successo della Traviata del marzo scorso, presentata in un allestimento palermitano dovuto a Mario Pontiggia, il Teatro Massimo Bellini di Catania rinnova così la collaborazione con il Massimo teatro del capoluogo isolano, con cui ha avviato una sinergia particolarmente significativa sotto il profilo artistico e produttivo.

La bella addormentata sarà diretta dal maestro russo Mikhail Agrest. Nella nuova creazione di Levaggi la piccola Aurora (Romina Leone, secondo cast Yuriko Nishihara) è un’orfana, libera e intraprendente come una ragazza contemporanea, che vive in un incantevole palazzo con un paggio (Alessandro Cascioli, secondo cast Giovanni Traetto): sul fondo della scena, disegnata da Antonino Di Miceli, campeggiano due troni vuoti – e fors’anche una culla vuota, al proscenio. Vuole decidere liberamente della propria vita, senza bisogno di una Fata: per questo si addormenta, pungendosi con un mazzo di rose, in un universo in cui le fate sono boccioli di fiori. Tutt’intorno molti personaggi en travesti: non soltanto la Fata Carabosse, come da tradizione (Vincenzo Carpino, poi Riccardo Riccio), ma anche quella dei Lillà, interpretata da Andrea Mocciardini. Il principe è Michele Morelli (secondo cast Alessandro Cascioli), in una compagnia che assembla i più validi elementi del Corpo di ballo del Massimo di Palermo, impegnati e complici in quest’intenso itinerario creativo. Particolarmente originali i costumi, con tocchi di ironica originalità nel divertissement dell’ultimo atto, realizzati dagli allievi del Master di Costume dell’Accademia Costume & Moda di Roma, coordinati da Andrea Viotti.

Il sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo Francesco Giambrone sottolinea “l’importanza di questa collaborazione, che vede il Corpo di ballo del Teatro Massimo impegnato non solo nella città di Palermo. Penso che sia giusto che i corpi di ballo delle fondazioni liriche rimasti attivi debbano rappresentare una risorsa non solo per il teatro a cui appartengono ma per l’intero territorio, contribuendo così a promuovere la cultura della danza e del balletto non solo nella città in cui si trovano ma in una zona più vasta”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il sovrintendente del Teatro Massimo Bellini di Catania, Roberto Grossi: “Fare rete e circuitare nell’Isola la grande lirica e la grande danza è alla base della sinergia, sempre più stretta, avviata da tempo tra il Bellini e il Massimo di Palermo, un obiettivo tanto concreto quanto ambizioso che stiamo focalizzando per tradurlo in azioni coordinate, al servizio di un più vasto pubblico di residenti e turisti”.

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