In vendita torre cinquecentesca abbandonata sui monti di Palermo

Soffocata dal complesso dell’ex Ambassador Park di contrada Inserra, alle falde di monte Billiemi, la Torre di Bifalà è in cerca di nuovi proprietari. Nell’annuncio è descritto come un semplice rustico, senza alcun riferimento alla storia del bene, che risale almeno al 1530, ma che probabilmente ha origini più antiche

di Giulio Giallombardo

La Torre di Bifalà

Nascosta tra anonimi annunci di vendita, come un qualsiasi rustico abbandonato, c’è una torre cinquecentesca che domina Palermo, alle falde di monte Billiemi. Sfregiata dallo scheletro dell’Ambassador Park, ex ristorante e sala trattenimenti molto in voga tra gli anni ’80 e gli inizi del 2000, la Torre di Bifalà è oggi in cerca di nuovi proprietari. In un portale online di annunci immobiliari, uno degli edifici più antichi di contrada Inserra, alle spalle della collina di Bellolampo, è in vendita per 170mila euro.

La Torre di Bifalà nelle campagne di Inserra

Nell’annuncio è descritto come un semplice rustico, senza alcun riferimento alla storia e allo stile architettonico del bene: una costruzione che risale almeno al 1530, ma che probabilmente ha origini ancora più antiche. “Vendesi casale di 360 metri quadrati su tre livelli con più di 10 vani. L’immobile ha una corte di 260 metri quadrati circa. Totalmente da ristrutturare”. Questo riporta l’annuncio, trascurando che si tratta di un edificio storico, seppur in stato di abbandono.

Le mura della torre e sullo sfondo l’insegna dell’Ambassador

“Ricordo che in un primo annuncio era addirittura descritto come rustico del Novecento e messo in vendita a un prezzo stracciato molto più basso”. Così racconta Fabrizio Giuffrè, giovane architetto palermitano, nato e cresciuto a Cruillas, esperto conoscitore del suo quartiere e autore del libro “Cruillas: storia e memorie di una antica borgata”. Adesso, il prezzo di vendita è più che raddoppiato, anche se per ristrutturare la torre l’investimento dovrebbe essere ancora più consistente.

“Seppur la torre si presenti oggi sotto un aspetto dimesso e degradato, il paesaggio circostante sembra rimasto pressoché immutato nel tempo e vi si riesce ancora a respirare l’atmosfera dei secoli passati. La più antica notizia sull’esistenza di questo agglomerato agricolo – ricostruisce Giuffrè – , risale al 1530, anno in cui Giovanni Ventimiglia impose a Pietro Berlione un censo sulle sue vigne, torri e case sul monte Billiemi. Le fabbriche pervennero prima del 1546 a Scipione Conches per il suo matrimonio con Giovanella Berlione che alla sua morte, donò tutti i suoi beni al monastero dell’Immacolata Concezione. Un anno dopo, le monache vendettero la tenuta a Vespasiano Regna Inserra, parente della Berlione. L’Inserra acquistò altri appezzamenti di terreno limitrofi, restaurò la torre e costruì una grande gebbia per l’irrigazione dei campi”.

La Torre di Bifalà accanto all’ex Ambassador Park

Fino a mezzo secolo fa, inoltre, era presente la chiesetta settecentesca fatta costruire dal primo principe di Granatelli, Baldassarre Maccagnone, che nel 1730 dimezzò l’altezza della torre. Negli anni ’70 del secolo scorso, parte del baglio e della cappella furono demoliti durante i lavori di costruzione dell’Ambassador Park, e a salvarsi – ricorda Giuffrè – fu soltanto il dipinto posto sull’altare conservato dai conti Naselli di Gela, che alla fine dell’Ottocento acquistarono la tenuta.

Monte Pellegrino da Inserra

Davanti alla torre, inoltre, c’è ancora l’antico abbeveratoio in pietra, ricordato da storici e poeti, per la sua acqua un tempo freschissima, usata per i campi e il bestiame. “Siamo davanti a un monumento ancora poco studiato che necessiterebbe di un restauro per capire le tecniche costruttive e la datazione esatta, che credo sia antecedente al Cinquecento – spiega ancora Giuffrè – . La cosa certa è che nasce come torre isolata e soltanto dopo viene costruito attorno il baglio. Quando il ristorante era in funzione, gli ambienti del piano terra furono usati come magazzino e per un periodo la torre fu anche abitata. Poi l’abbandono definitivo. Mi auguro che, se qualcuno la comprerà, si possa avviare un restauro che conservi la struttura così com’è, valorizzando intonaci e archeggiature ancora visibili”.

Anche se una compiuta riqualificazione dovrebbe tener conto di ciò che resta dell’Ambassador, ridotto ormai a un ecomostro abbandonato.

(Foto Giulio Giallombardo)

Condividi
Tags

In evidenza

Riapre dopo più di un anno Villa Niscemi con il suo giardino storico

Sede di rappresentanza del Comune di Palermo, il complesso monumentale è stato chiuso per la presenza di legionella in un pozzo. Prevista una giornata di festa, ricca di attività aperte al pubblico

A Favignana porte aperte a Villa Florio e all’ex Tonnara

Tornano fruibili tutti i giorni due tra i più importanti siti storici dell’isola delle Egadi. Presto toccherà anche al Castello di Punta Troia di Marettimo, a cui si aggiungono le case romane con un servizio di accompagnamento. L’amministrazione comunale svelerà presto un programma di eventi

Viaggio nel Firriato di Villafranca alla scoperta della Palermo Liberty

Nell’area tra il Politeama e piazza Croci, dopo l’Esposizione nazionale nel 1892, sorsero villette e palazzine in parte sopravvissute agli anni del sacco. Architetture raffinate tra decorazioni floreali ed eleganti prospetti eclettici: dai palazzi Dato, Di Pisa e Failla Zito alla casa del pittore Salvatore Gregorietti

Ultimi articoli

A Favignana porte aperte a Villa Florio e all’ex Tonnara

Tornano fruibili tutti i giorni due tra i più importanti siti storici dell’isola delle Egadi. Presto toccherà anche al Castello di Punta Troia di Marettimo, a cui si aggiungono le case romane con un servizio di accompagnamento. L’amministrazione comunale svelerà presto un programma di eventi

Ho scelto il Sud, il signore delle api nere sulle vette dei Nebrodi

Gli insetti di Giacomo Emanuele volano lungo ottanta ettari di natura incontaminata a Galati Mamertino. Un’apicoltura di tipo nomade su diversificate fioriture per produrre un miele di altissima qualità

Riapre dopo più di un anno Villa Niscemi con il suo giardino storico

Sede di rappresentanza del Comune di Palermo, il complesso monumentale è stato chiuso per la presenza di legionella in un pozzo. Prevista una giornata di festa, ricca di attività aperte al pubblico

Articoli correlati