Il Tempio della Vittoria come non l’avete mai visto

Una mostra di foto mai esposte al pubblico ripercorre le tappe degli scavi archeologici di Pirro Marconi, protagonista di una stagione di scoperte

di Giulio Giallombardo

Un viaggio nel tempo alla scoperta di uno scavo storico. Era il 1929 quando Pirro Marconi, archeologo, filosofo e storico dell’arte, iniziava a riportare alla luce i resti del Tempio della Vittoria, costruito nel 480 avanti Cristo a Himera per celebrare il trionfo dei greci sui cartaginesi. Oggi quell’importante impresa archeologica, viene ricordata all’interno del museo che porta il nome di colui che l’ha condotta, in contrada Buonfornello, a due passi da Termini Imerese. La mostra “1929 – Immagini di una scoperta” al Museo Pirro Marconi non è soltanto un’inedita raccolta di foto d’epoca, che ripercorrono le tappe di scavi archeologici cruciali per il territorio, ma anche un tributo a chi inaugurò una lunga tradizione di studi e ricerche, poi proseguita negli anni.

Una delle foto in mostra

Per la prima volta sono esposte al pubblico alcune foto degli scavi condotti da Marconi tra il 1929 e il 1930. Una mostra che si inaugura il 28 dicembre alle 11, destinata a diventare permanente, così da arricchire ulteriormente il percorso di visita del plesso museale, aperto nel 2016. Uno spazio che offre una panoramica dei principali contesti archeologici della città bassa, a completamento dell’itinerario di visita già fruibile nell’Antiquarium di Himera.

Le teste leonine nell’area degli scavi

Le foto si potranno ammirare negli spazi espositivi dedicati al Tempio della Vittoria, che comprende l’esposizione dei materiali rinvenuti durante gli scavi effettuati nel 1929, passando per quelli del 1966, fino a quelli condotti negli anni ’80 dall’Università di Palermo. Nelle immagini, oltre alle antiche strutture presenti prima della demolizione spiccano, le gronde a forma di testa leonina in calcare che decoravano il tempio, alcune delle quali sono oggi esposte anche al Museo Salinas di Palermo. Sono poi immortalati momenti della storica inaugurazione, foto che ritraggono in posa, oltre a Marconi e la moglie Iole Bovio, anch’essa archeologa di fama, tanti personaggi illustri del tempo.

Una delle foto in mostra

Un racconto per immagini di alcune fasi dello scavo, fino alla presentazione al pubblico delle nuove scoperte. Una testimonianza storica che si aggiunge ai pezzi forti del museo: dai corredi che accompagnavano i defunti nelle tombe delle necropoli, fino all’itinerario di visita dedicato al Tempio della Vittoria, con il plastico ricostruttivo del monumento, due teste leonine insieme a un modello che riproduce l’effetto cromatico dell’originale e un video con la ricostruzione in 3D sia del tempio che dell’antica città.

Ricostruzione dell’antica Himera

Segno di come le nuove tecnologie possano dare una mano alla fruizione dei beni culturali. Su questa scia, infatti, il Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato, guidato da Francesca Spatafora, si prepara ad arricchire i percorsi di visita di alcuni siti, grazie a sistemi innovativi di divulgazione, previsti in un progetto recentemente ammesso a un finanziamento di 346mila euro di fondi del Po Fesr 2014-2020. “Si tratta di progetti che abbiamo in cantiere per alcuni dei siti del Parco, tra cui Ustica, Marineo, ma soprattutto Solunto – ha detto a Le Vie dei Tesori News, il direttore Spatafora – , sito che ben si presta perché ancora oggi le abitazioni si sono conservate leggibili, dunque immaginiamo che le ricostruzioni virtuali saranno ancora più interessanti”.

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