Il mondo della cultura saluta Le Vie dei Tesori

Dopo il rinvio dell’ultimo weekend del festival a Palermo, un primo bilancio dell’edizione 2020 da parte dei rappresentanti istituzionali: dalla Regione, al Comune fino alla Diocesi e ai direttori dei musei

di Marco Russo

Una lunga maratona nella bellezza. Le Vie dei Tesori è andato avanti per otto weekend in quindici città di tutta la Sicilia e a Mantova, rinviando l’ultimo fine settimana del Festival di Palermo a quando la pandemia allenterà la presa. Il nuovo Dpcm chiude i musei e i luoghi della cultura, così gli ultimi due giorni di questa sofferta ma indimenticabile edizione 2020 del festival saranno riprogrammati quando sarà possibile. Rimane comunque l’esperienza vissuta senza alcuna emergenza e nel pieno rispetto di tutte le norme anti-Covid.

Serbatoi di San Ciro

Centomila visite tra settembre e ottobre, da un capo all’altro della Sicilia, scoprendo a piccoli gruppi chiese, palazzi, ville, giardini, musei, parchi, e – come ogni anno – tanti sono stati i partner istituzionali che hanno contribuito alla manifestazione. Dalla Regione ai comuni, dalle soprintendenze ai direttori dei musei fino alle diocesi, per non parlare dei tantissimi privati, tra associazioni e proprietari, che hanno aperto le porte dei loro tesori.

Visite a Villa Niscemi

“Le Vie dei Tesori è un’esperienza di comunità, un esempio di come la bellezza oltrepassi le difficoltà di questi tempi – ha dichiarato l’assessore regionale alla Cultura, Alberto Samonà – l’arte e la cultura continuano a parlarci, consentendo di riuscire a guardare oltre: i luoghi inediti sono un arricchimento, quelli conosciuti appaiono sotto una luce nuova. Sono certo che i musei e i siti della cultura dovevano restare aperti per consentire a tutti di respirare”. Sulla stessa scia anche l’assessore regionale al Turismo, Manlio Messina: “Anche quest’anno registriamo con immenso piacere lo straordinario successo de Le Vie dei Tesori che con 100mila visitatori indica che c’è tanta voglia di cultura e di desiderio di riscoprire i gioielli, tantissimi, più nascosti della nostra Sicilia, nonostante questo tempo di emergenza sanitaria”.

Leoluca Orlando

“Le Vie dei tesori hanno resistito fino a quando hanno potuto, regalandoci bellezza in piena sicurezza, ma anche novità e luoghi inediti – dice il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – è questa la loro natura: pur avendo ormai una grande esperienza, si presentano ogni anno in forma innovativa, ampliando l’offerta, arricchendo le modalità di fruizione e confermando lo straordinario valore di promozione della conoscenza del nostro territorio. L’appuntamento è solo rimandato, il festival tornerà più forte di prima”.

Il loggiato di Palazzo Ajutamicristo

Soddisfatta anche la soprintendente ai Beni culturali di Palermo, Lina Bellanca, che ha aperto Palazzo Ajutamicristo, la chiesa della Magione e Maredolce con una visita inedita ai giardini rinati: “È da premiare l’organizzazione del festival che ha avuto davvero coraggio ad affrontare le difficoltà di questi mesi. Dal contingentamento alle prenotazioni, fino al rispetto del distanziamento, tutto è stato molto sofferto, ma è andata bene”.

Villino Florio

Secondo il direttore del Centro regionale del Catalogo, Selima Giorgia Giuliano, “nonostante il momento difficile, il festival conferma la grande partecipazione dei siciliani e la capacità organizzativa dello staff, che è riuscito a mantenere gli stessi standard qualitativi di sempre. A Villino Florio – sottolinea – abbiamo avuto tante visite e tutto si è sempre svolto in sicurezza”. Tante le chiese aperte a Palermo, prima fra tutte l’amatissima Santa Caterina, tra i luoghi più amati del festival. “La gente in questo momento ha bisogno di bellezza per dare uno sguardo al futuro – ha detto padre Giuseppe Bucaro, direttore dell’Ufficio Beni culturali della Curia – . Se è vero che i numeri non sono stati quelli degli altri anni, sono venuti in tanti a visitare le nostre chiese, rispettando tutte le regole. Credo che offrire bellezza in un momento di pandemia sia una delle soluzioni che aiutano a superare questo dramma che stiamo vivendo”.

Visite all’Orto Botanico

Sempre stretto il sodalizio con l’Università di Palermo, dove il festival ha preso corpo quattordici anni fa. In questa edizione, in tanti hanno visitato l’Orto botanico in notturna, con le sfingi in pietra del Gymnasium restaurate grazie a un intervento promosso da Le Vie dei Tesori, e il ritrovato erbario storico. “È stata un’azione eroica – ha sottolineato Paolo Inglese, direttore del Simua, Sistema museale d’ateneo – sapevamo che era difficile, ma un festival come Le Vie dei Tesori doveva dare un segnale, restando a presidiare la sua storia e rilanciando l’offerta culturale per la città e il turismo in un momento difficile. Credo che la scommessa sia stata vinta, le visite sono andate bene, anche se non c’era da aspettarsi l’afflusso delle precedenti edizioni. È stata una bella palestra per l’organizzazione”.

Laboratori di restauro di Palazzo Abatellis

Tante visite anche nei musei, che hanno mostrato collezioni inedite e laboratori di restauro. “È stata un’esperienza positiva, sia sul piano della gestione che dei contenuti – ha commentato Evelina De Castro, direttore di Palazzo Abatellis, dove eccezionalmente sono state fruibili alcune opere attualmente in fase di restauro provenienti dai depositi del museo – . In questo momento così particolare, in occasione del festival abbiamo potuto confermare quello che abbiamo verificato in questi mesi, ovvero che le esigenze imposte dal rispetto delle misure anti-Covid, hanno determinato una maggiore consapevolezza dell’importanza di poter continuare a fruire dei beni culturali”.

La collezione Casuccini al Salinas

Al Museo Salinas, invece, una chicca inedita per il festival è stata la mostra della collezione Casuccini, una delle più importanti raccolte italiane di reperti etruschi. “Credo che nonostante il flusso ridotto, i visitatori abbiano apprezzato molto la possibilità di scoprire in anteprima il tema etrusco che farà parte dell’allestimento definitivo del Salinas – ha commentato il direttore del Salinas, Caterina Greco – . C’è il rammarico di aver dovuto rinunciare all’ultimo fine settimana, ma speriamo che l’anno prossimo ci rifaremo; questo strano periodo che stiamo attraversando ci impedisce di programmare come vorremmo, ma di certo proporremo nuovi tesori”.

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