Il monaco pacifista e la contesa della pagoda di Comiso

Dopo una battaglia legale con i proprietari del terreno, accolto il ricorso del buddista giapponese Gyosho Morishita, rimasto per mesi isolato nel tempio del Ragusano. Arrivò in Sicilia quarant’anni fa per manifestare contro i missili installati nella vicina base Nato

di Marco Russo

La Pagoda della Pace a Comiso (foto Centro Sperimentale di Cinematografia - sede Sicilia)

Era rimasto isolato per mesi nella piccola casa annessa al tempio buddista, dove prega ogni giorno per la pace nel mondo. Il giapponese Gyosho Morishita, 78 anni, ex direttore di banca, oggi monaco buddista, dovrà adesso avere libero accesso alla stradella che conduce al tempio e alla pagoda, realizzati 25 anni fa nella collina di contrada Canicarao a Comiso, nel Ragusano. Una svolta nella battaglia legale intrapresa dal monaco contro i proprietari del terreno su cui sorge la Pagoda della Pace, per cui recentemente il Comune ha chiesto il vincolo come bene monumentale alla Soprintendenza.

Ad accogliere il ricorso del monaco – secondo quanto riportato dall’Ansa – è stato il giudice del tribunale di Ragusa, Giovanni Giampiccolo, che ha dato ragione al reverendo Morishita, della Nipponzan Myohoji, organizzazione buddista giapponese.

Gyosho Morishita nel video ‘Buddha si è fermato a Comiso’ di Mattia Arrigo

Ormai da sei mesi il monaco non poteva più entrare e uscire liberamente dalla pagoda. I proprietari, una coppia che aveva concesso in locazione il terreno per 99 anni – riferisce ancora l’Ansa – , avevano chiuso con un cancello la stradella d’ingresso alla collina, dove la coppia vive in un’abitazione poco distante, privando il monaco della chiave. Morishita ha quindi presentato ricorso al tribunale, assistito dall’avvocato Annalisa Ferlisi. Alla base della motivazione che ha spinto i proprietari del terreno a chiudere il cancello, sembrerebbe esserci il trambusto creato dal via vai di fedeli e i veicoli che, percorrendo la strada, alzano nuvole di polvere.

Pagoda della Pace (foto Blisset, Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 3.0)

Adesso, dopo la sentenza del giudice, Morishita dovrà essere in possesso delle chiavi e il cancello dovrà essere aperto negli orari previsti per la preghiera (per Morishita si svolge alle 4,30 del mattino e nel pomeriggio dalle 16,30 alle 18,30). Il monaco, inoltre, dovrà essere – riporta l’Ansa – “reintegrato nella detenzione del bene come previsto dal contratto di affitto, consentendo il ripristino della conduttura idrica e l’accesso al tempio al reverendo, in ogni tempo e anche accompagnato da veicoli. Per i pellegrini l’accesso sarà limitato solo all’ora di preghiera”.

Gyosho Morishita era arrivato a Comiso da Vienna quarant’anni fa, negli anni ’80, insieme alle migliaia di pacifisti che manifestavano per la pace, contro i missili Cruise installati nella vicina base Nato. Negli anni ’90 si spostò nella collina di Canicarao per realizzare dapprima una capanna e un tempio provvisorio, poi diventata la Pagoda della Pace.

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