Considerato il più complesso meccanismo al mondo di questo tipo, il carosello di suoni e personaggi si ripete sul campanile del Duomo ogni giorno alle 12. La luna, i pianeti, il calendario perpetuo, scene, simboli e personaggi della storia della città che si animano tra suoni e rintocchi
di Ornella Reitano

Ogni giorno, alle dodici in punto, il grande spettacolo in piazza Duomo a Messina lo offre il più complesso orologio astronomico del mondo. Il canto del gallo, il ruggito del leone e l’Ave Maria di Schubert, da oltre 89 anni, accompagnano i movimenti dei 54 personaggi di bronzo dislocati su più livelli nella torre campanaria della Cattedrale.

A base quadrata e alta sessanta metri, fortemente danneggiata dal terremoto del 1783, venne ricostruita nei primissimi anni del 1930 su progetto del palermitano Francesco Valenti. Fu proprio nel 1930 che l’arcivescovo Angelo Paino manifestò l’idea di dotare il Duomo di Messina di un monumentale orologio astronomico che vide la luce in soli tre anni. Nel 1933, su due dei prospetti del campanile del Duomo, iniziò a funzionare il più grande e il più complesso meccanismo al mondo di questo tipo.

È davvero un’opera straordinaria ed è di fatto uno dei migliori orologi astronomici mai realizzati, basti pensare che il maestro incaricato al progetto fu Théodore Ungerer, successore dell’orologiaio e matematico autodidatta Jean Baptiste Schwilgué che ripristinò, nel 1571, l’antico orologio di Strasburgo. È dotato di un meccanismo centrale che muove gli indici dei quadranti e regola sia gli effetti sonori che i vari movimenti delle figure.

L’orologio astronomico di Messina si sviluppa su due delle facciate della torre campanaria che affianca la Cattedrale intitolata a Santa Maria Assunta. Nella facciata est, verso l’ingresso al Duomo, si trovano tutti gli elementi che rappresentano il concetto puramente astronomico. Partendo dall’alto c’è il globo bicolore, nero e dorato, che mostra la luna ed il suo lento movimento segna le fasi lunari. Subito sotto si trova il quadrante del planetario che simboleggia il sistema solare e ancora più in basso si trova il calendario perpetuo dove un angelo di marmo indica giorni, mesi ed anni.

Sulla facciata del campanile che si rivolge verso piazza Duomo, si trovano tutti gli attori che animano l’orologio astronomico e che narrano la simbologia spirituale in esso contenuta ed altri avvenimenti che sono strettamente legati alla città di Messina. Possiamo infatti dire che, a differenza di altri orologi astronomici sparsi per il mondo, questo ha un forte valore identitario.

Come già accennato, il grande spettacolo è a mezzogiorno in punto con il leone simbolo di forza e della provincia di Messina che ruggisce per tre volte seguito dal gallo, simbolo del risveglio che canta mattina, mezzogiorno e sera tra le due eroine a difesa della città durante la guerra dei Vespri siciliani, Dina e Clarenza le quali scandiscono il tempo attraverso il battere dei quarti e delle ore.

Subito sotto il gallo vi è una delle scene legate alla città di Messina ed in particolare il quadro dedicato all’ambasceria della Vergine Maria, ovvero la Madonna della Lettera. I messinesi nel 42 dopo Cristo, durante la diffusione del Cristianesimo, conobbero San Paolo e restarono affascinati dalle sue parole. Decisero così di inviare un’ambasceria per rendere omaggio alla Madonna ed in cambio ricevettero una lettera arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli, oggi andata persa, in cui offriva la sua eterna protezione alla città e ai suoi abitanti. La lettera si chiudeva con Vos et ipsam civitatem benedicimus (“benediciamo voi e la vostra città”), frase che venne riportata sul basamento della stele posizionata nella punta estrema del porto e che dà il benvenuto a tutti i visitatori che arrivano via mare o che qui si affacciano.

Questo episodio ricordato in uno dei quadri dell’orologio astronomico è il terzo ciclo di movimenti. Inizia con un angelo che porta la lettera alla Madonna seguito da San Paolo e dagli ambasciatori messinesi. Ognuno di loro, passando davanti alla Madonna, fa un inchino. Più sotto vengono rappresentate le scene della Natività con l’adorazione dei pastori, dell’Epifania con l’adorazione dei Re Magi, della Resurrezione e della Pentecoste con la discesa dello Spirito Santo. Queste si alternano durante tutto l’anno in base al calendario liturgico.

Al secondo piano, subito sotto le scene bibliche, si trova la scena dedicata alla fondazione della chiesa di Montalto, sul colle della Caperrina e visibile da piazza Duomo guardando verso i monti. Secondo la storia che si racconta, un giorno la Madonna apparve in sogno a fra’ Nicola chiedendo la costruzione di una chiesa a lei dedicata. Avrebbe inoltre mandato, sul colle, una colomba per indicare il perimetro della costruzione. Nella scena dell’orologio appare infatti una colomba in volo che descrive un cerchio e subito dopo, dal basso, compare la chiesa di Montalto.

Al primo livello si trovano le quattro età della vita che si muovono ogni quarto d’ora: infanzia rappresentata da un bambino, giovinezza rappresentata da un giovane, maturità rappresentata da un guerriero, vecchiaia rappresentata da un anziano, e il carosello dei giorni della settimana rappresentati da carri guidati da divinità pagane (Apollo, Diana, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno) che si alternano in base al giorno della settimana.
Anche se l’attrazione principale è alle dodici in punto, l’orologio continua nei suoi movimenti e in quelli dei suoi automi durante il resto della giornata e dell’anno. Infatti, passando da piazza Duomo in diversi orari durante l’arco della giornata, gli automi si alternano e si spostano. Un capolavoro d’ingegneria che non smette di stupire.