Il grande Ficus dell’Orto botanico di Palermo trionfa al concorso Albero dell’anno

Lo storico esemplare vince l’edizione 2022 della competizione organizzata dalla Giant Trees Foundation Onlus. Alto 25 metri per forma e dimensioni può essere considerato l’albero con la chioma più grande d’Europa

di Ruggero Altavilla

Il grande Ficus con le radici aeree (foto da Gianttrees.org)

Dall’alto dei suoi 25 metri e dei 173 anni di età, il grande ficus macrophylla dell’Orto botanico di Palermo è l’Albero italiano dell’anno. L’imponente tesoro verde ha vinto l’edizione 2022 del concorso organizzato dalla Giant Trees Foundation Onlus, in collaborazione e con il patrocinio del ministero delle Politiche agricole. Dopo la vittoria l’anno scorso del Castagno dei Cento Cavalli di Sant’Alfio, il riconoscimento va a un altro albero siciliano, che ha sfidato altri tre esemplari di altrettanti orti botanici italiani.

Uno dei lunghi rami del Ficus (foto da Gianttrees.org)

Il ficus palermitano trionfa con 41.735 voti. Segue al secondo posto il Platano orientale dell’Orto botanico di Padova con 36.551 voti; al terzo posto più distaccato la Melaleuca di Napoli con oltre 23.965 preferenze; chiude con 14.794 il Gioiello australiano dell’Orto botanico di Roma, il Kauri del Queensland alto 30 metri. Adesso il grande ficus dell’Orto rappresenterà l’Italia nel 2023 al contest Albero europeo dell’anno, sfidando gli altri vincitori delle 18 nazioni partecipanti al concorso.

Una delle serre dell’Orto botanico di Palermo

“Siamo orgogliosi di questo risultato, che dimostra l’affetto e la considerazione di una grande comunità di appassionati, di cittadini, nei confronti del nostro Orto Botanico e del nostro grande albero, che da sempre ne è l’ambasciatore più importante”, commentano il direttore dell’Orto botanico, Rosario Schicchi, e Paolo Inglese, direttore del Simua, il Sistema museale d’ateneo dell’Università di Palermo, di cui l’Orto botanico fa parte. “È un risultato che accresce le nostre responsabilità – proseguono – e premia il lavoro di tutti coloro, e sono tanti, che ogni giorno lavorano per garantire la bellezza e il futuro del nostro Orto. Dedichiamo questo riconoscimento al futuro di tutti i giardini storici di Palermo”.

Il Ficus dell’Orto Botanico di Palermo (foto da Gianttrees.org)

Il grande Ficus, che arrivò dall’Australia quasi duecento anni fa, fu il primo di una grande famiglia che oggi popola strade e giardini di Palermo. Appartiene alla specie dei “fichi strangolatori”, perché fagocitano ogni pianta o materiale che incontrano nel loro sviluppo, ed è noto anche come “Ficus magnolioide Borzì”, nome che richiama la somiglianza delle sue foglie a quelle della Magnolia grandiflora, con la quale viene a volte confuso. In città, ad esempio, il viale delle Magnolie è in realtà costellato da questi grandi ficus che in alcuni tratti hanno creato una vera e propria galleria verde sopra la strada.

Il ficus di Villa Garibaldi (foto licenza CC0)

Ma esemplari storici se ne trovano un po’ dappertutto. Come il grande ficus di Villa Garibaldi in piazza Marina o quello del Giardino inglese, tutti enormi monumenti della natura con le loro radici aeree che, toccando terra, diventano come tanti tronchi a formare un’unica massa legnosa. Il Ficus dell’Orto botanico oggi ha 173 anni, introdotto nella prima metà dell’Ottocento. Ha una circonferenza di quasi 15 metri, la sua chioma copre una superficie di 2900 metri quadrati e per forma e dimensioni può essere considerato l’albero con la chioma più grande d’Europa.

Condividi
Tags

In evidenza

A Favignana porte aperte a Villa Florio e all’ex Tonnara

Tornano fruibili tutti i giorni due tra i più importanti siti storici dell’isola delle Egadi. Presto toccherà anche al Castello di Punta Troia di Marettimo, a cui si aggiungono le case romane con un servizio di accompagnamento. L’amministrazione comunale svelerà presto un programma di eventi

Dalla Piana di Catania a Vendicari: un pezzo di Sicilia rischia di scomparire per l’emergenza climatica

Uno studio scientifico basato sui dati dell’ultimo rapporto dell’Ipcc spiega come il riscaldamento globale, tra il 2050 e il 2100, potrebbe causare inondazioni in sei zone della costa sudest dell’Isola, con una progressiva sommersione fino a 10 chilometri quadrati di superficie

La storia del Teatro Antico di Taormina raccontata dalle iscrizioni

Si inaugura la mostra "Palinsesti", un progetto ibrido tra archeologia e contributi multimediali, con un nuovo allestimento e la musealizzazione dell’ingresso occidentale alla cavea. Ritrovata un'importante epigrafe che si riteneva smarrita dall’Ottocento e scritte sui muri che documentano il restauro

Ultimi articoli

La storia del Teatro Antico di Taormina raccontata dalle iscrizioni

Si inaugura la mostra "Palinsesti", un progetto ibrido tra archeologia e contributi multimediali, con un nuovo allestimento e la musealizzazione dell’ingresso occidentale alla cavea. Ritrovata un'importante epigrafe che si riteneva smarrita dall’Ottocento e scritte sui muri che documentano il restauro

Un albero per ogni nuovo nato: il patto sostenibile di 27 Comuni siciliani

Sottoscritto a Gangi, nel corso del Meeting Francescano del Mediterraneo, un manifesto d’intenti che impegna le amministrazioni a promuovere nei propri territori una serie di iniziative ecologiche, coinvolgendo le realtà associative del Terzo settore

Dalla Piana di Catania a Vendicari: un pezzo di Sicilia rischia di scomparire per l’emergenza climatica

Uno studio scientifico basato sui dati dell’ultimo rapporto dell’Ipcc spiega come il riscaldamento globale, tra il 2050 e il 2100, potrebbe causare inondazioni in sei zone della costa sudest dell’Isola, con una progressiva sommersione fino a 10 chilometri quadrati di superficie

Articoli correlati