La statua avrebbe dovuto far parte di un’esposizione temporanea al museo archeologico del capoluogo siciliano, ma dopo le proteste della comunità marsales non si sposterà dall’isola
di Ruggero Altavilla

Ha viaggiato in lungo e in largo, attraverso i continenti. È stato ammirato a Venezia, Berlino, Londra e Los Angeles, ma adesso resta a casa. Non si muoverà da Mozia il Giovinetto che avrebbe dovuto essere esposto per una mostra temporanea al Salinas di Palermo nei prossimi mesi. L’iconica scultura in marmo, custodita al museo Whitaker della piccola isola dello Stagnone, è stata nelle ultime settimane al centro di una levata di scudi da parte della comunità marsalese, da esponenti del Consiglio comunale a rappresentanti di associazioni del territorio e cittadini.

Al grido “Io resto qui” hanno chiesto a gran voce che la statua, probabilmente portata nell’isola dai Cartaginesi dopo il saccheggio di Selinunte nel 409 avanti Cristo, non si spostasse da Mozia per evitare il rischio di danni a causa del trasporto. Adesso, è arrivata la decisione dell’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà: il Giovinetto non farà parte della grande mostra internazionale del museo Salinas. Della mancata trasferta – si legge in un comunicato – è stata informata la direttrice del museo archeologico di Palermo, Caterina Greco, a capo del comitato scientifico che sta selezionando le opere siciliane, particolarmente importanti, da inserire nella grande esposizione in programma per due mesi e mezzo, all’inizio del nuovo anno.

Una decisione, quella assunta dall’assessore Samonà, che fa seguito alle polemiche nate nelle scorse settimane, anche se – sottolineano dalla Regione – lo spostamento era stato, comunque, subordinato al parere tecnico-scientifico espresso da una commissione della Soprintendenza dei beni culturali, che avrebbe dovuto garantire la totale incolumità dell’opera nel caso di un possibile trasferimento temporaneo.

“Prendo atto – dichiara l’assessore Samonà – della volontà espressa dalla comunità locale che ha manifestato platealmente il proprio dissenso, privando la mostra di un’opera che avrebbe dato una grande visibilità a Mozia e ai preziosi scavi dell’Isola. È innegabile – ha aggiunto l’assessore – che questa è un’occasione persa perché, grazie a questa mostra, il Giovinetto avrebbe fatto parlare di sé, non soltanto la stampa specializzata ma anche importanti testate a carattere nazionale e internazionale, con un’evidente ricaduta positiva sull’immagine di Mozia, sulla quale il governo regionale sta, da tempo, attuando importanti azioni di valorizzazione”.

“Colgo l’occasione – prosegue Samonà – per stigmatizzare la campagna di disinformazione messa in atto da taluni che avevano diffuso la notizia falsa di un trasferimento permanente dell’opera, che non è mai stato all’ordine del giorno. Auspico – conclude – che nei due mesi e mezzo invernali di durata della mostra siano in tanti, fra coloro che hanno protestato per il trasferimento temporaneo del Giovinetto, a fare la fila per recarsi a Mozia e ammirare la scultura”.