Il fotografo protagonista di “For Freedom”, una personale che è anche un atto di denuncia contro la violazione dei diritti umani in Afghanistan
di Redazione

La denuncia per i diritti delle donne afghane in una grande mostra fotografica al Palazzo Reale di Palermo. Uno dei maestri del reportage antropologico, Steve McCurry, sarà protagonista di “For Freedom”, racconto fotografico di un dramma contemporaneo, che si potrà ammirare dal 29 marzo al 17 luglio. Una mostra frutto della collaborazione tra la Fondazione Federico II e il fotografo che ha saputo raccontare l’Afghanistan negli ultimi quarant’anni, immortalando le donne afghane tra violenze, miserie e speranze.

Col ritorno dei talebani nel 2021, le donne in Afghanistan hanno perso da un giorno all’altro ogni diritto allo studio e alla vita sociale. Una tragedia che si perpetua quotidianamente, annullando qualsiasi forma di libertà di pensiero e di azione per tutte le donne e le bambine afghane. Protagonista della mostra è la violazione dei diritti fondamentali, attraverso una narrazione fotografica densa di pathos ambientale e umano.
La mostra gode di un allestimento scenografico e site specific in uno spazio emblematico del Palazzo Reale, attraversato da migliaia di visitatori. Allestimento che segue concettualmente l’evoluzione della condizione della donna in Afghanistan. “Ci sono scatti che divengono voce, urlo, richiesta di aiuto – afferma Gianfranco Miccichè, presidente della Fondazione Federico II -. Dinnanzi ad essi non possiamo sottrarci al ruolo di testimoni. Affinché la nostra coscienza si interroghi su quelle atrocità, è fondamentale rievocare attraverso le immagini la dimensione di anelito di libertà e di riscatto sociale. Le fotografie di McCurry per noi rappresentano un ponte ideale verso il mondo afghano. Non a caso abbiamo dedicato a For Freedom un’area del palazzo che solitamente non viene utilizzata per le mostre”.

“La mostra For Freedom – dice Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – è la narrazione della negazione di quella garanzia di libertà e di diritti per le donne afghane che sembrava conquistata. L’unicità delle fotografie di McCurry rimbalza continuamente tra significati passati e presenti, tra le speranze e le libertà un tempo acquisite e le atrocità del presente. Davanti alle immagini e alle notizie drammatiche di questi mesi abbiamo colto il senso autentico della sua incredulità e abbiamo voluto offrire una mostra che desse voce alle donne dell’Afghanistan diventate nuovamente invisibili e senza identità”.
L’esplorazione che McCurry offre nelle sue opere fotografiche sottende una complessa osservazione del mondo, una costante capacità di mettere a confronto Occidente e Oriente, di divulgare e denunciare gli atti frutto della crudeltà e dell’egoismo umani, oltreché la coesistenza tra mondi liberi da un lato e sofferenze inenarrabili imposte a moltitudini indifese dall’altro.