Il collettivo Claire Fontaine da Parigi a Palermo: “Una città che dà gioia”

Video realizzato da Fuoririga

Un giro per il mondo con ultima fermata a Palermo. Due artisti apprezzati in tutto il globo che hanno scelto il capoluogo siciliano per continuare a dare forma alle loro idee. Il viaggio tra le storie di Ho scelto il Sud, progetto della Fondazione Le Vie dei Tesori, sostenuto dalla Fondazione con il Sud, prosegue con il collettivo artistico Claire Fontaine, fondato a Parigi nel 2004 da James Thornhill e Fulvia Carnevale, che dal 2017 vive e lavora a Palermo.

Il collettivo Claire Fontaine

Il collettivo trae nome da un celebre brand di cancelleria francese, rivendicando lo spessore sociale dell’opera d’arte e utilizzando immagini e terminologie dello spazio pubblico per ridiscutere i concetti di autorialità e di genio individuale.

Attraverso una ricerca multimediale, che piega mezzi come il neon e la fotografia ad additare la problematicità di alcuni aspetti del mondo contemporaneo quali la crisi dei sistemi politici e il capitalismo, il discorso artistico di Claire Fontaine acquisisce una potente valenza etica e di revisione dei modelli archetipici convenzionali.

Sede di Claire Fontaine a Palermo

Ospitate in importanti sedi museali internazionali (tra le altre, The Jewish Museum di New York, il Wattis Institute for Contemporary Art di San Francisco e il Museion di Bolzano), le opere del collettivo sono state recentemente esposte, tra le altre sedi, al Museo Pietro Canonico di Roma (2016) e alla Loggia degli Abati di Palazzo Ducale di Genova (2019). Nell’ambito del progetto Utopia di Treccani Arte il collettivo ha realizzato il poster d’artista “Ascolto” (2022).

“Palermo è una città piena di tantissimi stimoli umani e sensoriali che non esistono nelle grandi metropoli gentrificate – afferma Fulvia Carnevale – una città ricca di strati, complessità e possibilità, cosa molto preziosa in un momento storico come quello che viviamo. Palermo è una città che dà molta gioia e vitalità, c’è un’energia del luogo che è terapeutica. Venire qui è stata una esperienza di grande cura rispetto a una città come Parigi, qui è tutto l’opposto, è un luogo che sta ancora per fiorire. Sono posti sempre più rari che dovrebbero attirare tutti gli artisti”.

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