Sono stati oltre 700 in tutta la Sicilia, tra esperti, volontari, tirocinanti e studenti a collaborare all’edizione 2020 de Le Vie dei Tesori. Una sfida per la bellezza tra mille difficoltà
di Giulio Giallombardo

Sono innamorati dell’arte e della cultura. Hanno trascorso i loro fine settimana tra chiese, palazzi, ville e giardini, raccontando la bellezza e accogliendo centinaia di migliaia di visitatori. Sono gli oltre 700 giovani che hanno collaborato all’edizione 2020 de Le Vie dei Tesori, appena conclusa in 15 tra città e borghi siciliani, con l’ultimo weekend a Palermo rinviato a quando l’emergenza sanitaria allenterà la presa. Storici dell’arte, archeologi, architetti, studiosi della città, affiancati da volontari, da tirocinanti universitari e da un piccolo contingente di studenti in alternanza scuola-lavoro. Un festival che quest’anno si è adattato ai tempi, con ingressi contingentati, visite a piccoli gruppi, rispetto del distanziamento e speciali audioguide, se non possibili quelle in presenza.

I giovani collaboratori del Festival impegnati sul campo sono stati il cuore pulsante della manifestazione, mai come prima chiamata a una sfida difficile: quella di regalare uno squarcio di bellezza in un momento in cui la pandemia è tornata a colpire, più violenta di prima. Così, sono stati in tanti a Palermo, come nelle altre città siciliane, a presidiare i luoghi della cultura aperti durante gli otto fine settimana del festival.

Come Alessandra Trogu, 25enne studentessa di Lingue moderne e traduzioni per le relazioni internazionali, ormai prossima alla laurea e con una grande passione per la storia dell’arte. Alla sua terza esperienza al Festival, si è occupata delle visite nella chiesa barocca dell’Immacolata Concezione al Capo, con qualche “incursione” anche a Palazzo Costantino, una delle sorprese di quest’anno, e a Palazzo delle Aquile. “C’è stata una grande voglia di riappropriarsi dei nostri tesori – racconta Alessandra – e sono stata felicissima di contribuire alla realizzazione di una manifestazione sempre capace di regalare tanta bellezza ai visitatori. Quest’anno, come prevedibile, non ci sono stati i numeri a cui siamo abituati e la gente ci ha messo un po’ ad adattarsi alle novità, tra audioguide, distanziamento e contingentamento, ma tutto si è svolto in sicurezza e nel migliore dei modi”.

È una veterana Ornella Salerno, 28 anni, da sei impegnata all’accoglienza dei luoghi del festival. Operatrice culturale, studi in scienze politiche, quest’anno ha gestito le visite a Villa Niscemi: “È stata un’edizione molto particolare e difficile, che ci ha messo alla prova duramente – ammette Ornella – , abbiamo gestito le visite a piccoli gruppi come previsto, controllando che tutti indossassero la mascherina e mantenessero il distanziamento. Nonostante avessimo previsto le audioguide, siamo riusciti a garantire anche la guida in presenza, nel rispetto delle norme di sicurezza e assicurandoci che nulla andasse storto. È stata una grossa sfida lavorare con numeri ridotti rispetto agli altri anni, ma è comunque andata bene”.

È stata la seconda partecipazione al festival per Arianna Mannone, 24enne studentessa di medicina, ma con una passione parallela per l’arte. Ha avuto la responsabilità di accogliere tantissimi visitatori nella chiesa di Santa Caterina, tra i luoghi da sempre più amati del festival. “Negli ultimi due weekend abbiamo assistito a un calo progressivo delle visite, quando l’emergenza stava diventando più tangibile – racconta Arianna – ma l’importante quest’anno era esserci”.

È tornato per la seconda volta a collaborare con Le Vie dei Tesori anche Danilo Primiero, trentenne studente di architettura, impegnato nell’oratorio di Santa Cita. “Non è stato facile, ma ce l’abbiamo fatta, mettendoci l’anima tutti quanti – confessa – . Sono rimasto colpito positivamente dai visitatori, tutti rispettosi delle regole con grande senso di responsabilità. È stato bellissimo vedere questi luoghi rimasti chiusi per tanto tempo, pieni di gente che tornava ad ammirarli. Mi è sembrato quasi un ritorno alla normalità reso possibile dalla fiamma della cultura, che ha fatto riaccendere passioni che sembravano sopite”.

È stata un’edizione “speciale” per Nicolò Bartolone, 30 anni, laureato in giurisprundenza e futuro avvocato, alla terza esperienza col festival, che si quest’anno si è occupato delle visite al Museo Salinas. “Forse ancor più che in passato, è nato in me un senso di appartenenza – ammette – sono fiero di far parte di un bellissimo progetto portato avanti da persone splendide. È stata un’edizione piena di manifestazioni d’affetto da parte dei visitatori, con persone che sono arrivate a Palermo anche da altre città della Sicilia apposta per il festival. Lo sforzo quest’anno è stato enorme, ma tutto è andato benissimo”.

Novità di quest’anno, le 120 audioguide realizzate dai ragazzi dell’associazione Amici delle Vie dei Tesori, alcuni dei quali direttamente coinvolti nei luoghi del festival, alle quali si sono aggiunte diverse audioguide d’autore, realizzate da direttori di musei e rappresentanti del mondo della cultura e dell’arte. “Abbiamo svolto prima dei sopralluoghi nei vari siti, poi elaborato i testi sia con un adeguato supporto bibliografico, sia con la consulenza dei responsabili dei luoghi – spiega Alida Fragale, presidente dell’associazione Amici delle Vie dei Tesori – . Siamo passati, quindi, alla registrazione delle guide con la viva voce degli stessi ragazzi. È stato un lavoro faticoso, perché l’obiettivo era di guidare virtualmente i visitatori, facendo attenzione al minimo dettaglio. Ma il nostro pubblico, nonostante qualche resistenza iniziale, ha risposto bene alla novità. Abbiamo ricevuto tanti complimenti sia per i testi che per la modalità di fruizione. Un esperimento che potrebbe tornare utile anche per progetti futuri”.